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La via del Sale


Eccoci quindi arrivati alla parte finale del periodo "amarcord" di myR80GS, non è certo conclusivo, ne esaustivo, ma i mezzi erano quelli che erano ed è già tanto se sono riuscito a ritrovare un po' di documentazione da unire ai miei ricordi e alle poche foto scattate in quell'occasione, quale occasione? La via del Sale ovviamente, un nome che ogni volta che viene evocato provoca irrefrenabili "pruriti" a chi non l'ha mai fatta e l'ha metabolizzata come un tracciato "mitico".Se qualcuno vi dice ostentando sicurezza "la via del Sale parte dal punto A e arriva al B passando da questo itinerario ....." non è nel giusto, basta infatti documentarsi con una semplice ricerca su Internet per capire come parlare di questa via sia tutt'altra cosa, vi cito ad esempio la definizione data da Wikipedia:---La via del Sale era un tracciato che anticamente alimentava il commercio del sale. Non esisteva un'unica via del sale; i varì popoli emiliani, lombardi e piemontesi avevano ognuno la propria rete di sentieri e collegamenti per portare le merci, principalmente lana ed armi, verso il mare e recuperare il sale, allora prezioso per la conservazione degli alimenti.Mettendo in comunicazione la Pianura padana con la Liguria o i territori francesi della Provenza, permetteva il commercio di questo materiale prezioso, elemento indispensabile per l'alimentazione e la conservazione dei cibi, di difficoltoso reperimento nelle regioni del settentrione lontane dal mare. * Le vie del sale emiliane percorrevano la val Trebbia la val di Taro. * La via del sale lombarda seguiva tutta la valle Staffora (provincia di Pavia), percorreva il crinale che divide la val Borbera (provincia di Alessandria) dalla val Boreca (provincia di Piacenza) passando per il monte Antola per scendere in val Trebbia, a Torriglia, punto di incontro con i tracciati piemontesi ed emiliani e da lì raggiungeva agevolmente Genova. * Una delle vie del sale piemontesi metteva in comunicazione il territorio saluzzese con il Delfinato e la Provenza, in Francia, attraverso il tunnel del Buco di Viso.Oggi le vie del sale, perso il loro valore commerciale, sono divenute meta di escursioni e trekking, snodandosi in ambienti integri e di particolare interesse naturalistico.---
Per quanto mi riguarda l'ho percorsa interamente una sola volta, dedicandovi 5gg con quella ragazza che sarebbe poi divenuta mia moglie e che devo dire sopportò stoicamente il difficile percorso, a quei tempi (1984) quasi completamente sterrato salvo alcuni passi asfaltati e tratti di trasferimento; sono poi tornato diverse volte sia nel tratto ligure finale verso il mare, sia in quello piemontese e francece, ma mai ho riprovato le stesse sensazioni della prima volta vissuta come un'avventura.
La R80GS era strettamente di serie, con me avevo soltanto una bomboletta ripara gomme e un ricetrasmettitore in V-UHF (i cellulari non li avevano ancora inventati) con il quale, in caso di
emergenza sarei sicuramente riuscito a comunicare con qualcuno, consiglio in proposito la lettura del mio minicorso "comunicare in moto via radio" pubblicato su OnTheAir, l'abbigliamento aveva poco di tecnico: un paio di tute da pioggia BMW arancioni, stivali per me, scarpe da tennis (!) per mia moglie, borsa da serbatoio e borse laterali.Per fortuna non vi fu alcun inconveniente, salvo la dissaldatura del supporto dx della borsa laterale, rimediato con un po' di nastro americano, tante furono le volte in cui mia moglie dovette scendere e precedermi od aiutarmi in tratti sconnessi o con tremendi baratri nel vuoto, oggi mi rendo conto di quanto siamo stati incoscenti, abbiamo guidato per ORE senza mai vedere nessuno, niente GPS, mi basavo su alcune cartine stradali e dell'IGM recuperate in loco.
Il percorso lo pianificai a casa basandomi sulle cartine pubblicate da Motociclismo e Mototurismo aggiungendovi poi le IGM del tratto finale, quello piemontese/ligure che molti accreditano come principale via del Sale, tutte le sere dormivamo in un posto diverso arrivando distrutti a fine giornata, ricordo a Demonte il tempo di prenderci un brodino e poi via a nanna!Nel tempo i vari tracciati, soprattutto quello ligure, sono diventati inflazionati e
percorsi da chiunque che, senza conoscerne la storia, cerca soltanto l'adrenalina della guida in derapata, magari con moto da cross senza targa, ecco quindi i divieti comparsi in questi ultimi anni, guarda caso indirizzati proprio ai mezzi a due ruote motorizzati, mentre 4x4 e SUV enormi e potenti possono tranquillamente transitare.
In questi ultimi anni ho ri-scoperto invece alcuni affascinanti strade militari e non nel territorio francese, non so per quanto rimarranno ancora percorribili, parlo del Gevaudan, delle Cevennes, del Parpaillon e di tanti altri tratti sconosciuti ai più, ne ho parlato su OnTheAir dove ne troverete ampia documentazione nei box di dx; se invece volete tornare indietro un quarto di secolo cliccate sul thumbnail sotto, qualche foto della via del Sale sono riuscito a recuperarla, ma per carità, non mi chiedete ulteriori spiegazioni, rivolgetevi invece a tutte quelle miriade di associazioni, club o comunità di cui troverete ampia traccia su Internet e che ogni anno organizzano "mandriate" a zonzo per strade "salate"!
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