Creato da mtbstefo il 17/01/2010

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DSB remember 2: il ritorno...

Post n°130 pubblicato il 13 Agosto 2011 da mtbstefo

E' stata la volta del Monte Elmo.

Elmo

Monte Elmo: a mezza costa il Rifugio Gallo Cedrone e, in cima, l'Osservatorio.

Partenza ore 10:00 in compagnia di Andrea, vicino di casa e incallito "stradista" desideroso di cimentarsi sulle salite della Dolomiti Superbike (forse stanco di sentirle raccontare dal sottoscritto...).
Ci dirigiamo verso San Candido percorrendo la scorrevolissima ciclabile: il meteo appare alquanto incerto... e minacciose nuvole si addensano sulle cime dolomitiche, proprio nella direzione verso la quale abbiamo puntato le nostre ruote!
Arrivati a San Candido, dopo aver attraversato il caotico centro, imbocchiamo la strada sbagliata e, dopo un paio di km ci ritroviamo su una strada sterrata priva di segnalazioni: la direzione sembra giusta (abbiamo l'Elmo davanti a noi)... ma a un certo punto la forestale si interrompe. Nel frattempo le nuvole si sono ulteriormente addensate e la minaggia di pioggia ci fa quasi desistere. Rientriamo a San Candido, valutando un'eventuale variante al nostro progetto... Ritrovata la salita (quella giusta) per l'Elmo, nonostante sembri imminente la pioggia, basta un cenno per capire che nessuno dei due ha realmente voglia di rinunciare alla cima... quindi innestiamo il "rampichino" e imbocchiamo decisi la salita!
Il sentiero in mezzo al bosco è sempre un piacevole su e giù alternato a ripide rampe lievemente smosse che spesso costringono a metter giù il piede...
Incontriamo altri biker: un ragazzo di Genova (nativo del posto però...) e una simpatica coppia di trevigiani, con i quali, tra una chiacchiera e l'altra, saliamo fino alla Baita "Al Cacciatore". Inizia a spiovviginare... ed è quasi una manna quella fine pioggerellina mentre a fatica risalgo le ripide rampe al 20% che si incontrano negli ultimi 300 m di salita! Riesco a stare in sella (diversamente dalla gara) e, in men che non si dica, mi ritrovo a quota 1.900 m di fronte a quel mostruoso muro al 30%, impossibile da pedalare. Ormai è fatta: aspetto Andrea, quindi ripartiamo alla volta dei 2.050 m della stazione a monte della cabinovia.
Ha smesso di piovere e il cielo comincia ad aprirsi! Convinco Andrea a pedalare gli ultimi 150 m di dislivello per raggiungere una meta degna di tanta fatica: il Rifugio Gallo Cedrone! Partiamo e con poca fatica raggiungiamo la magnigfica spianata del Rifugio. Cambio maglia, strudel caldo (con panna... semplicemente divino!) e weiss di rito, caffè... ed è già ora di ripartire. Decidiamo di scendere dal versante di Sesto (dove, con un pizzico di disappunto, Andrea si accorge che la salita - per buona parte asfaltata - sarebbe stata meno dura...). A Sesto ritroviamo la coppia di trevigiani: altra dose di piacevoli chiacchiere... quindi ripartiamo per il rientro definitivo. Lancio l'insana proposta di aggiungere al giro anche la salita al Rifugio Baranci... ma le nuvole, questa volta veramente minacciose, decidono per noi...
Segue un tranquillo e rapido rientro attraverso la ciclabile della Val Pusteria, una breve sosta all'autolavaggio automatico di Monguelfo e una fugace sessione di officina al garage di casa... Totale 70 km e 1.400 m di dislivello.

Qui la raccia gps...

 
 
 

Monte Specie... sempre "Speciale"!

Post n°129 pubblicato il 10 Agosto 2011 da mtbstefo

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Ore 7:30. Cielo limpido, limpidissimo... e 6,7°C!

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Monte Specie (Strudelkopf, 2.325 m): la "Scalpitante" in vetta...

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Monte Specie: vista sulle Tre Cime di Lavaredo. E' il battesimo ufficiale della "numerouno"...

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Monte Specie: vista sul Gruppo del Cristallo...

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Monte Specie: vista su Croda Rossa e Tofane...

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Val di Landro: scorcio sulle Tre Cime, spettacolarmente nitide...


Non aggiungo una parola: non vorrei rovinare lo spettacolo...

 

Qui la traccia gps...

