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Messaggi di Gennaio 2021

MA CHE TEMPI: SONO CAMBIATI E SI VEDE!

Post n°3797 pubblicato il 21 Gennaio 2021 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

Visto quanti sfarzosi gioielli? Beh...li avete visti? Ora scordateli e parliamo d'altro. Sono purtroppo note le tecniche e le tattiche per perpetrare scippi e furti con destrezza: ormai gli "operatori" del settore, affinate le prese e le strategie, sono sempre all'erta e non perdono le favorevoli occasioni per aggredire le vittime. Donne e anziani, sono i soggetti più a rischio e devono difendersi non solo per salvaguardare i beni in possesso al momento del proditorio attacco ma, soprattutto, devono preservarsi ed evitare danni fisici e psicologici.   Piccoli malandrini ma grandi esecutori di strappi violenti e sottrazioni improvvise. L'altro giorno una signora di mezza età, elegante e vestita con buon gusto, è uscita da una nota salumeria in centro: visibilmente appariscente con l'elegante cappotto griffato, una Borbonese al braccio, un Rolex niente male al polso, una collana in oro al collo, un solitario da mezzo chilo al dito, un paio di bustoni segnati dai loghi di grandi griffe e la borsa della spesa appena fatta. Si è diretta verso casa distante circa  duecento metri  dalla salumeria:  con incedere elegante e passo spedito, guardandosi intorno e ammirando le belle vetrine del centro, non si è accorta che probabilmente era seguita. Un preda troppo ghiotta, un bottino da far gola al più sprovveduto scippatore dell'ultima ora. Appena entrata nel portone di casa e accingendosi a prenotare l'ascensore, l'aggressione del balordo! Urla la povera signora spaventata, si dimena sperando di evitare lo scippo, il portone è chiuso e deserto in quel momento, nessuno la sente, nessuno la può aiutare. Il ragazzone è forte, si ostina e si incattivisce: la scaraventa a terra e, approfittando dell'attimo di smarrimento, ha il tempo necessario per portare via il suo ambito bottino. La signora riavutasi dallo spavento, si alza, barcolla e si dirige verso il portone con la vana speranza di avvertire qualcuno perché l'aiutasse! Troppo tardi, il ladruncolo si è dissolto nel nulla e alla signora, a parte lo spavento e una modesta escoriazione, non resta altro che inventariare i beni che possedeva: Il cappotto lo indossa ancora, la Borbonese è là per terra nell'androne; anello, collana e rolex sono esattamente dov'erano prima dell'aggressione, le buste delle boutique inviolate e disseminate nel portone.  "Accidenti, ma cosa mi ha preso il malandrino? Si chiede stupita la signora...incredula. La borsa della spesa....mi ha rubato solo la borsa della salumeria! E certo cara signora, analizziamo e valutiamo 'sta benedetta borsa della spesa: 400 grammi di crudo S.Daniele d.o.p., 250 grammi di cotto Granbiscotto, 1/2 kg. di mozzarelle di Gioia del Colle (Ba), formaggio francese d.o.p. e altre cazzate varie. Infine, la busta: "Premiata e Antica  Salumeria Pinco Panco, Alta Gastronomia, prestigiose scelte di formaggi internazionali e nazionali, prodotti tipici regionali". Alla faccia del bicarbonato di sodio attaccato all'anice: cara signora te la sei cercata, purtroppo!!!! Con i tempi che corrono e la crisi che viviamo, anche i teppistelli da strapazzo sanno dove mettere le mani. Se al posto della spesa avesse avuto con se una bustina di Bulgari con un gioiellino, se la sarebbe cavata solo con lo spavento e una modesta escoriazione. Comunque e a prescindere, in ambo i casi...che botta di culo! 

