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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Messaggi di Maggio 2021
Dalla Treccani, la definizione di Smartphone: "Letteralmente “telefono intelligente”, esso unisce alle caratteristiche di un telefono cellulare, le potenzialità di un piccolo computer, grazie alla presenza di un sistema operativo completo e autonomo". Intanto, non è solo chiamato smartphone nel nostro linguaggio comune e ricorrente: telefonino, Iphone, cellulare, sono i nomi con cui l'apostrofiamo e smartphone è solo la versione più aggiornata degli orpelli che da almeno trent'anni girano nelle forme più strane e più tecnologicamente avanzate. Orbene, a prescindere dalla ondata degli ultimi anni, sono ormai tutti in possesso di apparecchi molto sofisticati e pronti per ogni evenienza, quindi nasce spontanea la proposta molto pertinente, di aggiornare e rendere più proprio il nome con cui indicare più correttamente il cellulare di cui si dispone. Ho letto questa proposta su un quotidiano ed è rivolta agli studenti perché suggeriscano un nuovo nome per lo strumento che tutti posseggono. E' ineluttabile la necessità di cercare un nuovo nome: sappiamo tutti che l'oggetto serve a tutto e di più, solo in minima parte e tanto per gradire, serve per...telefonare! Una verità sconvolgente: con lo smartphone si fanno video e foto, si usa la rete, il web per comunicare, le mail, le mappe, lo sport in diretta, si vende e si compra, facciamo i blogger, si scrive per lavoro, si inviano i what's up agli amici, si cercano ricette, notizie dell'ultima ora, gli utenti sono aggiornatissimi e non v'è nulla che possa sfuggire. Pertanto, con tutte le prestazioni possibili e immaginabili che uno smartphone di ultima generazione, riesce a fornire, perché dovremmo chiamarlo ancora telefonino, cellulare e/o Iphone? Sono macchine capaci di tutto e quindi un nuovo nome che indichi esattamente l'oggetto per le prestazioni che offre, è d'obbligo. Gli studenti si daranno da fare intanto pensiamoci anche noi. Io non posso suggerire: posseggo ancora un vecchissimo telefonino...un macchinario che consente solo comunicazioni vocali e niente di più. Pensate che non mi indica nemmeno i nomi di chi mi chiama e per mia moglie e i miei figli mi regolo con le diverse musichette che ho inserito per ognuno di loro. Come odo le prime note subito riconosco chi sia dall'altra parte. Per il 51% "La cavalcata delle Walkirie" di Wagner: musica maestosa, irruente e travolgente. Per mia figlia "Danza del fuoco" di De Falla: musica che subdolamente avvince all'inizio, mentre sotto la cenere il fuoco cova. Infine per mio figlio "Il finale dell'overture del Guglielmo Tell" di Rossini: una galoppata, un'eccitante corsa contro il tempo, un modo per indicare il suo "tutto e subito". Naturalmente anche i miei congiunti hanno una musica che consenta loro, sin dalle prime note, di riconoscermi subito quando sono io a chiamare "Il Dies Irae dal Requiem di Mozart", una scelta azzeccata che indica come ormai sia ridotto e pronto per l'ultimo viaggio. Vabbè noi non possediamo un telefono ciascuno, ma una...orchestra lirico/sinfonica.
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Questa di seguito, è una domanda posta per effettuare un sondaggio commissionato dalla FAO (Food and Agricolture Organization), agenzia in seno alle Nazioni Unite (ONU), per studiare e affrontare i grossi problemi della fame e dell'alimentazione nel mondo:
"Per favore dica onestamente qual'è la sua opinione sulla scarsità di alimenti nel resto del mondo".
Ecco i risultati dell'indagine:
- gli europei non hanno capito cosa sia la "scarsità" .
- gli africani non sapevano cosa fossero gli "alimenti" .
- gli americani hanno chiesto il significato di "resto del mondo" .
- i cinesi, straniti, hanno chiesto maggiori delucidazioni sul significato di "opinione" .
- nel parlamento italiano, si sta ancora discutendo su cosa si intende con l'avverbio "onestamente" .
Lascio a voi ogni opinione in merito, confermandovi che trattasi di un post "boutade" alla maniera del monellaccio: la riflessione, nonostante le aberranti caratteristiche del redattore ormai note in comunità, è opportuna e significativa.
Post del Monellaccio del 13/02/2013
Notate grandi differenze comparando i tempi?
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Riconosciamo come il ruolo delle donne sia profondamente mutato in questi ultimi anni. In particolare, il ruolo della casalinga, va rivisto e interpretato con un'ottica diversa dagli stereotipi finora considerati.