 
 
 

DSB remember... (e non solo)

Post n°128 pubblicato il 06 Agosto 2011 da mtbstefo

Altra tacca dolomitica sulla canna della bike di turno (per quest'anno toccherà alla Scalpitante): da tempo avevo addocchiato sulle carte la tanto temuta salita ai Prati Croda Rossa, il GPM che ad anni alterni si gioca il primato di difficoltà con il Monte Elmo...

Giornata dal meteo incerto, con nuvoloni minacciosi (ma innocui, almeno fino al tardo pomeriggio) su tutta la valle e pericolosamente addensati intorno alle vette: si va comunque, il programma è ormai deciso.
Parto alle 10:40 da casa e, osservando con una certa diffidenza il cielo a destra e a manca, mi porto alla partenza della fatidica salita: sono più o meno 20 km di ciclabile, quasi al limite della noia... indubbiamente un abbondante riscaldamento! Poco dopo le 11:00 supero l'abitato di Sesto e, perdendo (probabilmente per distrazione a un bivio) le tracce della ciclabile, mi avvio sulla statale che sale al Passo Monte Croce Comelico, oltre l'abitato di Moso. Spero di ritrovare al più presto l'attacco della forestale, ma nei primi due-tre tornanti non ve n'è traccia. Finalmente dopo un paio di km addocchio in lontananza i classici segnavia in legno di larice: "Rif. Prati di Crosa Rossa"... evvai!
Imbocco la sterrata e ben presto mi ritrovo a pedalare con rapporti molto agili su una pendenza minima del 10%. Si sale attraverso il bosco, quindi, una volta arrivati a quota 1.500 m, si procede su una strada sterrata che, tornante dopo tornante, taglia la pista da sci "Croda Rossa", con pendenze raramente inferiori al 12-13% e con vertiginose punte al 18%. Si continua a salire senza scollinamenti fino a quota 1.900-1.950 m, quindi si spiana portandosi sul lato del versante affacciato alla Val Fiscalina (2.000 m), dove a fianco della stazione di arrivo della cabinovia è allestito il favoloso "Teatro Montano", un rudimentale quanto suggestivo anfiteatro in miniatiura costruito in legno, affacciato sulla Val Fiscalina. Peccato per la giornata non proprio limpida...

teatro montano

Prati di Croda Rossa: Il "Teatro Montano" affacciato sull'imbocco della Val Fiscalina.

 

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Prati di Croda Rossa: sullo sfondo la cima del Monte Elmo.

La strada forestale prosegue scendendo per una cinquantina di metri  e si arriva finalmente al Rifugio "Prati di Croda Rossa".

Rifugio Prati Croda Rossa

Rifugio Prati di Croda Rossa (1.930 m): sullo sfondo i prati e il Rifugio Rudi.

Cambio maglia, foto, coca e fetta di pane e miele portata da casa... quindi riparto quando quasi inizia a piovere. Ripercorro la strada fatta in salita fino a quota 1.500, quindi devio verso ovest per cercare di rientrare direttamente a Moso senza passare dalla statale del Passo Monte Croce. Tentativo riuscito: il ritorno, da Moso a Villabassa, sarà interamente su strade esclusivamente ciclabili, in prevalenza sterrate.
Dopo una breve divagazione in Val di Dentro, all'altezza di Sesto il cartello "Haunold - Rif. Baranci" è una tentazione alla quale non riesco a resistere: si va. E' la salita fatta quasi un mese fa durante la DSB: non l'avevo mai fatta prima del 9 luglio... quindi si può anche rifare... e poi la voglia di una fetta di Strudel + weiss è ormai improrogabile!
Salgo abbastanza agilmente e, in men che non si dica, mi ritrovo sulla spianata del Rif. Baranci... e c'è pure il sole!
Sosta di rito, con lo strudel e la weiss desiderati per tutta la salita.

Rifugio Baranci

Rifugio Baranci (1.500 m)

Riparto alla volta di Dobbiaco, quindi Villabassa. L'altimetro segna 1.300 m di dislivello totali... A casa tutti dormono: ci sta ancora qualcosina. Devio verso il Monte Costa (la prima salita della DSB) e mi porto fino all'imbocco della sterrata, a quota 1.500 m, dove svetta il cartello per Monguelfo. Imbocco la carraia che scende verso valle e, dopo alcuni tornanti, saluto il Castello di Monguelfo e rientro definitivamente alla base con 77 km e 1.900 m di dislivello in saccoccia (e nemmeno una goccia di pioggia!).

 
 
 

GF Alta Valtellina: mostruosa!

Post n°127 pubblicato il 03 Agosto 2011 da mtbstefo

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Intenso week-end alpino...

