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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Fosse l'unico buco nero, potremmo sperare in qualcosa di meglio: certo è che la situazione è ormai giunta a un livello inaccettabile. Istituti di pena sono ormai allo stremo, proteste e reazioni anche violente si verificano quasi ogni giorno e il governo temporeggia in attesa di avere un colpo di fortuna perché, in tutta onestà, soluzioni immediate non ve ne sono. L'ultimo caso è quello di Trieste dove crepano di caldo e l'atmosfera è rovente in tutti i sensi. Una rivolta è appena sorta e l'affollamento (ovviamente) è la prima necessità. Lenzuola e arredi sono stati dati alle fiamme e ora la "Penitenziaria" sta tentando di placare gli animi e trovare il modo per controllare la situazione senza peggiorare il clima (in tutti i sensi). La soluzione di svuotare le carceri, già suggerita da qualche ministro, non piace, viene esclusa a priori perché non è così che si gestisce il grosso problema. Vediamo nell'immediato cosa accadrà, intanto penso che la prossima riunione sindacale della polizia penitenziaria che è sotto pressione, si terrà a...Centocelle! Allora si che stiamo freschi...
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Le prossime Olimpiadi invernali del 2026 si terranno in Italia. "Milano-Cortina" è la denominazione ufficiale della fondazione che puntualmente, per ogni evento ufficiale a livello mondiale, viene istituita per provvedere all'organizzazione e alla buona riuscita della manifestazione. Grazie alle dichiarazioni scritte e confermate, di un ex dipendente addetto alle risorse umane, si apprende che nel contesto della citata fondazione, non v'era alcuna possibilità reale di controllare i dipendenti, le loro funzioni e soprattutto, la loro operatività. Pertanto l'ex collaboratore oggi si chiede, per esempio, cosa facesse Lorenzo (Cochis) La Russa, che vedeva molto raramente in sede e addirittura, non sapeva di cosa si occupasse. Un mistero che non ha mai scoperto. Poiché è in corso un'inchiesta per corruzione e turbativa d'asta, avremmo anche noi domande da porci: cosa faceva Lorenzo La Russa (figlio del presidente del Senato)? Inoltre giacché siamo in tema, che lavoro hanno svolto, il figlio di Mario Draghi e la figlia della moglie di Fiorello sempre impegnati nella fondazione? Alle volte si parla di "parentopoli" e non si sa nemmeno di cosa si tratti. Potete fornire spiegazioni, chiedo per un amico!
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Ci sono un italiano, tre giudici, un parcometro e un tentato furto di 1,10 euro. Come dice signora Clotilde?...Ah, vuol sapere se mi accingo a raccontare una barzelletta? Sarò sincero, le sembrerà una barzelletta ma in realtà, è una storia vera accaduta nel nostro paese e per la sua dinamica, dovrebbe far ridere (con qualche lacrima) i lettori. L'italiano, un cinquantatreenne, era accusato di aver rubato da un parcometro, 1,10 euro e per tale reato, ha dovuto affrontare un processo...che non avrebbe dovuto mai iniziare, ossia, è stato solo un tentato furto e nessuna querela dalla parte lesa. Quindi, il primo processo l'ha affrontato senza alcuna ragione, ed è stato condannato. In appello (secondo giudice) si è giunti anche se si trattava di un "tentativo" di furto, doveva comunque rispondere di tale atto, proprio perché a danno di un bene destinato al servizio pubblico. Alla fine, giunti in Cassazione, la storia si è risolta al meglio: l'imputato è stato assolto e liberato da ogni incombenza. Pertanto: un tentato furto, mancanza di querela e un atto contro un bene utile al servizio pubblico, non sono bastati a "notare" e quindi a "discutere" che stavano parlando di...1,10 euro!!! Nessuno durante i primi due processi ha considerato la somma (sic) irrisoria e insignificante. Ora per concludere, vi fornisco la battuta finale, quella che, dopo le lacrime, vi farà ridere: tutto questo "ambaradan" è durato esattamente nove anni! Avete letto bene: nove anni di iter processuale per i tre gradi di giudizio, e solo per 1,10 euro...mai rubati. W l'Italia!
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Mi sembra, ancora una volta, giusto richiamare la vostra attenzione sulla sanità italiana: perdiamo colpi e scivoliamo verso un baratro piuttosto profondo. Il dott. Carlo Campiglia, svolgeva da trent'anni il ruolo di medico di famiglia a Busto Arsizio e purtroppo, ad aprile si è dimesso dal servizio pubblico perché ad una sua paziente alla quale teneva così come teneva a tutti i suoi pazienti, ha riscontrato un cancro da affrontare subito. Beh, senza farla alla lunga, la donna non è stata (purtroppo) accolta da nessun ospedale, ovunque si siano rivolti hanno trovato sempre porte sbarrate. Provati tanti ospedali in Lombardia, anche privati per affrontare urgentemente il caso, ma nessuno ha potuto dare disponibilità. La donna dopo qualche giorno è deceduta sul divano di casa sua, senza poter aver l'aiuto sperato. La famiglia ha pianto non solo la povera donna, ma ha dovuto anche subire tutti i "no" ricevuti che hanno provocato sconforto e desolazione. Il nostro dottore Campiglia invece, è rimasto "schifato" (sue parole pronunciate dopo il decesso): non avrebbe mai pensato che una persona, una sua cliente, potesse fare un fine del genere. Ha dato le dimissioni e con una manciata di anni in anticipo dalla pensione. La sua protesta non credo servirà a nulla, ma la storia raccontata alla stampa, ha provocato sicuramente delusione partecipativa e rancorose proteste verso chi ci sta conducendo in fondo al baratro. Non so se le chiacchiere sparate "ad capocchiam" dal governo abbaglieranno ancora per molto tempo gli italiani, so solo che una decisione l'abbiano già presa: "Assicuratevi, mettete soldi in fondi assicurativi, è l'unico modo per fronteggiare le emergenze", così si è espresso un esponente del governo. Meditate e chiedetevi come si possa accettare anche la morte, senza battere ciglio.
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Finalmente una buona, grande e significativa notizia. Arisa ha trovato l'uomo che cercava, il ragazzo che nemmeno nelle tante uova di Pasqua, era riuscita a trovare. Poverina, non meritava un destino del genere: grande cantante, bella donna e meritevole di essere fortunata, ha dovuto passare momenti tragici ma alla fine e spero tanto per lei, ha risolto il problema. Aggiungerei solo che l'avverbio, l'ho usato più per noi che per lei: "finalmente" finirà di rompere i gorgioni e di non lamentarsi più in ogni "angolo" della comunicazione. Lo sapevano tutti ormai: cercava l'uomo, non poteva farne più a meno, non è dato dato sapere per quale ragione lo cercasse, tuttavia, qualunque fosse lo...scopa...ops, lo scopo, mi auguro che rientri nei ranghi e la faccia finita.
Oh...poffarbacco!!!!
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