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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Messaggi di Luglio 2021
Siamo seri, poiché il problema che vi sottoporrò è piuttosto drammatico: mi piacerebbe sapere chi di voi non abbia mai mangiato la punta del cono di un cornetto? Vediamo chi spudoratamente abbia il coraggio di mentire. La punta di cui parlo è da tempo, un must ricercatissimo e molto ambito quando dobbiamo mangiare un cornetto. Non è importante la marca, ogni punta del cono, alla fine del gelato, è piena di cioccolato fondente bello sodo. Si è disposti a tutto quando c'è in ballo il pezzo finale di un buon cornetto: lo si chiede, lo si baratta, lo si scambia con qualsiasi altra cosa, quel che conta è non rinunciare al gran finale col botto. Bene, il solito scienziato saputello e gran figlio di una paragnosta, ha voluto informare che mangiare quel gustoso e ambito pezzettino di cono con il cioccolato dentro, fa male alla salute! Ekkekkazzo, non avevi di meglio da fare? E' vero che il prof sia tedesco, ma non possono rompere le balle tutti insieme appassionatamente. Insomma, la lavorazione di quella parte gustosissima del cornetto, è piuttosto laboriosa e potrebbe provocare rischi per chi la mangiasse. Avviene che i grassi insaturi diventino grassi solidi e ovviamente gli acidi grassi insaturi, diventano saturi: in parole più spicce sono pericolosi per il sistema cardiocircolatorio. Pertanto e concludendo: a me non frega un benamato kakkio, io continuo alla faccia del sistema e non rinuncio al mio pezzo finale del cono. Raga', a freddo e con molta sincerità: "Rinunciate a...satana? Ovvero, rinunciate al male che possa procurarvi il cioccolato contenuto nella punta del cono del cornetto?".
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E non finisce qua! Ormai sono pronto a tutto, so che nulla più mi stupirà e questo è il risultato inaspettato ma...inevitabile. Siamo nel settore delle pompe funebri e al di là di quelle imprese che pur di fare mercato, lanciano slogan divertenti per esorcizzare la morte e tutto ciò che concerne le relative esequie, un imprenditore appena entrato nel campo, ha cercato con successo di mettere a frutto il suo lavoro in rete e con risultati molto interessanti. Non solo quindi una prospettiva ampia e completa dell'offerta proposta dalla sua azienda, ma una novità assoluta potrà essere posta sulle lapidi (o tombe) dei cari defunti. Il QR riguardante il caro estinto, incastonato e ben in vista, affinché ogni interessato, possa attraverso il segno inconfondibile, avere notizie, dati, foto e tutto ciò che sia relativo alla persona in questione. Davide Vago, 32 brianzolo, non ha perso tempo e ha messo a punto con la collaborazione di un collega titolare di un'impresa di pompe funebri, non solo una costruttiva presenza in rete e sui social delle loro proposte, ma anche la novità del QR ben in vista. Con il telefonino si inquadra il codice e subito si è aggiornati, informati e forniti di materiale riguardante il defunto. Raga' siamo a vivere le novità del millennio e non possiamo negare tutto ciò che invade la nostra privacy: non saremo tranquilli manco da morti, ci cercheranno, vorranno sapere tutto di noi e io aggiungerei, visto che sarò a breve in quelle coordinate lassù, che magari saremo raggiunti da telefonate di amici e parenti. Visto mai che con tutti i satelliti sparsi nello spazio, non vi sia connessione anche con il mondo di lassù?
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Influencer: personaggio popolare in rete, capace di influenzare e di orientare scelte dei consumatori. Una definizione che conosciamo molto bene e che "subiamo" perché molto diffusi in rete per i loro "suggerimenti" plateali e diretti, subdoli e ficcanti. Siamo in pochi a sopportarli, ma in molti ad accettarli tanto da diventarne fans sfegatati. Un esercito molto numeroso, prodigo di consigli e asfissiante come un gas esilarante. Già, perché in tanti fanno ridere con la loro serietà fasulla e pilotata, altri farebbero piangere per le loro stupidate e pochissimi passerebbero per persone serie disponibili a fare...l'interesse degli utenti o dei...clienti come sarebbe più giusto chiamarli. Alessia Cammarota volto noto per chi seguiva "Uomini e Donne" (sic), oggi dopo aver sposato l'uomo scelto in trasmissione, con due figli, cosa poteva scegliere per lavorare e fare carriera? L'influencer!!! Benissimo, nulla quaestio, tuttavia in una sua recentissima dichiarazione, ci tiene a informarci che il suo è un lavoro come un altro (ari-sic), va considerato come tale e nessuno dovrebbe pensare che sia un'occupazione tappabuchi, giusto per passare il tempo per fare quattrini. E' partita in quarta puntualizzando tutto il lavoro che vi sia dietro la messa in onda di un servizio in rete. Tecnici, agenzie, ditte e chi più ne ha più ne metta, tutta gente che lavora per rendere credibili e reali tutte le indicazioni e i suggerimenti forniti. Insomma Alessia ha voluto fare chiarezza perché il suo lavoro e quello dei suoi colleghi sono troppo sottovalutati e ritenuti un modo infingardo per fare quattrini senza far nulla. Dietro un post sui social, c'è gente che si affanna per preparare, realizzare e presentare prodotti che "dovrebbero" incontrare il favore del pubblico. La Cammarota possiede la sua brava P.I. paga le tasse regolarmente e quindi, perfettamente in regola come chiunque dovrebbe fare quando si impegna in un lavoro. In conclusione, la signora ha spezzato una lancia a suo favore e degli amici che hanno intrapreso una delle più dure professioni oggi in giro. Non entro nel merito e va bene così, ma mi piacerebbe capire perché io utente dovrei farmi influenzare da lei o da altri? Come facevano un tempo non lontano, i nostri genitori, parenti quando avevano da compare qualcosa? Perché mai io o altri dovremmo farci pilotare negli acquisti, accettare suggerimenti e segnali per orientarci verso qualcosa di interessante? Il punto è questo: perché una persona intelligente, formata regolarmente, disposta a svolgere la sua vita comunemente e normalmente, dovrebbe farsi influenzare da qualcuno che cazzeggia in rete e fa i soldi come se fossero noccioline? Conosco una sola risposta ed è questa: "La portaaaaaaa!!! C'è corrente!!!".