Partito da Monguelfo nella tarda mattinata di Sabato 30 luglio (giornata decisamente da "bollino nero"), scendo la Val Pusteria e mi dirigo verso Bolzano Sud, dove imboccando la valle di Merano mi porterò verso il Passo dello Stelvio.
Per il secondo anno consecutivo mi ritrovo a partire per questa trasferta tra mille dubbi: gara bellissima, quest'anno resa addirittura più invitante con l'annuncio di quei 9 km e 300 m di dislivello in più... ma la scomoda "traversata" (220 km con in mezzo il Passo dello Stelvio) e un raggelante «ma ci devi proprio andare a Bormio?!» di mia moglie... rendono più difficile la partenza, peraltro minacciata dalle code in autostrada...
Tentenno fino alla fine... quindi alle 11:00 esco di casa e parto. Il traffico sembra scorrevole, tanto che a Bolzano Nord, fidandomi di un eufemistico "rallentamenti tra Bolzano e Affi", tento di raggiungere direttamente l'uscita Sud.... 7 km di autostrada...ormai sono lì... 7 km di coda, 10 minuti che diventano 1 ora, 1 ora di ritardo sulla tabella di marcia!
Trovo traffico e code fino oltre Merano, quindi la strada si vuota man mano che mi avvicino al Passo. Sempre bello e nel salire i 47 tornanti quasi in solitaria mi passa pure lo scoglionamento dell'ora persa in quei dannati 7 km di autostrada...

Il resto della squadra, partito di buon mattino, ha varcato il confine svizzero nella tarda mattinata e ora sta gozzovigliando in qualche ristorante di Livigno… Me la prendo comoda e mi fermo a "Cima Coppi" per una sosta (dopo 3 ore di sedile…) e l'ormai tradizionale tagliere di bresaola...

bresaola

Sul passo ci sono 10-11° C e, nonostante il cielo plumbeo, le cime e i ghiacciai sono ben visibili: è sempre uno spettacolo!