Le Soddisfatte: donne che viaggiano verso la sessantina, ex lavoratrici che hanno fatto scelte in piena coscienza e responsabilità. Oggi magari pentite della svolta importante fatta a suo tempo, ma per un vero riconoscimento della loro posizione sociale, vuoi anche per ciò che hanno dato nella loro vita professionale, esigerebbero una giusta collocazione di fiere casalinghe pronte a soddisfare la famiglia nel suo complesso. Insomma, soddisfatte e senza rimpianti, ma esulando dal cliché ormai logoro della casalinga per antonomasia. Ovvero: "Rendetemi giustizia e datemi atto, almeno voi di casa, marito e figli. Senza di me non andreste da nessuna parte!". E' un po' il caso del mio 51%: quando deve rispondere a una domanda precisa e diretta, con un certo rimpianto replica: "Lavoravo nel settore petrolifero, ero addetta.....". E io, immediatamente, quando le sono affianco: "...ad una pompa di benzina!". Gomitata nel fianco garantita.
Le Adattate: al contrario delle soddisfatte, come loro sono avanti con gli anni, ma il lavoro l'hanno lasciato per "necessità" familiare, per badare con più impegno alla casa e alla famiglia. Portatrici sane di vero pentimento, tentano disperatamente di rientrare nel mondo del lavoro ma con scarsi risultati. Quindi, sono incazzate di brutto, sono insofferenti alla limitata indipendenza economica e soffrono, pur rassegnate, per la condizione di casalinghe disperate e a disposizione. "Mamma? Ci sono le uova? Sì? Bene, comincia a sbatterle!". "Cara, oggi ho troppi impegni. Visto che non hai un caxxo da fare, perché non lavi la macchina?". Ecco di cosa soffre l'adattata.
Le Costrette: beh...queste sarebbe meglio scansarle! Inviperite e agguerrite, insoddisfatte, piene di livore e acredine verso tutto e tutti. Buttate fuori dal mondo del lavoro per "necessità" aziendali, sacrificate sull'altare della crisi galoppante, tentano affannosamente di rientrare comunque e a qualunque costo nel mercato occupazionale. Sentenziano e verbosamente attaccano istituzioni, governo, sindacati e stato sociale. Non hanno sbocchi, di necessità devono far virtù e si arrangiano come possono perché tra casa, cucina e quant'altro, non fanno parte delle scelte, a volte obbligate, che hanno dovuto fare. Fanno le casalinghe per tacito contratto, avversione per la cucina e....tutto sommato, per marito e figli, sarebbe meglio se andassero a...lavorare, potendo!
Le Temporanee: fiduciose nell'adagio popolare "Prima o poi toccherà a me", sono le giovani donne con istruzione superiore, sono "parcheggiate" in casa a badare alla famiglia di recente costituzione: per loro, consce che ci sarà un futuro di lavoro, è una priorità dedicarsi anima e corpo per crescere i figli. Contano su un futuro lavoro ben remunerato, corrispondente alla loro professionalità. Confidano proprio in questo e da buone ottimiste, ritengono l'occupazione un traguardo raggiungibile e a portata di mano quando la situazione generale avrà lasciato alle spalle la crisi. Ci credono e aspettano. I figli cresceranno e sarà più facile.....per loro: "Quando nevicherà in pieno deserto, io sarò dirigente di una grande azienda!".
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Su questo argomento ho già avuto una vivace discussione con amici e colleghi alcuni anni fa. Mi piace riproporre la questione, visto che dei vecchi amici non è rimasto nessuno e con voi, potrei ottenere risultati diversi. Ma voi i "lenti" li ballate ancora? E se li ballate, con chi preferite farlo? Se avete smesso di ballarli, sapete indicarmi da quando non li ballate più? Troppe domande? Da giovani ballavamo (specie noi ragazzi) per corteggiare una ragazza: il ballo lento era una grossa opportunità per tentare di filare con la ragazza ambita. Le uscite erano difficili e rare, si coglievano occasioni stando magari ore e ore aspettando, come suggeriva Morandi, che uscisse per andare a prendere il latte o altro che potesse servire in casa. Alle volte andava bene e la lunga attesa era premiata, altre volte andava buca e si tornava a casa con la coda tra le gambe. Poi c'erano le uscite giustificate "Vado a casa di Luciana a studiare". E allora si scopriva che Luciana abitasse in un giardino pubblico nella seconda rientranza, prima panchina a destra! E via si pomiciava rubando attimi e momenti che solo gli astenuti da lunga data potrebbero capire. Insomma, il ballo in casa, quello famoso e ricco di amici e parenti, con la "tappezzeria" alle pareti, tutti intorno e vigili, qualcosa si poteva realizzare. Si puntava alla ragazza seduta con gli altri, ci si avvicinava con garbo ed educazione: "Vuoi uscire