Creato da: luppo2 il 24/01/2006
"Dobbiamo fare attenzione a non indietreggiare sempre di più davanti alla paura di fondamentalisti violenti", Merkel .

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luppo2
luppo2 il 28/02/07 alle 20:06 via WEB
Il Kosovo è una regione autonoma, formalmente facente ancora parte della Serbia. Esso è la culla della civiltà serba, tuttavia, circostanze storiche hanno trasformato radicalmente l'area ponendo i serbi come piccola minoranza. Prima dell'intervento Nato in Kosovo i serbi erano ormai solo il 10% della popolazione, al 90% albanese. L'intervento militare della Nato appare però ancora oggi ingiustificato tenend conto che diversi dei massacri verso citadini albanesi, di cui erano accusati i serbi, si sono rivelati del tutto inventati. Dopo l'intervento i serbi si sono ridotti al 2-3% della popolazione e subiscono ogni tipo di intimidazione da parte della maggioranza albanese che per molti anni aveva dovuto sopportare la loro prepotenza. La Nato oggi è presente in Kosovo, tra loro non mancano i soldati italiani. Sostanzialmente l'attività è oggi di difesa della sparuta minoranza serba e della cultura serba nell'area. Molte chiese e monasteri sono stati infatti distrutti da estremisti albenesi che sono, nella loro maggioranza, di fede islamica. La Comunità internazionale ha, dai fatto, illsuo pienamente la comunità albanse della prossima indipendenza del Kosovo, ma oggi ha a che fare con una Serbia democratica che pretende di vedere rispiettati anche i propri diritti. L aresponsabilità della situazione si deve a chi, con troppa fretta, si è schierato troppo apertamente per una delle due parti in causa. L'assoluzione della Serbia sbloccherà proibabilmente il contenzioso, sblocco che, in un primo momento, potrà portare a n uove violenze.
 

 
luppo2
luppo2 il 28/02/07 alle 19:48 via WEB
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - 'Un nuovo nucleare e un nuovo solare (termodinamico) potrebbero garantire energia al mondo per migliaia di anni': lo sostiene Carlo Rubbia . 'Il nucleare di oggi non va bene perche' significa scorie radioattive, significa Cernobyl - ha detto Rubbia - ma ci sono forme pulite di energia nucleare'. Il premio Nobel boccia il carbone per via delle emissioni e poi avverte: 'Kyoto non basta'. Se il protocollo fosse attuato, 'al massimo si avrebbe un rallentamento di 7 anni sull'accumulo dei gas serra'.
 

 
luppo2
luppo2 il 27/02/07 alle 15:13 via WEB
Trieste, 26 feb . - (Adnkronos) - Soddisfazione e sollievo sono stati espressi dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, non appena avuta notizia della liberazione dei due tecnici friulani, Lucio Moro e Luciano Passarin, rapiti in Nigeria 3 giorni fa. "L'avvenuta liberazione -sottolinea Illy- mette fine a giorni difficili, di sofferenza per le famiglie, alle quali tutta la Regione si e' sentita vicina".
 

 
DocGull
DocGull il 27/02/07 alle 10:24 via WEB
ciao, anche io ho postato un analisi sulla notizia. Credo che la sentenza sia giusta, considerando soprattutto, che a commettere la strage furono i serbi di bosnia, seppur solo formalmente, ma è così. La Serbia era di fatto fuori da quel conflitto. Anche la Croazia si è macchiata di gravi crimini, ma non per questo un intera nazione può essere processata. Tanto più in questa occasione in cui effettivamente a decidere sono stati altri, seppur della stessa "etnia".
 