cima coppi

Riparto alla volta di Bormio. Nella lunga discesa la temperatura aumenta gradualmente e il cielo sembra aprirsi sempre più. Il Gallo, arruolato dell'ultima ora per l'imprevista puntata oltre confine, mi chiama e mi avverte che il resto del gruppo è in coda presso la dogana svizzera e mi aggiorna sul bollettino etilico della spedizione…
Arrivo a Bormio alle 15:30, parcheggio al Poligono e raggiungo la zona adibita alla distribuzione dei pettorali e pacchi gara, luogo stabilito per il ritrovo con il resto della squadra. Sbrigate tutte le pratiche, dopo una breve vasca tra gli stand condita dai racconti sulle prodezze etiliche di Umby e da qualche pericoloso "doppio passo" del medesimo, ci spostiamo nell'area camper, dove Marino e il Busco hanno organizzato un simpatico "scambio culturale" con la nostra maglianera piemontese Andrea Gritti: Lambrusco vs Moscato di Asti, arbitro Parmigiano Reggiano… finita inevitabilmente 1-1 !
Sono ormai le 18:00 e chi si è messo in auto alle 5:00 del mattino comincia a lamentare una comprensibile stanchezza… Ci portiamo quindi a Santa Caterina Valfurva per la cena e il pernottamento: domina il peso dei tanti km e delle tante ore passate in giro durante il giorno, per cui la serata trascorre molto molto tranquilla…
Domenica. La temperatura sfiora a malapena i 10°C… ma il cielo è limpido e un sole crescente infonde nel gruppo ottimismo e fiducia nel bel tempo. Colazione alle 6:30, vestizione, carico bici e… giù a Bormio per gli ultimi preparativi e l'atteso ingresso in griglia. L'aria si scalda sempre più… tant'è che alle 9:30 siamo tutti in maniche corte!
Mentre entriamo in griglia lo speaker, ingaggiato da Busco, saluta e si complimenta con Belen al suo esordio in una GF di montagna: mitica!
Start! Abbandoniamo il centro di Bormio a velocità sostenuta e ci dirigiamo verso Ciuk. Dopo alcuni tornanti asfaltati imbocchiamo la prima salita sterrata… decisamente scomoda come inizio di 69 lunghi km… Tra su e giù continui si fa fatica a recuperare gli sforzi necessari per salire le impegnative e frequenti rampe al 15%… tant'è che i primi 10-12 km sembrano tutti in salita! Le maglienere avvistate con la coda dell'occhio o scorte tra la fiumana di biker che mi precede rendono più difficile l'amministrazione delle risorse disponibili e, nonostante il rischio, cerco di non perdere posizione, magari di guadagnarne qualcuna… La gamba gira bene, ma le salite sono toste già dai primi km e la loro frequenza mi impedisce di rientrare sotto i 175 bpm: comincio a pensare che sarà dura resistere così per altri 55-60 km (e 2.000 m di dislivello!).
A parte l'ultimo tratto di salita verso l'Alpe di Solaz (il GPM più alto) percorso a piedi per riposare un po' la schiena, riesco a mantenere un buon ritmo e mi ripresento in centro a Bormio dopo 40 km circa con un tempo di 2h 40'. Qui, seguendo il copione dello scorso anno, inizia il "calvario": appena attraversata la piazza, come mi alzo sui pedali vengo letteralmente aggredito dai crampi. Sono partito con le gambe dure (dopo un'escursione a piedi fatta Venerdì) e, anche per questo, ho cominciato fin dall'inizio ad assumere sali e magnesio per prevenire i crampi…. Niente da fare… Cerco di pedalare agile e mi massaggio i quadricipiti… resisto… e dopo qualche km il problema sembra completamente risolto. Al 50° km inizia l'ultima e temuta salita di 4 km (e 500 m di dislivello). Sono insieme a Tiziano e, con molta diffidenza, esterno i miei dubbi sul fatto che possa essere effettivamente l'ultimissima salita…. mancano ancora 19 km all'arrivo! Cerco di non pensare e, fissando la mia ruota anteriore, comincio a macinare la salita metro dopo metro. Dopo neanche 1 km, mentre scendo dalla bici per un tratto da fare a piedi, due morse mi stritolano i quadricipiti. Non son come stare: se stiro un quadricipite mi si contrae l'altro e viceversa… Mi inginocchio a terra… è l'unico modo per stirarli entrambi contemporaneamente, mentre i bikers che sfilano (rigorosamente a piedi) mi guardano e si chiedono cosa stia facendo… Mi rialzo e pian piano mi rimetto in moto… che strazio! Perdo Tiziano… ma cosa conta, a questo punto, messo così, devo solo sperare di arrivare al traguardo! Appena possibile rimonto  in sella e, pedalando, riesco a sciogliere i muscoli contratti dai crampi. L'ultimo km e mezzo di salita è tutto a piedi, non solo per me… ma ogni volta che scendo dalla bici vengo colto dai crampi! L'altimetro segna ormai 2.400 m di dislivello superato per cui comincio a pensare, nonostante manchino ancora 15 km, di avercela quasi fatta. Inizia la discesa, che in realtà per i primi km è un più o meno piacevole su e giù attraverso una strada forestale immersa nel bosco: l'ombra e la frescura del bosco sono un sollievo, ma le frequenti salitelle mi mandano in affanno ogni volta… Uscito dal bosco inizia una fantastica discesa degna di un vero e proprio bike park: il sentiero che scende lungo la pista da sci è stato sapientemente sistemato con tanto di curve paraboliche in terra…. una vera goduria, con tanto di musica rock in sottofondo! Veramente bello… e direi indispensabile per raschiare il "fondo del barile"…

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Attraverso il traguardo dopo 5h e 19'…. impensabile solo 30 km prima. Molto bene, anche questa è andata!
Giusto il tempo per due chiacchiere all'arrivo (e per imparare, ahimè, che il Gallo si è ritirato perché è stato male…), quindi decido di saltare il pasta party e di partire subito.
Il Gallo, insieme ai suoi passeggeri, decide di seguirmi sulla strada dello Stelvio, per cui coroniamo questa impegnativa trasferta con un spuntino tipico in cima al Passo.
Non c'era modo migliore per salutarsi e per concludere questa bella giornata!

PS: Gallo, mi raccomando, ci vediamo sul Lusia!!! ;-)))

 
 
 

...ancora DSB...

Post n°126 pubblicato il 13 Luglio 2011 da mtbstefo

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Dolomiti Superbike: il sogno...