a ballare?". Ottenuto il sì, via al lento e in quel ballo si racchiudeva tutta la storia intima della coppia: se ci stava, non ti metteva le mani sul petto, i volti si avvicinavano e spiando gli sguardi degli adulti, si capiva quando azzardare una stretta, oppure avvicinare le guance a toccarsi per poco, paroline all'orecchio e affogare nell'intenso profumo che indossava: "Carle', e allora era Chanel nr. 5?" Chiedeva qualche amico dopo la festa: "No era "Eau de Fogne" edulcorato alla lavanda". Che tempi, così andavano le cose e ci si adattava! Orbene, veniamo alla discussione: io che ho ballato lenti allo sfinimento, per anni e anni alla ricerca della fidanzata, una volta che abbia avuto tra le grinfie il mio attuale 51%, perché mai, dopo che ci siamo fidanzati, avrei dovuto ballare con altre ragazze? Mi stava bene lei, non era più tempo di caccia e il lento o lo ballavo con lei, oppure rompevo le palle agli altri che erano ancora a caccia! Non amo il ballo e specie i balli attuali non mi interessano, ma mia moglie ama tutt'ora il ballo e fosse per lei, dovremmo farlo ancora dopo oltre cinquant'anni insieme. "Ma a che serve? Abbiamo già dato, non cambia nulla e siamo felici!". Dopo il matrimonio infatti tutto è passato, con gli amici che si sono sposati nel giro di pochissimi anni dopo di me, è finito il ballo e ci siamo sistemati definitivamente. Se capita un matrimonio, allora il lento ci scappa e se io mi limito solo a quello, lei si fa tutti i balli gruppo. Questa scelta, ricordo benissimo quanto abbia fatto incazzare le mie care amiche di un tempo: mi sono beccato aggettivi variegati e una sfilza di apprezzamenti poco eleganti. "Misogino, egoista e maschilista" sono stati i più leggeri e mi sono battuto perché la mia è una scelta che non intendeva e non intende, offendere né le donne, né mia moglie. Il lento serve, secondo me solo per corteggiare una ragazza, una volta fatto il passo, ricevuto un sì o un no, a che serve più ballare un lento?
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Sono un fan di Adriano Celentano sin dal 1958 quando pubblicò il suo primo singolo "Il tuo bacio è come il rock". Da allora, sempre con la stessa passione e stima, lo seguo e oggi con i suoi 83 anni compiuti, ammetto che la mia fervida attenzione non è più la stessa. In verità Adriano mi ha sempre elettrizzato e divertito con i suoi siparietti divertenti e con i suoi film (visti e rivisti tutti), ma le canzoni e la sua musica sono state sempre in cima alle mie preferenze. I suoi monologhi mi infastidivano e mi lasciavano perplesso, quindi da qualche anno, mancando anche le sue apparizioni in tv, mi sono defilato e non ho più la passione di un tempo: era tutta un'altra storia! Oggi apprendo da una sua dichiarazione, che non posterà più video su Facebook e su Instagram! Una decisione improvvisa e argomentata sulla sua pagina FB: "Cari amici Inesistenti! Ho deciso, mio malgrado, di non pubblicare più video, sia su Instagram che su Facebook - scrive Celentano - per motivi TECNICI e vi chiedo scusa per questo. Ho perso le notti a giocare per sorprendervi coi miei video, ma quando poi li vedo su INSTAGRAM e su FACEBOOK noto, come anche in questo ultimo di Battiato, che sono SPUDORATAMENTE fuori SYNC, e ciò mi rattrista terribilmente. (Per chi non lo sapesse, essere fuori SYNC significa vedere un film dove c'è uno che muove le labbra, ma non si capisce cosa dice perché l'AUDIO non va insieme al movimento della bocca). Un difetto direi di INCOMPETENZA catastrofica, per altro in netto CONTRASTO con l'atterraggio dei cinesi su MARTE... non loro personalmente, ma un loro carrello con tutti gli attrezzi". Una dura accusa la sua e tanto per non farsi mancare altro, ha colto l'occasione per mettere sotto accusa la tv in genere visto che questi incidenti sono ricorrenti e denotano poca professionalità. Lui assicura i fan che provvederà a scrivere sempre sulla sua pagina Facebook e non intende tradire nessuno, ma di video non se ne parlerà più. Non ha tutti i torti, non è piacevole per chi posta qualcosa video, rivedersi con un sincronismo che nemmeno su una tv privata dell'emisfero meridionale si noterebbe. Dire qualcosa e vedere solo la bocca che si muove e indi ascoltare dopo alcuni preziosi secondi la voce, resta un problema molto sentito e inqualificabile. Mi piace molto quanto espresso da Celentano per chiudere l'argomento: "Il SYNC è il dipinto di un quadro. Il centro di una grossa risata. Ma soprattutto, è il battito di un cuore innamorato". Non avevo dubbi, Adriano è sempre rock!!!
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