Creato da liberamente0dgl il 16/03/2007
chi ha paura del silenzio?
 

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PAROLE AFFILATE

Post n°4 pubblicato il 18 Marzo 2007 da liberamente0dgl

"Non capisco signora come lei possa avere ignorato la situazione, come possa aver finto di non vedere, come abbia potuto nascondersi di fronte al problema"

Così mi ha detto la signora che, bravissima, ha individuato la malattia e le ha dato il nome appropriato, mi domando però perchè non abbia potuto mettere un poco della sua competenza nel riconoscermi un minimo di comprensione umana. Io non ho finto di non vedere, non ho colpevolmente chiuso gli occhi, non ho ignorato il problema, semplicemtente NON AVEVO CAPITO.

Prima della signora tre specialisti in tre anni non avevano capito Lisa, tre insegnanti in venti mesi avevano, in buona fede, trovato Lisa solo eccessivamente timida e non saprei dire in quanti tra amici, parenti, vicini di casa e conoscenti abbiano ignorato come me la gravità della situazione, sono mamma non psicologa e da sempre cerco di capire Lisa, interpretarla, assecondarla o meno secondo coscienza. Il mutismo selettivo è subdolo in quanto tale, selettivo appunto, Lisa sta parlando, sta giocando, sta camminando con me ma improvvisamente si inceppa. Cosa puoi pensare? Hai tempo per pensare? O forse cerchi solo di rispondere alla situazione tentando di riportare Lisa  fuori dal suo silenzio. Chiedi, ti informi, ma se tutti intorno ti dicono di aspettare, se gli esperti ti propongono la terapia familiare perchè è lì il problema, tu è lì che ti concentri a lavorare. 

Ieri siamo andati a cena con amici. Lisa ha parlato. Non è un miracolo, accade, è capitato anche in passato solo ci vogliono determinate condizioni.

"Ciao Lisa come stai bene con le scarpe nuove" approcciandola così si accendono i motori; non è una domanda aperta, non ci si aspetta che Lisa risponda e questo è l'inizio migliore. Lisa mostra le scarpe tenendo basso lo sguardo e la conversazione scivola altrove. Aspettiamo che si liberi un tavolo e Lisa ha il tempo di trovare le proprie coordinate di tempo e luogo, si guarda intorno, esplora il locale, prima con gli occhi poi con il corpo mentre noi conversiamo del più e del meno e lei non è chiamata ad intervenire. lo farà lei quando si sentirà di farlo e troverà il suo modo. Lisa mi chiama e mi dice di dare ai nostri amici i disegni che nel pomeriggio ha preparato per loro. Sono su post it e ciascuno di noi nel riceverli, oltre a ringraziare, li attacca sui propri vestiti. Lisa è felice, sorride e ci guarda. Soddisfatta si sente già dentro la nostra comunicazione.

"Che bella borsa hai Lisa, chissà quante cose ti sei portata ". Lisa sorride ancora, orgogliosa e rilassata sente che nessuno si aspetta che lei risponda, si siede al tavolo e mostra i suoi tesori, anelli, nastrini colorati, mollette per i capelli. E' questo che la fa star bene, il sentire che non si sta parlando con lei per strapparle una parola ma per il solo piacere di farlo. Lisa a tavola ride, gioca prima da sola poi, poco a poco, con Giorgia la mia amica. Giocano con le mani, gli occhi, le smorfie ma ancora senza parole affilate come quelle che richiedono risposte. Lisa va e viene dal tavolo all'acquario in ingresso, un tempo non si sarebbe mai allontanata dal sola, dice che un pesciolino l'ha salutata poi decide che è tempo di entrare nei nostri discorsi e ancora una volta lo fa a suo modo. Apre un pacchetto di grissini, mi chiede di offrirli ai nostri amici poichè lei è troppo distante da loro. Se in quel momento le domandassi di alzarsi a andare lei a portarli interromperei la delicatezza magica della situazione. Lisa si bloccherebbe, abbasserebbe lo sguardo, incrocerebbe le braccia e si rifiuterebbe non solo di falro ma anche di continuare a giocare. Eseguo quindi. Ciascuno di noi nel ricevere il prorio grissino ringrazia ma non fissa Lisa per vederne la reazione, prosegue oltre, tra parole e bocconi di pizza quattro stagioni. Lisa c'è. La situazione creatasi è perfettamente adatta a lei e lei si sente del tutto adeguata alla situazione. Mi alzo per andare al bagno, torno e trovo Lisa seduta accanto a Giorgia a conversare. Ancora niente domande aperte, solo spunti che Lisa coglie per parlare. Ci alziamo e usciamo, decidiamo che ci saluteremo dopo, Lisa apprezza la scelta, non le chiederemo un saluto diretto, shiftiamo, trasliamo verso un dopo per lei rassicurante. Lisa sceglie di compiere il tragitto tra il ristorante e l'auto fianco a fianco a Giorgia, da adesso in poi, amica sua. Al momento di salutarci è molto tardi, Lisa ormai dorme beata in auto. 