Post n°125 pubblicato il 11 Luglio 2011 da mtbstefo

Finish

Giornata indimenticabile… talmente indimenticabile che devo ancora svegliarmi dal sogno di questa splendida giornata…
Forse è per questo che non riesco ancora a trovare le parole giuste per raccontare… ciò che in realtà sta ancora succedendo: ancora non ho realizzato di essere riuscito a pedalare tutti i 116 km del percorso lungo… eppure ce l'ho fatta, proprio come me l'ero immaginato una mattina della settimana scorsa, svegliatomi con una strana ed eccitante idea di provare l'essenza di questa sempre spettacolare gara…
Partenza in prima griglia… grazie ad una quantomeno "previdente" (e maniacale) iscrizione regolarizzata alle 00:00:01 dl 1° dicembre 2010, con un simpatico ed indimenticabile (in tutti i sensi) pettorale 444.
Il ritrovo con i compagni alloggiati all'Hotel Edelweiss di Braies è all'imbocco della Valle d Braies alle 7:10. Io e Fabione, provenienti da Monguelfo, non troviamo nessuno per cui, dopo aver aspettato invano fino alle 7:20', partiamo alla volta di Villabassa, anche perché io devo partire alle 7:30!
Arrivo in griglia quasi alle 7:30 e mi affianco a Marco: un paio di battute, il tempo per scambiarsi un "in bocca al lupo" e.. si parte!
E' tutta la settimana che penso a come affrontare questa impresa: non sono riuscito ad allenarmi su percorsi lunghi… nemmeno lontanamente avvicinabili a questo "mostro" di dislivello, eppure sono convinto di poter tentare "di testa", ovvero allentando il gas (sempre un po' troppo tirato nelle partenze di questa stagione) e "amministrando", "dosando"… "centellinando" ogni frazione di watt disponibile…
Parto con estrema calma: la prima salita è una dolce stradina tra i prati che risale il versante nord di Villabassa: fa già caldo, per cui abbasso i manicotti, abbasso la zip della maglia e, ancora una volta, mi impongo di non sforzare… Pedalo tranquillo, agile… e non sento nemmeno un filo di fatica: ho davanti una valanga di km e metri di dislivello… ma il sole e il cielo sempre più limpido mi confortano e continuano ad alimentare la voglia di tentare e di realizzare questo sogno.
La prima ora passa così liscia e veloce che quasi non me ne accorgo: è il bivio… e senza esitare tiro dritto laddove una freccia indica "119 km". Inizia l'avventura.
Il quadricipite sinistro indolenzito e teso dal giorno precedente comincia a sciogliersi… chissà, forse era solo la tensione per questo cruciale appuntamento…
Si scende e poi si risale: la strada che risale la Valle di san Silvestro fino all'omonima Malga la conosco bene, è la stessa che si fa per salire al mitico Markinkele (Cornetto di Confine). Ma oggi c'è ben altro sul vassoio…
Nella discesa verso Versciaco mi supera Gino… praticamente un siluro nero-arancione (i colori della sua fantastica Niner); in discesa non mi sento molto sicuro, probabilmente devo ancora "domare" la Scalpitante e un fastidioso ed assordante rumore al freno posteriore mi inibisce parecchio… La prendo con calma anche in discesa: tutta la fatica mentale nel cercare di gestire, di "dosare" in vista dei 116 km non ammette leggerezze nemmeno in questi tratti "non pedalati"…
Ci avviciniamo a San Candido e si avvicina sempre più la salita più temuta della giornata, il Monte Elmo: 11 km di interminabile ed estenuante salita (dai 1.150 m di San Candido fino ai 2.045 m della Stazione sciistica a monte). Calma e sangue freddo… anche se la temperatura dell'aria comincia a divenire un'insidia decisamente non trascurabile… Per almeno un paio di volte, trovando biker a piedi sulla mia traiettoria, ne approfitto per scendere e far riposare un po' la schiena… ma posso dire di averla pedalata praticamente tutta. L'arrivo al GPM è assolutamente liberatorio… forse troppo. Mi siedo e sbrano un panino con la mortadella annaffiato con un paio di bicchieri di Coca: penso che il più è fatto… ed è qui che commetto l'errore, forse l'unico vero errore della giornata. Riparto piuttosto carico insieme a Roberto, che mi ha raggiunto nel corso di una doverosa "sosta tecnica", e mi dirigo sicuro verso il prossimo appuntamento: Baranci. Mentre risalgo il 2°GPM mi accorgo di essere appena a metà… e soprattutto di essere molto prossimo al mio limite personale, oltre il quale c'è l'ignoto…
Il caldo comincia ad essere particolarmente fastidioso e rende il tutto più difficile: la sosta sui Baranci (alquanto sospirata…) è piuttosto lunga, in quanto ho bisogno di recuperare il più possibile e devo cercare di mangiare per poter affrontare l'ultimo "mostro"…
Riparto alla volta di Dobbiaco, cominciando a pensare al lungo e snervante falso piano che porta a Carbonin. Conosco quel tratto quasi fotograficamente, quasi buca per buca… e proprio perché lo conosco bene… lo temo! Al ristoro allestito presso la Stazione di Dobbiaco mi fermo, anche se l'ultimo ristoro (Baranci) non era poi così distante: ho paura di rimanere "a secco"… e non mi sbaglio!
La ciclabile Dobbiaco-Carbonin, per quanto suggestiva e piacevole nel corso di tante escursioni, oggi è veramente indigesta: parto contro-vento ai 15 km/h e subito mi assale l'incubo di dover passare un'ora di calvario su questa snervante e inesorabile saltella lunga 15 km… Fortunatamente riesco ad agganciarmi ad un paio di "trenini" e riesco a recuperare qualcosina… finchè finalmente non arrivo all'agognato ristoro di Carbonin. Pieno di Coca, crostata, banana, rabbocco acqua e sali… quindi mi siedo qualche minuto per rilassare gambe, schiena e…. non ultimo, fondoschiena (praticamente in fiamme)! Riparto, memore dell'ultima volta che ho fatto questa salita dopo il giro del Cristallo (quindi con circa 80 km nelle gambe): ingrano il rapporto più agile, fisso la ruota anteriore e comincio la salita contando i metri di dislivello mancanti quasi uno ad uno… Il caldo è tremendo e a tratti provo quasi nausea. A quota 1.800, su uno degli ultimi tornanti compare un inaspettato ristoro… sembra un miraggio! Tracanno un altro bicchiere di Coca (ma quanta ne avrò bevuta?!) e, spremendo la riserva di calorie fino all'ultimo centesimo, raggiungo la vetta, quasi il coronamento di questo strano sogno. Mi sdraio sul prato e mi godo la vetta finale di questo "mostro sacro": Prato Piazza… è fatta!!!
Riparto con una sorta di energia "virtuale"… quella che non sai mai dove fosse, perché ti sembrava di averla usata veramente tutta, e mi lancio veloce verso Braies, sfrecciando come un missile tra gli alberi della ciclabile tra Ponticello e Braies. Uscendo dalla Val di Braies, con il campanile di Villabassa sotto gli occhi, scopro con disappunto che non si entra direttamente in paese, ma si gira sui prati fino alla zona industriale per poi rientrare in piazza da est… Quasi me la prendo e tiro fuori pure una grinta che non sapevo di avere… Spingo, spingo, spingo… ed ecco la strada principale di Villabassa, riecco il campanile, ecco finalmente la piazza gremita e la realizzazione del sogno… quello striscione giallo con scritto "Finish" sotto il quale sfreccio con un senso di gratitudine infinita…
Ma ancora non ci credo… svegliatemi!