 
luppo2
luppo2 il 19/02/07 alle 15:13 via WEB
Roma, 15 feb . (Adnkronos) - "Le nuove Brigate rosse avevano forti legami internazionali; in particolare in Svizzera, Francia, Belgio e Spagna, dove si troverebbe la 'primula rossa' del terrorismo italiano Simonetta Giorgieri". E' quanto rivela 'Panorama' nel numero in edicola domani, in un'inchiesta dedicata agli appoggi internazionali del nuovo terrorismo. (Sin/Col/Adnkronos)
 

 
luppo2
luppo2 il 18/02/07 alle 13:38 via WEB
NUOVO TERRORISMO DENTRO LA SINISTRA Gabriele Cazzulini di Redazione - domenica 18 febbraio 2007, 07:00 Quanti corsi e ricorsi impazzano sui media abbagliati dal terrorismo! Cade l'anniversario dei trent'anni del '77 ed è subito un fiorire di paragoni, riedizioni e nostalgie più o meno velate, più o meno rinfrescate dall'amara attualità. A Genova le Brigate Rosse sono un marchio di fabbrica e il chiasso mediatico di questi giorni, in mezzo al silenzio sbigottito della sinistra, fa presto a cantare la rinascita dei vecchi brigatisti. Bastano poche manciate del lievito dei ricordi per gonfiare l'immobilismo di Genova, che ora si è come fissata a riguardare le sue foto di trent'anni fa. Di nuovo chiusa ed impaurita. Di nuovo vittima. Ma il ritorno al passato è una fuga dal presente che lascia campo libero ai terroristi, vecchi e nuovi. Per capire e combattere il nuovo terrorismo non serve riappendere il calendario del '77, intervistare Castellano e Sossi, guardare al sindacato e al partito. Il nuovo terrorismo non è una replica a colori di quello vecchio. Possiede specificità, risorse, obiettivi e militanti capaci di trasformarlo in un fenomeno che non è più un rinculo del passato, ma una forza propulsiva tesa al futuro. Genova è ancora il laboratorio d'Italia. Da qui il terrorismo di ieri ha iniziato la sua ritirata perché incalzato da proposte e risposte. Qui oggi crescono i germi del malessere che armano i giovani terroristi. A Genova voltarsi indietro non serve, perché il passato non c'è più. Le strutture che avevano fecondato il terrorismo trent'anni fa si sono estinte. L'industria pesante, la galassia portuale, l'esercito operaio e le sue grandi caserme produttive vivono solo nei ricordi. Ma anche la vecchia classe borghese non c'è più; i commercianti e il tessuto imprenditoriale hanno subito duri colpi. È arrivata la grande distribuzione e gli ipermercati hanno colonizzato le aree industriali dismesse. La composizione sociale si è fatta più complessa da quando si sono insediate differenti comunità straniere. Hanno portato nuove forme di socialità, nuove culture, nuove esigenze per le quali Genova non è preparata, né dispone delle risorse necessarie.La mobilità si è moltiplicata, costringendo una fetta rilevante di popolazione ad emigrare per lavoro. Non c'è più il blocco sovietico, ma il terrorismo islamico offre una facile sponda, insieme ai movimenti noglobal. Oggi i problemi di Genova sono questi, non quelli del '77. Questo è anche il brodo di coltura in cui è nato il nuovo terrorismo rosso. Se chiude gli occhi, Genova ha già perso. Per vincere però non bastano le condanne automatiche delle istituzioni, la repressione della polizia e le sentenze dei magistrati. Non basta cioè il solito repertorio che aveva già fallito trent'anni fa. Ieri come oggi il fulcro è sempre la politica. A Genova la sinistra ha costruito un circuito di potere capace di asfissiare qualunque iniziativa e soffocare qualunque dissenso. Lo stesso blocco contro cui combattevano i terroristi del '77, le stesse condizioni di trent'anni fa, ma ribaltate. Non è solo una guerra civile interna alla sinistra. Le armi in politica si usano quando si diffonde la sindrome dell'accerchiamento. Quando ogni angolo di potere è occupato e monopolizzato, il potere diventa una fitta ed alta muraglia che circonda tutto. Dentro, i problemi crescono su se stessi, ma per il potere, cioè la sinistra, conta solo contenerli, schiacciarli, comprimerli. Però i problemi continuano a crescere e a premere sul muro del potere, fino a scoppiare. Le prime crepe, le prime brecce, poi i mattoni crollano sotto le picconate dei revolver. Il terrorismo rosso è il lato oscuro del sistema politico rosso. Ora è riemerso e sta premendo contro il muro di potere della sinistra. Invece di disconoscere le sue responsabilità, la sinistra genovese dovrebbe interrogarsi, chiudendo l'album dei ricordi.
 

