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L'APOLOGIA DEL FICO

Post n°4350 pubblicato il 05 Settembre 2022 da monellaccio19
 

 

 

 

La foto è molto eloquente! Oltre a sollecitare i golosoni come me, evidenzia la...bontà del frutto molto antico, storicamente già presente nell'antichità: per informazioni chiedere ad Adamo ed Eva! Citato anche negli adagi popolari, l'albero di fico trova riscontro nella letteratura mondiale: da Hermann Hesse a Fabrizio Caramagna, da Dacia Maraini a Gèrard d'Houville, da Guido Gozzano a Ingeborg Bachmann, da Cesare Pavese a tanti altri ancora, un rincorrersi citando il fico nei loro testi. L'area mediterranea conosce bene il fico, nell'Italia meridionale, dal Cilento alla estremità della penisola, il fico è un totem della cultura contadina. Quanti panini "rosette" mangiati con i fichi: una delizia, la perfetta merenda per noi ragazzini. E non finisce qua, poiché il fico oltre che crudo, appena colto e bello ghiacciato, è una leccornia anche secco. Il fico secco lavorato sempre nei forni del sud, entra di prepotenza nel novero della frutta secca e resta un piacere morderlo con le mandorle tritate all'interno, mentre il fuori glassato è godurioso come solo un diabetico può confermare.  Banale? Macché, il fico secco non può far parte della cultura popolare: "Sei proprio un fico secco" ovvero non capisci nulla, oppure "Fare le nozze come i fichi secchi" cioè sposarsi semplicemente senza grandi sforzi economici e con poco mezzi! L'apologia del fico non mi è costata nulla, l'ho scritta con piacere e ricordate che:

Il melo dà la mela,
il pero dà la pera,
ora se anche il fico facesse sempre il suo lavoro, camperemmo tutti meglio.

 
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Rispondi al commento:
ReCassettaII
ReCassettaII il 05/09/22 alle 18:09 via WEB
Perché mai Shakespeare ha scelto, nel momento forse di più alta tragicità di uno dei suoi capolavori, di affidare un particolare decisivo della narrazione ad un cesto di fichi, destinato, infatti, a portare l’aspide che avrebbe ucciso la regina cleopatra?
 
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