Qui la traccia gps...

 
 
 

Strada panoramica Parco San Bartolo e Gradara

Post n°124 pubblicato il 03 Luglio 2011 da mtbstefo

Week-end a Gabicce... per un non-affezionato alla spiaggia come me la bici è sempre un ottimo rimedio...

Con l'intenzione di rodare ulteriormente la Scalpitante per il debutto di Sabato alla DSB (su quale percorso ancora non si sa...) e con il favore di una splendida mattina di sole non troppo calda, ho finalmente pedalato la tanto citata "Panoramica del Parco San Bartolo".

Si tratta di una favolosa e scorrevolissima strada litoranea che da Gabicce Monte si spinge a sud fino a Pesaro: pendenze molto variabili, mai eccessive e viste-mare molto suggestive alternate a tratti coperti da fitte e fresche alberature. 25 km di goduria e (quasi) relax... dipende da come li si vuole percorrere ovviamente!

Giunto a Pesaro il cartello di Urbino mi rapisce... per cui, improvvisando e seguendo il semplice orientamento, mi dirigo verso l'entroterra: strada molto trafficata e, per giunta, assai poco "panoramica", per cui appena fuori dalla zona industriale, scorgendo alla mia destra dolci colline, decido di virare verso Tavullia. Una ripida stradina dissestata mi porta nel bel mezzo delle colline, una sorta di deserto a dune variopinte solcato da una desolata ma piacevole strada asfaltata. Procedo senza sapere dove mi sto dirigendo di preciso... fin quando, appena oltrepassata la frazione di Tre Ponti, scorgo il castello di Gradara.

scorcio gradara

Decido di proseguire fino al castello, poi vedrò da dove rientrare a Gabicce...

gradara

A questo punto decido di rientrare: i km percorsi sono solo 42... e, pur essendo impensabile raggiungere chissà quale kilometraggio, decido di riportarmi sulla strada panoramica per un po' di sano "su e giù"... Uscendo da Gradara sbaglio pure strada e, anzichè ripercorrere quella bella stradina isolata tra le colline, mi ritrovo a pedalare lungo la Statale, fortunatamente deserta a quest'ora... Lungo la statale ogni tanto vedo le stradine che si inerpicano sul Parco San Bartolo, arrivando alle frazioni attraversate all'andata. Stufo della Statale, all'altezza del bivio per Fiorenzuola, splendida borgata sul crinale, mi stacco dall'arteria e mi tuffo nel verde versante ovest del Parco. Salgo per circa 6 km e mi riporto sulla bella strada panoramica che ora ripercorro in senso inverso.