 
luppo2
luppo2 il 17/02/07 alle 14:09 via WEB
L'accusa è di quelle pesanti: essere il covo delle nuove Br di command CGIL SENZA PIU' PAROLE Dopo che nei giorni scorsi su 15 arresti 7 erano della Cgil e una ragazza del sindacato trasportatori non sa più che dire oltretutto sono stati beccati nella notte altri sindacalisti ad attacare manifesti di solidarietà ai brigatisti e precisamente uno a Milano ed a Padova invece è stato prelevato un terrorista a letto della responsabile provinciale della Cgil. Oltretutto fuori dalla sede di padova dove c'erano i delegati e Rinaldini capo Fiom vengono diffusi volantini di questo tipo "Libertà agli operai in galera. Libertà per tutti i comunisti rivoluzionari" il capo Fiom commenta dicendo. La notte passata hanno dato fuoco come reazione agli arresti al portone del capo della Digos di Padova. Le scritte sulle fabbriche dei nomi dei brigatisti e poi ancora davanti ai centri sociali le scritte. Per ora solo uno è stato espulso dalla Cgil di Torino ed è Sisi Vincenzo per gli altri solo sospensione, da qui si capisce la protezione dei sindacati al mondo brigatista. Basti pensare alle dichiarazioni di Cremaschi che si preoccupa che le siano date ai brigatisti le garanzie date a Berlusconi. Ma che c'entra coi brigatisti? Non c'è nemmeno da stupirsi che escano questi soggetti dai sindacati perchè i sindacati hanno sempre elargito denaro ai movimenti ed ai centri sociali dove nasconi e si formano i Pacifinti con i Kalasnikov, i mitragliatori Skorpion preferite dalle vecchie BR, gli Uzi, M12 in forza alle forze dell'ordine come i proiettili Parabellum. Questo mondo sommerso dei centri sociali viene protetto perchè è il bacino da cui pesca i sindacalisti di domani e quindi i sincati ci sono dentro fino al collo perchè hanno finanziato i movimenti eversivi dentro i Centri Sociali Occupati e dentro alle Università. Sono sempre loro che hanno partecitato allo sfascio di Genova durante il G8 e che hanno creato confusione ogni volta gli è capitata l'occasione. Ma la storia non è finita ancora qua. Tratto da: Idee chiare
 

 
pulvaz
pulvaz il 13/02/07 alle 17:08 via WEB
ciao..ehi passa dal mio blog..votami premendo nel blog sull'icona grifone di Award..e lascia un commento mi farebbe molto piacere....ciao ciao....
 

 
luppo2
luppo2 il 13/02/07 alle 13:44 via WEB
Terrorismo/ Le intercettazioni: "A casa Berlusconi ti levi una bella soddisfazione" Lunedí 12.02.2007 20:20 "Ma quella è (la villa, ndr) di Berlusconi,... Io pensavo, sai cosa?!... Scendere da quella rampa con un bel furgone di quelli ad apertura laterale e ti levi una bella soddisfazione". Questo lo stralcio di una telefonata intercettata tra Claudio Latino e Bruno Ghirardi, due dei 15 arrestati nell'ambito dell'inchiesta sulle nuove Brigate Rosse. Lo stralcio è riportato nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere del giudice per le indagini preliminari Guido Salvini in cui si illustrano gli obiettivi degli indagati. A parlare è Latino che dice: "Ah! Si, si, si lì c'è via Rovani... E' un pa... E' uno dei palazzi della Finivest, è una villa...". Ghirardi risponde: "E' una villa (inc) è piena di telecamere, ma piena, non hai idea di quante ce n'e'...". Latino: "Ma quella è (la villa, ndr) di Berlusconi,... Io pensavo, sai cosa?!... Scendere da quella rampa con un bel furgone di quelli ad apertura". Ghironi: "Laterale". Latino: "Laterale e ti levi una bella soddisfazione". "Io pensavo che, eventualmente, a Pasqua, un giorno chiude, la domenica non lavorano perchè il lunedì non esce il giornale... Per cui là... anche semplicemente con la benzina e l'acido si può fare qualcosa di interessante... magari con una trancia per tagliare la saracinesca e un trapano, anche a mano, per fare il buco nella vetrina". Questo lo stralcio di una conversazione avvenuta tra Claudio Latino e Bruno Ghirardi lo scorso 11 gennaio. L'intercettazione ambientale è contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per 15 presunti terroristi firmata dal gip Guido Salvini. Nell'ordinanza il gip ricostruisce gli indizi sull'intenzione degli indagati di. "un attentato incendiario da realizzare nei confronti della sede del quotidiano 'Libero'", programmandolo per la prossima Pasqua. A parlare è Ghirardi, a cui Latino risponde: "Ma per buttarglielo dentro dici? Magari l'ideale sarebbe trovare qualche finestrella, solo buttarglielo dentro". Ghirardi: "Lo vediamo, perchè come struttura è strana, non ho mai visto una cosa così, ha tutta la vetrina attorno...". Latino: "Quella deve essere solo la redazione, secondo me, la tipografia...". Gherardi: "No è solo redazione". Colombo: "La tipografia, magari, sarà rimasta lì...".Gherardi: "L'ultima volta che son passato ho visto il cartello Affittasi però là, eh!".
 

