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GF Monteriggioni: la rivincita...

Post n°104 pubblicato il 14 Marzo 2011 da mtbstefo

Ore 4:45… suona la sveglia. Solo una grande giornata può giustificare una levataccia domenicale simile…
Il rumore della pioggerellina che mi ha dato la "Buonanotte" non si sente più… per cui comincio a nutrire qualche flebile speranza che la perturbazione prevista possa tardare almeno fino al pomeriggio.
Mi vesto, butto giù un caffè e sono già a caricare la bici sulla cappotta: mentre la muovo sento un piccolo scroscio all'interno del telaio… è ancora la poltiglia dell'Aironbike…. mi sa che dopo questa gara bisognerà proprio fare una revisione "radicale"…
Ore 5:25. E' l'ora della fermata da Marco: carichiamo bici, borsa e tutto il necessaire… quindi partiamo per la prossima fermata.
Ore 5:35. Fermata a casa del Gallo: stesso rituale… quindi via verso l'autostrada, dove ci attende un viaggio "in solitaria" (non incontreremo anima viva fino oltre Roncobilaccio…), sotto un cielo livido ma asciutto… Continuando a guardare verso sud, un chiarore in lontananza ci fa continuare a sperare in una possibile gara asciutta, al massimo con qualche goccia…
In prossimità del valico un tabellone autostradale recante l'obbligo di catene a bordo o pneumatici da neve fino ad Arezzo combinato a un sms di Umberto che ci chiede se a Monteriggioni nevica… subito ci fa sorridere…. poi crea un silenzio inquietante all'interno dell'abitacolo. Basta poco per rompere il silenzio… e le prime gocce di pioggia cominciano a schiantarsi sul parabrezza…
E' solo l'inizio, l'inizio di una lunga giornata, l'inizio di una pioggia incessante che, dopo averci inzuppato per ore, ci ha pure accompagnato fino a casa!
Ore 8:25… siamo all'uscita di Monteriggioni e, dopo poche centinaia di metri, siamo già parcheggiati ai piedi dello spettacolare Castello e pronti per sbrigare le consuete pratiche preliminari: ritiro pacco gara e pettorale. Non c'è nè il tempo, nè la voglia di indagare più di tanto sul contenuto della sacca… ma da più attenta analisi sulla strada del ritorno, converremo che si tratta di un omaggio decisamente sotto-tono (una bottiglia di "Rosso Toscano" piuttosto anonima e un paio di calzini… con tanto di prezzo ancora appiccicato all'etichetta!).

monteriggioni_04

Vabbè… ma non siamo qui per il pacco…
Il tempo di vestirsi, di appuntare il pettorale sul manubrio, di indossare il chip WT, di infilare nelle tasche tutto quanto riteniamo indispensabile… e, dopo una breve sosta fisiologica, ci stiamo già arrampicando sulla erta del Castello per raggiungere una spettacolare e pittoresca griglia di partenza.

monteriggioni_01

La pioggia, seppur debole, cade persistente e rende insopportabili i pochi minuti che mancano prima del via: va bene correre sotto alla pioggia, ma stare fermi sotto a questa doccia fredda non è per niente piacevole!
Ore 10:00.. si parte! Un velocissimo giro di lancio sulla strada che circonda il Castello anticipa il primo anello da 20 km riservato a chi ha scelto (o sceglierà in corsa…) il "corto". Seguo il gruppone lanciato sulla strada asfaltata e, con un pizzico di perplessità, mi accorgo che stiamo viaggiando a 53 km/h sul bagnato…
Ben presto si entra sulla prima sterrata e di lì a poco sarà un susseguirsi continuo e imperterrito di carraie infangate, pozzanghere lacustri, salite su sentieri sconnessi, discese tra fango e sassi bagnati, strade forestali battute e veloci… ma con dossi e canalette piuttosto insidiose… E' un esercizio intenso per tutto il corpo: credo di aver fatto più fatica "di braccia e mani", almeno nel primo anello, che con le gambe!
Il primo anello si sta esaurendo: me ne accorgo perché scorgo alla mia destra l'imponente complesso fortificato con le sue 15 torri: un campo melmoso - sulla falsa riga della ormai celebre "Crostolina" dell'ultima Aironbike - precede la ripida e massacrante salita al castello: 24% nel punto più ripido… ma quei due paurosi tornanti non allentano mai sotto al 20%!
All'interno delle mura, con ancora il cuore in gola, troviamo il 1° ristoro, a base di squisiti "Ricciarelli", crostate, te e sali… La sosta è doverosa e, mentre sbrano un paio di Ricciarelli, cerco di pulire alla meglio la catena e di liberare da fango e detriti il deragliatore.
Mi raggiunge il Gallo e insieme ripartiamo per andare a imboccare il secondo anello: 30 km circa, riservati a quelli del "lungo" e, soprattutto, a quelli che non ne hanno ancora avuto abbastanza…