Prima di rientrare definitivamente a Gabicce, a circa 2 km da Gabicce Monte improvviso una breve variante alla Baia Vallugola... ma, visto il caos, gli ombrelloni e le macchine parcheggiate ovunque, la poesia è ben lontana...

baia vallugola

Rientro a Gabicce Mare con 72 km e 1.200 m di dislivello in saccoccia... e la Scalpitante più scalpitante che mai!!!

Qui la traccia gps...

 
 
 

Staffetta di Gualtieri

Post n°123 pubblicato il 03 Luglio 2011 da mtbstefo

Serata "a tutto gas" con la fedelissima... sempre all'altezza.

fedelissima

 
 
 

Numerouno (detta anche "SCALPitante")... che mezzo!

Post n°122 pubblicato il 25 Giugno 2011 da mtbstefo

scalpel

Inutile negare che oggi, sul percorso DSB, ci fosse una grande novità: la Scalpel… che mezzo!

La posizione in sella bene o male rispecchia piuttosto fedelmente quella ampiamente collaudata sulla numerodue, ad eccezione di un manubrio più largo di un paio di cm…

Ampiamente promossa la guarnitura doppia con rapportatura ad hoc per queste salite e soprattutto per le mie gambe!

Semplicemente spettacolare in discesa… insomma come esordio niente male!

 
 
 

DSB: ricognizione percorso corto

Post n°121 pubblicato il 25 Giugno 2011 da mtbstefo

Nonostante il meteo incerto e, soprattutto, un fastidioso e freddo vento, oggi ho presso i famosi due piccioni con una fava...
Approfittando infatti di una fuga in Val Pusteria con il resto della famiglia (partenza ieri sera a mezzanotte e arrivo alle 3:00 circa...), oggi ho avuto l'occasione di collaudare la nuova numerouno nientepopodimeno che sul tracciato DSB, ora interamente tracciato (o quasi...).
Partenza ore 11:30 circa dopo qualche ora di sonno al fresco e qualche faccenda di casa; il cielo è cosparso qua e là di nuvole che ispirano ben poca fiducia e l'aria è freschina (14-15° C). Il bollettino meteo della valle comunque non prevede piogge... e poi non è contemplata alcuna alternativa: si va, punto e basta!
Parto alla volta di Villabassa, con i consueti 7 km di riscaldamento sulla ciclabile: l'intenzione è quella di provare il percorso corto della DSB, mai fatto nel verso di quest'anno.
Arrivato a Villabassa fatico un po' a trovare le segnalazioni (già qui si potrebbe avere qualcosa da dire...), ma con un po' di intuito imbocco la strada che risale il versante nord della valle, quella che costeggia quella bella chiesetta sui prati, vista più volte in qualche video delle edizioni passate... A parte il km (scarso) che si percorrerà a tutta per uscire dal centro del paese, si inizia subito con una discreta salita asfaltata (pendenza 7-8 % nelle prime rampe, poi anche 9-10%): molto scorrevole, ma si sale per oltre 300 m senza un minimo di allentamento della pendenza.
Alla fine del tratto asfaltato (circa a quota 1.500 m), più o meno sul confine che taglia il versante di Villabassa da quello di Monguelfo,  si oltrepassa una sbarra e si imbocca una strada forestale sterrata che, salendo con pendenza più o meno costante, si inoltra nel bosco che sovrasta la valle. Tra ripetuti e scorrevoli su e giù, alternati a dentelli abbastanza "violenti", ci si sposta verso nord percorrendo la sommità del versante est della Val Casies, portandosi fino ai piedi del Monte Rota, che di fatto la separa dalla valle di san Silvestro.
Al 17° km c'è il fatidico bivio: la possibilità di decidere qui quale percorso affrontare è quasi un'esclusiva di questa gara... ma dubito che chi come me partirà per il "corto" a questo punto della gara possa varcare l'imponderabile porta dei 115 km (e 3.500 m di dislivello)...