 

 
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DALLA GENESI...IN POI

Post n°3796 pubblicato il 20 Gennaio 2021 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

"Dio ha detto...non dovete mangiare di nessun albero del giardino...". Eva, rispondendo al serpente: "...dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto che sta nella parte interna del giardino, Dio ha detto: non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare per non morirne...". Come andò in seguito lo sappiamo: il subdolo e infame rettile, maledetto per la sua tentazione e rappresentando il male nella sua spietata essenza, fu condannato a strisciare per l'eternità! Ma il frutto citato, quello dal quale ebbe inizio la storia, ci siamo mai chiesti che frutto fosse? La mela "Malus sieversii", appunto, quella mangiata da Eva e poi divenuta simbolo perenne del bene e  del  male  nella  storia della umanità, lo abbiamo dimenticato  tutti...o quasi! Ebbene, questo albero selvaggio, questo melo antichissimo dal quale discendono tutte le varietà di mele al mondo,  ha origini laggiù nella zona di Almaty nel Kazakistan: un albero resistente alle malattie, non bisognoso di pesticidi, fusto alto anche trenta metri e tra migliaia di varietà di meli selvatici, capace di fornire frutti sani e dolcissimi: tutto questo  per milioni di anni indisturbatamente! Questo simbolo del peccato, della seduzione e del contendere nella letteratura biblica, mitologica e fiabesca, diviene l'icona del positivo e del negativo, insomma, comunque e sempre, la mela è là, presente e significativa.  Biancaneve, per esempio, se dal canestro propostole dalla strega cattiva,  avesse scelto una mela "golden", una "renetta", una "fuji", una "imperatore"  invece di una "avvelenata", oggi non racconteremmo ai bambini una cazzata di favola da rabbrividire. Se Guglielmo Tell, invece di una mela avesse posto in testa al figlio  un'anguria bella grossa, oggi non parleremmo del culo che ha avuto, ma di mira precisa! Se i produttori dello spot tv del dentifricio "Mentadent P" non avessero scelto una bella mela verde da far addentare con gusto e, soprattutto, con 64 denti belli, forti e sani, come avremmo fatto a  scegliere  e a preferire  quel dentifricio?  E infine, come non fare una citazione personale e diretta:  se il mio 51% non avesse quel nome melodioso, dolce, campestre, significativo e rappresentativo degli sterminati  pianori di montagna, verdi e rigogliosi campi ricchi di alberi fruttuosi che fanno pensare ad una natura incontaminata e salubre, come avrei potuto starci insieme? Come avrei potuto rinunciare al piacere di chiamarla per nome solo per inebriare il mio udito? Cosa? Volete sapere come si chiama di nome la signora Monellaccio? Melinda, si chiama Melinda!!! "Nomen omen". Il destino è fatale:  da sempre ho scelto di mangiare una mela al giorno! E' vero,  Lo faccio per evitare il dottore (tutto da dimostrare) e sono sempre a controllare la scelta quando pesco dal cestino della frutta. Quella che mangerò la dovrà mordere prima lei! Hai visto mai che si rinnovi la fiaba di...Neraneve? E infine, prestate attenzione voi maschietti ai tempi, nella storia dell'umanità contano molto e dimostrano quanto segue: "Eva mangiò per prima il frutto proibito e dopo quindici minuti circa  tentò il  buon  Adamo. Da allora la donna ha conservato quei quindici minuti circa di vantaggio sull'uomo. Ecco perché è ancora avanti...irraggiungibile!". Meditate gente, meditate!

 




 

 
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OGNUNO SI FA I CASSETTI SUOI

Post n°3795 pubblicato il 19 Gennaio 2021 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