giofoto_03

A poche centinaia del Castello rischiamo di sbagliare strada: un bivio scarsamente segnalato, ma soprattutto non presidiato, inganna diversi biker; fortunatamente nell'incontrarne uno che sta facendo inversione, mi accorgo del minuscolo cartello e imbocco il sentiero giusto… E qui si potrebbe aprire una prima critica sul servizio…. a dir poco molto "latitante" in questa seconda parte del percorso… Non siamo sicuramente i primi… ma ho trovato quasi sconcertante l'assenza di addetti in certi tratti decisamente pericolosi.
Percorro un bel tratto praticamente insieme al Gallo: ci stacchiamo di poco nelle discese, ma nelle frequenti salitelle comincio a leggere la sua frequenza cardiaca sul mio monitor (la mia fascia cardio non funziona e il mio Garmin si è "agganciato" alla sua quando l'ho riavviato in griglia…) e me lo ritrovo a fianco… Al secondo ristoro, con tanto di Coca e ancora Ricciarelli, mi rifocillo per affrontare gli ultimi 15 km. Le gambe girano ancora benino… ma cominciano ad essere pesanti. Opto per il fedele "rampichino" in diversi tratti e il pensiero di riuscire a finire la gara senza rotture e di riuscire ad affrontare l'ultima e devastante salita al Castello domina questi ultimi e sofferti km…
Le noie meccaniche bene o male risolte finora (risucchi di catena… per fortuna sempre persi in tempo) cominciano ad intensificarsi e spesso mi ritrovo fermo per disincagliare una catena che non ne vuole più sapere di continuare a girare in questa poltiglia infernale… Pedalo con molta attenzione, cercando di evitare manovre brusche e scatti…. ma sule salite sconnesse non c'è niente da fare e i sobbalzi si trasformano in pericolosi avvolgimenti della catena sulle corone. Ci sono comunque diversi ratti da fare a piedi: salite tra ciottoli bagnati e fango…. Introvabili le tracce di altri pneumatici, ma solo orme e  scivolate, a prova della scarsa pedalabilità di queste frazioni…

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Comincio ad avvicinarmi alla conclusione: uno scorcio sul Castello risveglia le poche forze rimaste e mi ritrovo a pedalare "a ruota" di un altro biker su una carraia pianeggiante… ma contro-vento. Il cartello "3 km all'arrivo" è un vero e proprio sollievo. Sento di avercela fatta anche questa volta… ma, nonostante tutte le attenzioni, rompo la catena nell'ultimo tratto di bosco… Non ho nemmeno la forza di arrabbiarmi… e, confuso ma convinto di poter rimediare, accosto e mi rimbocco le maniche…. E' la prima volta che mi succede e quello che so… lo so per "sentito dire": estraggo dal borsellino lo smaglia-catena e, dopo aver rimesso a fatica la catena in posizione, comincio ad armeggiare sotto la pioggia battente. Sono completamente inzuppato e ad ogni minuto che passa si aggiunge un tremore: tolgo i guanti per riuscire a manovrare meglio gli attrezzi e quell'odioso pernino che non ne vuole sapere di stare fermo… Le mani tremano e la poca sensibilità rimasta rende tutto esponenzialmente più complicato. Passano minuti lunghi, resi ancora più interminabili dall'amletico dubbio: "ma se vado a piedi non arrivo prima?". Quando ormai sono riuscito a sistemare il tutto si ferma un gentilissimo biker, che si offre di aiutarmi. Riusciamo a richiudere la catena e, dopo mille ringraziamenti, riparto verso l'ultima salita. Nella concitazione e nello smarrimento di quei minuti (avrò perso una ezzoretta buona…) ho dimenticato il numero di pettorale di questo simpatico toscano: peccato, perché avrei voluto ringraziarlo ancora; se ho trovato le forze per arrivare al traguardo è anche grazie a lui… soprattutto per lo spirito altruista e la simpatia che mi ha profuso in quel momento di sconforto… Grazie!!!

