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Italia

Post n°726 pubblicato il 13 Marzo 2007 da luppo2

ENERGIA 2 - Ma siamo proprio certi di avere fatto la scelta giusta sul nucleare?

immagine

E' da qualche tempo che mi pongo la domanda posta nel titolo, siamo certi di aver fatto, in Italia, la scelta giusta col famoso referendum che bocciò il nucleare?

Va considerato il momento, c'era stata Cernobyl, insomma, chi era contrario fu obiettivamente avantaggiato. A questo proposito si può citare una mozione presentata qualche tempo fa al Consiglio Comunale di Milano che invita: ”A tornare al più presto sull'infausta decisione di rinunciare all'energia nucleare, presa sotto una forte spinta emotiva e in maniera non razionale, e pertanto di riavviare le centrali dimesse ancora agibili e di cominciare lo studio per nuovi impianti con le tecnologie più moderne e sicure oggi disponibili”.

Personalmente ho mantenuto per diversi anni una posizione fortemente contraria al nucleare, devo dire però che delle riflessioni si pongono vista la situazione di emergenza energetica che il nostro Paese sta correndo da quanto il petrolio ha iniziato la sua corsa.

Più in generale occorre ricordare il grave gap che le imprese italiane soffrono, per esempio rispetto a quelle francesi, con uno svantaggio competitivo, nei costi dell'energia, di circa il 30%, (c'è chi parla di 100% di spese in più) in altre parola, le spese delle nostre aziende sono maggiori, di base, di quella percentuale. Maggiori spese, minore competitività, direi banale.

Ma la massa dei cittadini (me compreso), si è accorta davvero del problema con l'aumento incontrollato del pieno, potremmo anche dire che è una caratteristica propria del nostro Paese di porci delle domande solo quando i problemi ci toccano direttamente. Ma in questo caso è davvero il sistema Paese che ha oggettivamente subito gravi danni dalla perdita del nucleare, fonte di energia che compriamo, a caro prezzo, per esempio proprio dalla Francia.

Proprio nel bel mezzo delle mie riflessioni mi sono imbattuto in una intervista, che potete trovare qui, del Washington Post a Patrick Moore, uno dei fondatori di Greenpeace, il quale, dichiara testualmente che: "l’unica via per contrastare il riscaldamento globale è il nucleare, più sicuro, pulito e stabile di qualsiasi altra fonte di energia al momento disponibile".

immagine Nella foto, Patrick Moore

Sono certo che molti di coloro che si scandalizzeranno di questa intervista a loro volta sono strenui difensori del diritto dell'Iran al "nucleare civile". Mi chiedo come mai, coloro che si affrettano a difendere il regime degli Ayatollah nell'affermare l'imprescindibile diritto ad un nucleare civile, congiuntamente non si scandalizzino che l'Iran starebbe (dal loro punto di vista) commettendo un grave errore mettendo a rischio di inquinamento nucleare il Paese.

Penso che occorra decidersi, se il nucleare è davvero così pericoloso allora occorrerebbe una campagna di sensibilizzazione mondiale. In questo caso, visto che il Presidente del Consiglio Prodi è stato così solerte nel presentare all'ONU una richiesta di moratoria della pena di morte, che aspetta a farlo anche per il nucleare che, secondo questa teoria, mette tutti a rischio di malattie e di morte?

Come mai, però, il fondatore di Greenpeace afferma che proprio per fermare l'effetto serra l'unica possibilità è l'energia nucleare?

Una riflessione, seria e serena si impone.

Una cosa è certa, quando votammo contro il nucleare, a Parigi si festeggiò, sono i francesi tra i nostri maggiori fornitori, come diceva quella famosa pubblicità di auto, quando comprate dai francesi loro vi rispondono "Merci".

da Geopoliticando bloq

 
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