bivio_01

bivio_02

Il cartello del percorso corto punta verso la cima del monte Rota, non la classica cima isolata e brulla, ma una sorta di bosco ripidissimo con rampe inghiaiate o in terra che superano a tratti anche il 20%! Praticamente si arriva a quota 1.800 m, quindi si superano circa 700 m di dislivello nei primi 25 km... non male!
Appena oltre lo scollinamento do questo primo "GPM" si perdono le tracce del percorso segnalato: mi sembra di non aver perso di vista nessun cartello in corrispondenza dei vari bivi di questa specie di labirinto in mezzo al bosco, eppure a un certo punto mi sono trovato nel mezzo di un "incrocio" di strade forestali senza nemmeno l'ombra della classica tabella bianca DSB… Combinando logica (nessuna segnalazione = tirare dritto) e orientamento (so di dovermi portare verso sud-est, per scendere dal versante di Valle san Silvestro, procedo senza svoltare… e sbaglio clamorosamente! Dopo aver circumnavigato la vetta più o meno 200 m sotto al GPM, imbocco una strada forestale che scende verso valle con pendenze vertiginose (ho fatto in tempo a scorgere un -30% sul display dell'Edge 705); si raggiungono senza accorgersene velocità molto sostenute, a dir poco pericolose sulle scivolose curve ricoperte di ciottoli smossi e terriccio. A un certo punto, quando ormai mi sono reso conto che Valle San Silvestro rimane dalla parte opposta rispetto alla direzione della discesa, mi ritrovo sulla strada asfaltata, poco sopra alla frazione di Ratsberg (Monte Rota), sul versante di Dobbiaco… Non me la sento di risalire la discesa appena percorsa e mi rassegno all'idea di scoprire in gara il tratto mancato…
Proseguo sulla strada asfaltata, passando per Santa Maria (Aufkirken), quindi attraversando il centro di Dobbiaco Alta; attraverso la statale e, oltrepassando Dobbiaco Nuova, mi butto sulla ciclabile della Val di Landro: inizia la seconda parte del percorso.
La lieve (ma costante) pendenza dello stradello ghiaiato e il vento opposto rendono più difficoltoso il recupero: sento le gambe ancora indurite dalla salita sul Ratsberg (Monte Rota) e la schiena comincia a tirare… La sosta per la foto alle Tre Cime è ormai un'abitudine, ma questa volta diviene quasi necessaria…
In prossimità del Lago di Landro mi imbatto in un secondo problema relativo alla segnalazione del percorso…

08

… il fatto che il Lago di Landro sia "uscito" dalla sua ormai solita (e triste) ridottissima sede non è certo una colpa degli organizzatori, ma il cartello che segnala un corso d'acqua (in prossimità del quale è lecito chiedersi dove sia l'imbarcazione necessaria per attraversarlo…) non poteva passare inosservato!
Devio sulla ciclabile che costeggia la statale Alemagna e in pochi minuti mi ritrovo alla partenza del secondo ed ultimo GPM: Prato Piazza, con salita da Carbonin. Memore dell'ultima ascensione (dopo il giro del Cristallo, vedi qualche post indietro…), innesto il padellino e con molta parsimonia inizio la salita sterrata con pedalate "leggere". La fame comincia a farsi sentire, così, dopo un paio di tornanti, decido di fermarmi per una barretta: mancano ancora 400m di dislivello positivo… non è il caso di azzardare! Riparto e di lì a poco mi affianca un biker italiano (una rarità oggi…) con il quale inizia un piacevole scambio di chiacchiere che si concluderà solo con la sacrosanta weiss del Rifugio Vallandro. La salita in compagnia rende più sopportabile la fatica di questa ultima ed estenuante salita, anch'essa priva di tratti piani o piccole discese tali da poter allentare almeno per un attimo i muscoli delle gambe e della schiena…
Il resto, da raccontare, sarebbe la fotocopia di tante e tante discese fatte da Prato Piazza a Braies… ma non è mai la stessa cosa e la rifarei domani, dopodomani e, se potessi stare sempre qui, tutti i giorni!

Qui la traccia gps...

 
 
 

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CANNONDALE SCALPEL 29er Carbon 2013
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• Telaio: Scalpel 29er BallisTec Hi-Mod
• Amm. post.: RockShox Monarch RT3
• Forcella: Lefty Hybrid 29er XLR 100 mm
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• Cassetta pignoni: Shimano XTR 11-36
• Cambio ant.: Shimano XTR 2011
• Cambio post.: Shimano XTR 2011
• Comandi cambio: XTR 2011
• Freni: Shimano XTR 2011
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• Manubrio: Truvativ
• Sella: San Marco Mantra

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SPECIALIZED SIRRUS (1990)
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