 
luppo2
luppo2 il 10/02/07 alle 16:08 via WEB
La giornata del Ricordo e… l’ ambiente “E’ significativo che - dopo una troppo lunga attesa – questo dovuto riconoscimento all’ Esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati e alle vittime delle Foibe avvenga in concomitanza con il 50° anniversario del ritorno di Trieste all’ Italia… Di quelle giornate ho un ricordo indelebile, dopo anni di cupa minaccia di essere per sempre staccati dalla Madrepatria e il sangue versato sotto il piombo della Polizia Civile al soldo degli inglesi, Trieste si ammanto’ di Tricolore e risuonarono gli inni e un solo grido “Italia!”. Ma non posso dimenticare nemmeno la delusione che percepivo in famiglia quando ci si rese conto che le truppe italiane si sarebbero fermate a ridosso di quel confine ingiusto ed angusto oltre il quale tutti noi avevamo le nostre radici. Le mie erano e sono a Parenzo, a Pola, a Fiume e a Plezzo, alle pendici del Monte Canin da dove erano partiti i miei nonni. Il racconto delle case lasciate, dei parenti rimasti in una terra diventata straniera erano una costante dei discorsi dei grandi e noi, ancora bambini, apprendevamo dalle loro parole l’ immensita’ di quella tragedia. Ma sulla costa e poi ancora nell’ interno sorgevano intanto e comunque orrende costruzioni, colate di cemento per rendere fruibile quell’ incanto a milioni di turisti… da noi si abbattevano gli ecomostri, in Slovenia e in Croazia, prima ancora in quella che fu la Jugoslavia, le coste venivano devastate per far posto ad enormi alberghi e a sterminati campeggi. E le “wikendize” – e’ povera la lingua di chi e’ povero di cultura – le ville lussuose per i fine settimana dell’ intellighenzia comunista ed ex comunista, costruite a centinaia a immediato ridosso delle coste, in spregio a qualsiasi principio di tutela ambientale e del paesaggio. E ancora i continui incidenti nei grandi e mal gestiti impianti industriali e l’ inquinamento dei fiumi, dei laghi e del mare. Il nostro mare color smeraldo. Abbiamo cercato contatti con i movimenti ecologisti al di la’ del confine… volevamo avviare forme di collaborazione transfrontaliera, ma abbiamo scoperto che parlavamo lingue diverse, perche’ erano tutti egemonizzati da logiche riferibili ad un fondamentalismo verde, ideologizzato e improduttivo che non condividiamo e che nei fatti non ha saputo tutelare niente! Sono partito da lontano, per arrivare all’ oggi constatando come l’ eredita’ materialista – apparentemente sconfessata dai nuovi Stati sovrani nati dallo sfacelo della Jugoslavia – continui ha dare frutti nefasti anche per l’ ambiente… ma per denunciare questi crimini, come quelli ancor piu’ gravi commessi nell’ Europa dell’ Est e nell’ ex URSS, mai si e’ levata la voce dei nostrani epigoni di quelle ideologie che pero’ sventolano le bandiere del panda e del cigno verde o di un sole che non ha proprio piu’ nulla che lo possa far almeno sorridere!" http://blog.libero.it/uomoambiente/view.php?reset=1&id=uomoambiente
 
 
 

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