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La Calà del Sasso

Post n°9 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da themi
 

In destra Brenta, spacca l’altopiano con una profonda fessura e divide in due Valstagna. E’ la Val Frenzela, decisa e tortuosa spaccatura che si incunea nell’altopiano delle Sette Sorelle con la spettacolarità delle sue guglie, degli strapiombi e dei solenni silenzi straziati dai rimbrotti delle cornacchie. Nella quiete della profondità della valle il placido, timido scroscio del torrentello ci accompagna nel risalire alla ricerca della storica via che cambiò i destini  del commercio e la vita degli abitanti alla fine del XIV secolo. Ecco, in uno slargo, sulla sinistra, inerpicarsi decisa la Calà del Sasso. Fu fatta costruire da Gian Galeazzo Visconti nel 1387 e divenne la via più breve per il trasporto a valle delle merci. Fino a quel momento nonostante un incremento della produzione di prodotti caseari, lane ma soprattutto legnami, la commercializzazione era vincolata alla carenza di vie di comunicazione, poco sicure e malcurate, che riducevano gli scambi alle contrade interne e a forniture alla Serenissima molto frammentarie.


 


La calata (da qui Calà) rappresentò la svolta, aggirando così le barriere daziarie imposte dal comune di Foza, e distinguendosi per la sua struttura pensata per il trasporto dei tronchi sempre più richiesti dalla Serenissima per il potenziamento e la manutenzione della propria flotta.


 


Fu realizzata a gradini con le alzate di circa 15 centimetri, un piano di appoggio di mezzo metro e larghi fino  a 2 metri. Sono 4444 scalini, cavati e ottenuti con sassi del posto, che si tuffano a valle per un’altezza di 810 m. A fianco per tutta la discesa vi era uno scivolo nel quale venivano posati i tronchi e frenati con corde che permettevano i cambi di direzione nei tornanti.


La nascita di questa nuova rapidissima rivoluzionò l’economia montana e fra il XV e il XVIII secolo le forniture di legname dell’altopiano all’arsenale di  Venezia furono così importanti che alcuni toponimi come “Col dei Remi” ancor oggi le ricordano.


Nel 1491 si procedette alla prima manutenzione ma visto che l’impresa era particolarmente onerosa, la Repubblica di Venezia decise che  la spesa doveva essere sostenuta e suddivisa tra tutti i comuni che ne facevano uso. Nei secoli successivi quindi, grazie ai comuni di Asiago, Gallio, Foza, Roana, Lusiana e Valstagna, la strada fu mantenuta in perfetta efficienza.


Dalla metà dell’800  nascono le carrabili di collegamento fra montagna e pianura, capofila il “Costo” che congiunse Asiago a Caltrano e nel 1909 comincia a funzionare la ferrovia da Piovene Rocchette al capoluogo dell’altipiano. La Calà perde progressivamente di importanza anche se viene ancora utilizzata per piccoli trasporti.


Durante l’alluvione del 1966, la via viene pesantemente danneggiata con la rimozione della massicciata in più punti, ma la consapevolezza di avere di fronte un capolavoro storico di ingegneria stradale ha generato finanziamenti per il recupero e la rivalorizzazione del sito. La spettacolarità di questa via è ben resa da uno scritto di Paolo Rumiz:E' lunga come il purgatorio, scura come il temporale, la scala che ti porta al grande vecchio della montagna (Mario Rigoni Stern n.d.a.), lassù sull’Altopiano di Asiago. Quattromilaquattrocentoquarantaquattro gradini, ripidi da bestie, faticosi già a nominarli. Partono dalla Val Brenta, sotto picchi arcigni, nel punto dove la valle - per chi viene da Bassano - sembra spaccarsi in due, all’altezza di un paese chiamato Valstagna, con la sua muraglia di vecchie case a filo d’argine. L’erta prende la spaccatura di sinistra e brucia in un lampo 810 metri dislivello. Si chiama «Calà del Sasso», ed è una delle opere più fantastiche delle Alpi…”


Come spesso accade in Valbrenta la suggestione dell’ambiente naturale e la fantasia popolare hanno alimentato racconti e leggende, e anche la Calà possiede la propria storia d’amore e fratellanza. Si narra che nel 1638, Loretta e Nicolò, fidanzatini in odor di matrimonio, abitanti del Sasso, vengono colpiti da sventura. Loretta, in attesa di un figlio, si ammala di peste e il suo innamorato determinato a salvare la sua bella, parte deciso alla volta di Padova alla ricerca di un unguento miracoloso. Scende la Calà e a Valstagna  noleggia un cavallo. Pur viaggiando di gran carriera il tempo scorre veloce e col sopraggiungere della notte Nicolò non è ancora tornato; gli abitanti del Sasso decidono di scendere con le torce incontro al giovane. Con stupore avvistano lungo la Calà altre luci che salgono: è Nicolo scortato dagli uomini di Valstagna. La storia è a lieto fine con l’unguento che guarisce Loretta e i due “morosi” che si sposano con la partecipazione numerosa degli abitanti del Sasso e di Valstagna al loro matrimonio. Da qui la credenza popolare che se due fidanzati percorrono la Calà mano nella mano si ameranno per sempre. A ravvivare questo messaggio d’amore la seconda domenica di Agosto tutti gli anni si svolge una fiaccolata commemorativa che porta diverse centinaia di persone da Valstagna su per la ripida via storica fino al Sasso di Asiago dove vengono accolti da musiche e banchetti


 

 
 
 
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Un blog di: themi
Data di creazione: 29/04/2008
 

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