C'era una volta la dote! Era  tutto ciò che la donna portava "con se" per affrontare insieme al marito la vita di coppia. Tra le varie doti, spirituali e materiali, vi era il corredo: ricco  e svariato, comprendeva tutto l'occorrente per la casa, per il nido d'amore. L'altro giorno rovistando in uno dei miei cassetti in camera da letto: "Azz! Ma che roba è questa? Fatina del pulito, corri, vieni, c'è roba che non mi appartiene in un mio spazio, azzi...denti, l'ordine latita in questa casa!". Non si precipita lo squalo, sa che alla fine il lauto pasto sarà solo suo: un boccone e via! "Che hai da strillare, ambulante da mercato itinerante, sono ad appena un metro da te, perché urli?". "E chi urla, sommessamente mi permettevo richiamare la tua cortese attenzione per un vizio di forma, un'invasione che riguarda un mio cassetto!". Con calma olimpica, consapevole che conquisterà il podio in una gara dove gli altri corridori saranno molto scarsi: "Posso ragguagliarmi, caro il mio smargiasso, circa  la nota stonata che impropriamente e prepotentemente invade un tuo prezioso cassetto? Di che si tratta?". "Che roba è questa?". Chiedo con il tipico tono dell'inquisitore che ha già condannato prima ancora di un qualsiasi verdetto di colpevolezza: "...queste scatole piene di fazzoletti nuovi, intonsi...di chi sono...a chi appartengono... c'è un altro uomo che vive in questa casa...chi è?". "...Sorrete'....ci vive, quella santa donna di tua sorella! Mi spiace per tua sorella...ma non puoi impunemente sparare cazzate nemmeno per contratto...da blog!". Digrigna i denti, ormai sento di essere pronto per il famoso pasto di cui sopra.... "Le due scatole che vedi, caro il mio gelosone, contengono ventiquattro fazzoletti di lino e di cotone che facevano parte del mio ricco corredo...e dico ricco, perché tu non hai portato una mazza, a parte la tua persona che avrei potuto, nel tempo, comprare benissimo alla Coop!". Steso, colpito e affondato, senza possibilità, percorro il miglio verde che conduce alle fauci della belva assetata di sangue e balbetto: "Ma come.... posseggo ancora tutti questi fazzoletti? E perché non li uso?". Sorride, sono out,  da esca  passo a preda  conquistata, resto in attesa dell'ultimo morso: "Io, caro il mio Lord Brummell, ho commesso un solo errore purtroppo: se avessi immaginato che sarebbe andata a finire così, nel mio corredo avrei inserito solo 12 pacchi di fazzolettini Kleenex e 12 pacchi di fazzolettini Tempo!!! Anzi, considerando il pasto anche 12 pacchi di rotoloni Regina, quelli che non finiscono mai...". E chi poteva immaginare di avere tanti fazzoletti tradizionali  in un epoca dove si usano solo quelli di carta? Adesso so con certezza quale voce non dovrebbe  più essere inclusa nell'elenco del corredo di una donna! Ma del resto mi e vi pongo una domanda: "Esiste ancora il corredo di nozze?". Voi donne e uomini del...secolo scorso, avete provveduto a munirvi di un corredo da recare in dote per il vostro matrimonio? 

 
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SPECCHIO DELLE MIE BRAME...

Post n°3794 pubblicato il 18 Gennaio 2021 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

Nella letteratura lo specchio gioca un ruolo fondamentale: veicolo metaforico, azzeccato e insostituibile ci avvolge con discreto fascino, ci trasporta verso altri mondi, ci rende testimonianza di profondi e ineluttabili cambiamenti che ci riguardano. La strega di Biancaneve, Alice nel paese delle Meraviglie, Shakespeare, Gogol, l'immenso Wilde con il suo Dorian Gray (quadro o specchio entrambi metaforici),sono solo alcuni personaggi e autori che si sono serviti dello specchio per mostrarci quello che il nostro io, la nostra coscienza ha necessità di vedere attraverso, dentro e fuori lo specchio. Quando siamo di fronte ad uno specchio, quanto tempo ci stiamo? Quale rapporto abbiamo con  lo specchio? Una sbirciatina e via? Il tempo necessario per prepararsi ad uscire? Soste lunghe e inutili magari solo per vanità? Capire alcuni aspetti della nostra personalità e della nostra salute, ci aiuta a decifrare i nostri comportamenti: stare troppo tempo davanti allo specchio deprime e angoscia, intristisce e ci rende particolarmente ansiosi! Questi fenomeni si riteneva fossero a carico di soggetti afflitti da "Disturbo da disformismo fisico": bastano pochi minuti davanti ad uno specchio per rendere questi individui eccessivamente ansiosi, a disagio e depressi. Invece, persone normalissime, sanissime in apparenza, poste davanti allo specchio per almeno dieci minuti, cominciano a dare segni tipici di depressione e stati ansiosi al di sopra della media. Indugiare molto davanti alla propria immagine, procura incertezze e ci mette in una inconscia situazione di disagio; facciamoci caso: se ci specchiamo per pochissimi minuti, siamo appagati dal nostro aspetto, un gesto tra i capelli, un sorriso volutamente forzato, un'occhiata maliziosa e ruffiana a sostenere la nostra convinzione: "Non c'è malaccio, vero?" oppure: "Acc! Mamma perché mi hai  fatto così bella?". E ancora: " Non sarò uno strafico, però sono molto interessante!" ecc. ecc. Pochi minuti, non di più! Perché se passa il tempo e non ci distacchiamo dal "maligno riflettore", i dubbi, le incertezze cominciano a farsi subdolamente strada. La ruga, l'aspetto del volto, il portamento, la figura del nostro corpo lanciano segnali preoccupanti che vanno aldilà della verità. E' il tempo della sosta che ci frega, in quei minuti ci piace e ci fa male (il massimo del masochismo) scovare ciò che non c'è, ciò che vogliamo assolutamente vedere perché in quel momento,  abbiamo un contraddittorio in atto con il nostro io. E' la lotta, attraverso lo specchio, tra noi fuori e la nostra coscienza dentro. Fatale e ìmpari scontro dove la vittoria non è sempre a completo appannaggio dell'uno o dell'altro; spesso e trattenendosi troppo a lungo, vince uno solo: lo specchio!