 
 
 

PROSPETTIVA OBLIQUA

Post n°2 pubblicato il 17 Marzo 2007 da liberamente0dgl

La diagnosi di Mutismo Selettivo è fatta, finita, confezionata su misura per mia figlia. E' un regalo a sorpresa. Apriamo il pacco e spuntano una bicicletta e un bigliettocon scritto.... "pedala!" peccato che noi non sappiamo nemmeno ancora usare il triciclo. 

Oscillo con cadenza regolare di circa 50 minuti tra accettazione e rifiuto della diagnosi. Inspiegabilmente non passo attraverso la negazione ma forse è perchè il primo sito visitato al riguardo sembrava parlasse esattamente di mia figlia, neanche l'avessero spiata in questi 4 anni e l'avessero poi sbattuta in prima linea in rete. 

Da questo momento in avanti cambia la mia prospettiva e si fa obliqua, si trasformano i miei orizzonti e le mie aspettative riguardo Lisa (così la voglio chiamare) si capovolgono. 

Se fino a una manciata di ora fa la vedevo strana, diversa, anomala rispetto ai bambini della sua età ora invece è improvvisamente diventata geniale e molto avanti ....rispetto alla sua malattia.

Il suo mutismo è poco selettivo se paragonato al DSM-IV, ai criteri clinici di definizione e mi accorgo con grande sollievo e un pizzico di gioia, che non so dire da dove io tiri fuori, che ha fatto molto Lisa per avvertirmi, per chiedermi aiuto, per raccontarmi il suo disagio ma soprattutto per curarsi. Non più tardi dell'altro ieri mi ha chiesto di comprarle un microfono ed io, cretina, le ho perfino detto no trovandolo un oggetto inadeguato alle mie aspettative di gioco. Stamattina ovviamente le ho comprato un mini impianto karaoke e pianola e lei, felice, ancora adesso sta cantando e tenendo conferenze micorfono alla bocca ... ovviamente solo in presenza mia e del nostro cane ma credo sia prematuro aspettarsi di meglio. Lisa si arrabbia perchè il microfono non è ben amplificato, perchè non riesce a farsi sentire fino al Polo dice e aggiunge che lei, sì, che sa parlare bene.

Lisa si cura con astuzia e con l'intelligenza che io non ho avuto nel negarle in prima battuta quel regalo. 

e le altre frasi? quelle che mi diceva e che io non riuscivo a decifrare? tutti i suoi messaggi lanciati? Che me ne faccio adesso che per me rappresentano la misura del mio senso di colpa?

"mamma, io VOGLIO parlare ma mi vergogno" 

"mamma NON CI RIESCO, non so perchè non riesco a parlare"

"a cinque anni tutti  i bambini parlano? allora anch'io a cinque anni parlerò"

Ho parecchio su cui lavorare.

 
 
 

il nostro primo giorno insieme

Post n°1 pubblicato il 16 Marzo 2007 da liberamente0dgl

scavallo le gambe e la distanza tra me e la porta trasuda un interminabile silenzio

mutismo selettivo sta per "mia figlia è normale, molto più che normale, normalissima, gioca, ride, scherza, annusa i fiori, si riempie la bocca di zucchero filato, detesta la lattuga ma non può dirlo" .

mentre tutti in classe all'appello rispondo "presente" e corrono a prendere il biscotto lei non mima nemmeno la parola, immobile, resta appesa al suono della propria voce che forse lei sente tuonare dopo scariche di fulmini nelle proprie orecchie. 

otto ore a scuola fatte di minimi sorrisi e nessuna parola e quando esce deve schiarirsi la voce prima di potermi chiedere se andiamo al parco a giocare. 

come ho fatto a non sentire prima di oggi il suo silenzio? non saprei, forse è peccato, forse è colpa, forse è dolo o forse è solo la pazienza di aspettare che lei decida di parlare.

poi come una ghigliottina fuori dal tempo appare una diagnosi e il suo silenzio diventa il sottofondo della mia nuova consapevolezza.

da oggi abbiamo un ospite in famiglia: mutismo selettivo ed è l'inizio di una nuova storia

 
 
 
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