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La notizia che in questi giorni ha disturbato e agitato la cultura mondiale e in particolare l'arte disseminata in tutti i più importanti musei del globo, è questa: Il sito "Pornhub", il più importante al mondo per quanto riguardi materiale e contenuti pornografici, ha deciso di lanciare una promozione speciale su una specifica iniziativa: raccontare agli utenti (milioni nel mondo), quali siano le opere più erotiche esistenti e dove si possono vedere. Per tale iniziativa, sta lanciando una promozione con Cicciolina bene in vista, mentre scimmiotta la "Venere di Milo" del Botticelli. Ebbene, i musei più importanti al mondo, tra cui "Gli Uffizi" e il "Louvre", hanno immediatamente ingiunto al sito porno di fermare l'operazione, poiché non è stata mai data l'autorizzazione a procedere in tal senso. La battaglia per il momento resta aperta, stanno scendendo in campo anche altri famosissimi musei e la lotta presumo sarà dura: nessuno può servirsi, per codice etico, di opere esposte se non autorizzati dalle direzioni dei musei. Vedremo come andrà a finire, intanto, la Ilona Staller un po' incartapecorita dall'età che avanza inesorabilmente (e vorrei vedere visto che io invecchio correndo come una Ferrari), mentre cerca sempre lavori da intraprendere, visto che le hanno dimezzato la pensione di deputato della Repubblica Italiana, ci sorprende con un'altra iniziativa che non ci saremmo mai aspettati: domenica 25 luglio, parteciperà a una sfida contro quattro giocatori, in un mini torneo di scacchi! Avete letto bene: gioca a scacchi e a quanto sostiene, è molto brava. Pertanto, a Perugia e per beneficienza, si scontrerà con altri bravi giocatori per raccogliere fondi destinati alla salvaguardia di "Frigolandia", uno spazio ricreativo a rischio sgombro. Che dirvi di più? Se ha capito bene, e se non vi saranno ostacoli, lei conta di vincere sui quattro avversari e poter quindi disporre della cifra, per una importante azione benefica. Mo' le telefono e le ribadisco cosa dovrà affrontare. Non vorrei che avendo frainteso la situazione, pensasse a una sfida di tutt'altro genere. A volte l'età avanzata non consente l'immediata ricezione di quello che si dovrà fare. E se ogni partita che perdesse...cominciasse a spogliarsi?
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Puntualmente, da quasi cinquant'anni, ogni bella stagione si ripresenta il problema: "Ma dove kakkio sarà finito il terzo bronzo di Riace?". Un dilemma che appassiona molto il sindaco di Riace e tutti gli interessati alla storia dei Bronzi, ritrovati in fondo al mare calabrese e poi deposti nel Museo Nazionale di Archeologia Italiano di Reggio Calabria. Intanto, per rinfrescarci la memoria dobbiamo sapere che i due statuari personaggi furono, per mancanza di dati certi al momento del ritrovamento, chiamati A e B. Con l'aiuto di Donato Castrizio, storico e docente di numismatica, fu individuata la probabile identità dei due che si suppose facessero parte di un gruppo bronzeo raffigurante l'inizio di un duello fratricida tra Eteocle e Polinice, fratelli di Antigone compreso nel mito dei sette a Tebe. Il gruppo presunto, comprendeva oltre i due, anche la loro madre Euryganeia che al centro tra i due fratelli, cercava di evitare lo scontro mortale. Pertanto, alla luce di questi dati storici non provati ma attendibili, si pensa alla statua della loro mamma probabilmente giacente nella zona dove circa 50 anni fa, furono trovate le due statue dei fratelli. Il mito nel frattempo si è fatto favola perché non solo si cerca invano da tanto tempo, ma si pensa anche alle prove che servirebbero per essere certi di chi si stia parlando. Tutto perché vi sono dati e situazioni che non coincidono. Tra l'altro, sempre supponendo, pare che la statua sia da tempo in America grazie ai predatori di reperti che ne fanno mercato nero: vendono a prezzi molto interessanti pezzi archeologici molto importanti e inestimabili. Infatti, ciò che pare impossibile, è che nessuno altro pezzo piccolo o grande, un frammento o altro, è stato mai recuperato e ciò insospettisce molto: come se qualcuno di nascosto, in tutti questi anni, abbia fatto pulizia sul posto. Insomma, tra leggende, favole, miti e gossip c'è il solito fermento annuale che spinge alla ricerca del "pezzo" mancante e di eventuali residui che potrebbero contribuire al chiarimento storico effettivo. Ma tutto questo, quanto ci costa? E visto che andiamo avanti da un bel po' senza avere buoni risultati, non sarebbe il caso di fermare la affannosa e improduttiva ricerca? L'archeologia e bella, ma non si fa "ad minchiam" buttandosi su ogni posto che meriti scavi e ritrovamenti. Teniamoci i due bronzoni per ora, e alla prima vera occasione in presenza di segni tangibili, partiamo alla ricerca del...terzo bronzo!
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