 


 
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PRONTO CHI PARLA?

Post n°3793 pubblicato il 17 Gennaio 2021 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

Non avrei scelto questa foto, ma volendo provocarvi e volendo sensibilizzare qualche coscienza, spero non me ne vogliate. Non è affatto educativa, lo riconosco e a voler mettere in atto la mia fervida fantasia, posso ipotizzare un futuro a venire, molto strabiliante e impensabile. Da piccini non era altro che un giocattolino somigliante e veritiero, poi crescendo si passò agli 11/12 anni, per essere moderati e dare in mano ai ragazzini qualcosa che richiedesse un minimo di maturità e  consapevolezza di cosa possedessero. Ebbene, quella soglia pian piano scende e oggi siamo giunti a 8/9 anni. Scenderà ancora in un futuro non molto lontano? La "Società italiana di Psicologia Pediatrica" non ha mai perso l'occasione per richiamare l'attenzione dei genitori su questo fenomeno senza limiti e senza remore: basta chiedere e in tanti concedono. Ancora un volta e a proposito, gli esperti entrano in campo per richiamare l'attenzione degli adulti: i telefonini vanno in mano anche a bambini che non sanno né leggere e né scrivere. Certo non è un momento favorevole per sparare dati e risultanze: la situazione peggiora e complice il covid, che ha causato cambiamenti epocali nella vita quotidiana di tutti noi, siamo ai limiti del consentito. E' anche vero che proprio questo contesto anomalo abbia consentito, grazie ai cellulari e alla tecnologia, ai ragazzi di relazionarsi e rapportarsi a distanza, tuttavia quello che preoccupa come sempre, è l'abuso sfrenato che si faccia con l'arnese. Sarebbe opportuno che si mettesse in atto un "patto familiare", un cominciare anticipatamente a parlare con i ragazzi per prepararli con senno e premura, all'uso dei telefonini prima di fornirlo. Sarebbe già un buon passo verso una gestione moderata e utile all'occorrenza. L'85% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni smanetta da mane a sera, sappiamo tutti che non è oro quello che luccica e tra tanti vantaggi che si ottengono con la telefonia, vi sono trappoloni che i ragazzi non conoscono. I social rappresentano un meccanismo perverso, la notte non spengono i cellulari per non staccarsi dalla "realtà", lo stress e l'ansia viaggiano a pari passi con le funzioni del maledetto orpello. Sappiamo che sono presenti ovunque anche a tavola, magari celati da un tovagliolo o poggiati a portata di mano, il "contatto" deve esserci sempre: "...e se mi chiama....". Insomma, le regole ci sono e una delle più toste, magari meno educativa ma necessaria, è quella di controllare spesso i "contenuti" riservati dei ragazzi. Non significa dover spiare, andrebbe contro ogni tipo di educazione, ma tenerli sotto controllo sul mezzo di comunicazione perenne e sempre attivo, sarebbe un buon viatico per prevenire e evitare cattive sorprese. I ragazzi di oggi sono molto preparati, sanno cosa posseggono ma sui contenuti dovrebbero essere aiutati per fare le giuste esperienze. Diamo i buoni esempi, cerchiamo di essere punti di riferimento per loro. Forniamo le ali giuste affinché imparino ad essere buoni titolari di telefonini.  

 
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