L'ultima salita al Castello: trovo diversi biker a piedi… ma non esiste… devo farcela sui pedali a tutti i costi! Mi sento al limite... e nella mia mente scorrono le visioni più tragi-comiche: dalla Via Crucis di "Amici miei" alla Coppa Cobram di Fantozzi… Alla fine riesco a passare oltre le mura e il suono al passaggio sul tappetino è una liberazione vera e propria. Procedo verso il ristoro e l'immagine dei volontari che stanno "sbaraccando" è desolante… ma non sufficiente a scalfire l'orgoglio di questa impresa.

Stoppo il cronometro a 3h 59'.... che sommato alla sosta forzata e sofferta di riparazione della catena diventa 4h 35' registrato da Winningtime... Rimane il dubbio di aver perso più tempo a tentare di riparare piuttosto che mettere la bici in spalla e fare gli ultimi 2 km e mezzo a piedi.... ma l'aver tagliato il traguardo a cavallo della Taurine bene o male riparata e funzionante mi ha dato sicuramente più soddisfazione...

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Tremante raggiungo l'auto dove mi aspetta Marco, che ringrazio ancora per la pazienza di avermi aspettato sotto la pioggia mentre mi riassettavo per il pasta party…
Raggiungiamo l'area logistica per il pasta party: io e il Gallo ci accorgiamo di non essere in classifica… Chiediamo spiegazioni e, grazie alla disponibilità e alla cortesia dei cronometristi, riusciamo a sistemare il tutto evitando spiacevoli liti… decisamente giustificabili dopo una gara portata a termine in queste condizioni…
Siamo bagnati e infreddoliti… e di stare sotto a un tendone all'aperto per mangiare non è decisamente l'aspirazione massima di quel momento…
Decidiamo di avviarci verso casa ed eventualmente di trovare un "posticino" lungo la strada. Sono ormai le 15:30 e la speranza di trovare qualcosa di aperto o ricettivo sembra una pia illusione… ma la speranza è l'ultima a morire: dietro al bancone di un anonimo bar situato all'ingresso del paese scorgiamo una affollata saletta dove viaggiano tra le teste dei commensali vassoi di salumi e piatti con ciclopiche fiorentine… E' l'ora del riscatto: troviamo un angolino libero e, nel tepore di questa pittoresca bettola, ci prendiamo la nostra  r i v i n c i t a  a suon di Chianti e del meglio che la cucina può offrire, S u a  M a e s t à  l a  F i o r e n t i n a !

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LA PREMIATA SCUDERIA...

• Il "ferro" •
LYNSKEY PRO29 VF 2011
(in corso di allestimento)

Lynskey PRO29 VF 2011

 

• numeroventinove •
CANNONDALE SCALPEL 29er Carbon 2013
(customized mtbstefo)

numerouno

• Telaio: Scalpel 29er BallisTec Hi-Mod
• Amm. post.: RockShox Monarch RT3
• Forcella: Lefty Hybrid 29er XLR 100 mm
• Guarnitura: C'dale Hollowgram SI 36-22
• Cassetta pignoni: Shimano XTR 11-36
• Cambio ant.: Shimano XTR 2011
• Cambio post.: Shimano XTR 2011
• Comandi cambio: XTR 2011
• Freni: Shimano XTR 2011
• Ruote: Mavic Crossmax SLR Disc 29er
• Manubrio: Truvativ
• Sella: San Marco Mantra

numerozero •
SPECIALIZED SIRRUS (1990)
"eterna"

Sirrus

 

VECCHIE GLORIE...

• numerouno •
CANNONDALE SCALPEL 1 2011
"Scalpitante"

numerouno

numerodue •
CANNONDALE TAURINE SL 2009
"Fedelissima"

tau1

SCOTT GENIUS TWENTY 2009
"numerounopersempre"

genius twenty

SCOTT GENIUS MC50 2007
"lamiaprimagenius"
genius mc50

SCOTT ELITE RACING 2004
"laprimavolta"

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