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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 03/11/2017
Ma voi non avete l'affanno? Magari gli abiti strapazzati? Come dice signorina? Anche un bel livido sul braccio? Oh, porca miseria, vissuta male quindi la carica all'acquisto, vero? Beh, quando si brama ciò che si desidera ardentemente, c'è sempre da pagare un prezzo: coda affannosa e noiosa sin dalle prime luci dell'alba, i centri Apple erano pronti per la rincorsa e le file erano massicce. Tutto per essere pronti a possedere il mitico iPhone X. Noi siamo così: piangiamo miseria, ci lamentiamo della vita che non decolla, della politica che aliena la sanità, sul lavoro, sulla delinquenza, sugli extracomunitari, per gli scioperi dove chiediamo pane e lavoro, ma quando esce un nuovo iPhone che merita, non ci sono santi e madonne che tengano: "Lo voglio!". Quindi oggi 3 novembre, la fatidica e ufficiale pronta consegna. Io non c'ero, non ho fatto la fila e del nuovo iPhone X non me ne frega una mazza. Proprio stamane, un altro piccolo inconveniente ha preoccupato i possessori di questi orpelli maledetti: "What' s up" non ha funzionato su mezzo pianeta (per un'ora circa) e ho visto cose che voi umani dovreste conoscere come la disperazione, i tentati suicidi, gente che si disperava, utenti sull'orlo di una crisi di nervi, insomma, ho salvato mia moglie proprio al momento giusto, stava per lanciarsi dal balcone a...piano terra, quindi le ho solo dato una spintarella ed è finita sulla sua poltrona preferita. Siamo pronti a tutto: nel bene e nel male, non sappiamo essere pazienti e capire che nella vita, probabilmente c'è qualcosa di meglio! A proposito l'iPhone X della Apple costa a listino 1.100/1.300 euro. Rido perché c'è stata gente che lo voleva a...qualunque costo!!!!!
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La storia non finisce mai: per il rapporto che abbiamo con essa, non si finisce mai di scoprire, di scavare, di leggere vecchie pergamene, vecchie carte, interpretando segni e dettagli che aiutino gli studiosi a cercare la verità, accertare cause e ragioni per cui un corso storico che ci trasciniamo dietro da anni, cambi dopo millenni grazie all'impegno di uno studioso tenace. La piramide di Cheope, millenaria testimonianza dell'antica civiltà egizia, grazie alla tecnologia che ci aiuta nel terzo millennio, è stata radiografata con un nuovo sistema: con l'aiuto di particelle elementari dette muoni e provenienti da raggi cosmici, si è proceduto con una tecnica rivoluzionaria a radiografare la celebre piramide. Ovvero, una introspezione che alla fine ha mostrato un stanza segreta di cui, dopo migliaia di anni, tra scavi e studi, nessuno aveva mai trovato tracce. Impresa futura degli archeologici, sarà arrivare a questo vano lungo 30 metri e scoprire la ragione del suo posizionamento e la sua funzione precisa. Nella attesa che la storia si arricchisca, come sempre del resto, di nuovi e interessanti particolari che contribuiscano alla definizione delle scoperte, un prof francese ma con un nome italianissimo, ci conferma un dubbio che esisteva da un bel po', solo che nessuno mai era arrivato dove il nostro Francesco Tiboni sia arrivato oggi: il noto, famoso e amico di tante nostre fantasie, il cavallo di Troia, non era un cavallo generato e costruito da Ulisse, uomo dal "multiforme ingegno" e dai suoi compagni greci, ma una bella grande nave da guerra (costruita su un modello fenicio) detta "Hippos" per la sua evidente polena rappresentata da una testa equina. Hippos appunto, pare sia la parola greca che al momento delle traduzioni omeriche succedute nel tempo, hanno indotto al pensiero unico del cavallo donato (non ridete) ai troiani dopo anni e anni di assedio. Il "qui pro quo" ora evidenziato dalle ricerche, conferma il dono, conferma l'esistenza di questa nave adattata per portarla su ruote davanti alle mura di Troia. Quindi una libera interpretazione errata nel tempo, attribuibile tra gli altri, anche ad Omero che scriveva hippos (in greco cavallo) e il magico Virgilio che da grande immenso poeta, scomponeva le carte in tavola prendendo da Omero la "storia" del cavallo e facendola sua ben conscio che potesse essere una nave. Lo "scontro malefico" quindi è tra i due mostri sacri Omero e Virgilio, il primo un grande storico che si preoccupava di riportare fatti certi, avvenimenti che non lasciassero molto spazio alla fantasia del cantore greco. Virgilio invece, era il poeta e come tale doveva istintivamente affascinare con il suo capolavoro "Eneide" il lettore latino. Una sostanziale differenza tuttavia tra il vano segreto della piramide di Cheope e la "Nave di Troia": non siamo interessati più di tanto a questa notizia del nuovo vano nella piramide; al contrario, dopo generazioni e generazioni, dopo millenni, la nostra convinzione e il nostro sapere, errato o meno, saranno legati e affezionati al mitico "Cavallo di Troia". Lasciateci con Virgilio e la sua fervida fantasia, ci ha affascinato sin dalla notte dei tempi e a tale descrizione vogliamo credere. Lui nella sua Eneide, ha ritenuto più interessante indicare un cavallo al posto di una nave. E non si sbagliava.
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