Creato da mystical_BLACK_DEMON il 25/06/2007

tra magia e mistero

fantasy

 

 

Elfi  parte I

Post n°7 pubblicato il 10 Luglio 2007 da mystical_BLACK_DEMON
 

Nell'immaginario degli uomini, la storia degli Elfi è alquanto tormentata: nascono come divinità, decadono al rango di creature tra il grottesco e il malvagio, divengono i figli prediletti degli dei con Tolkien, invadono i giochi di ambientazione fantasy e infine rappresentano un ideale di vita...

«Su due sedie sormontate da un baldacchino di rami viventi. sedevano fianco a fianco Celeborn e Galadriel. Si alzarono ad accogliere gli ospiti, secondo l'usanza degli Elfi. Erano molto alti, e la statura della Dama pari a quella del Signore; i loro volti erano gravi e belli. Le vesti bianche, e i capelli della Dama di un oro intenso, e quelli del Sire Celeborn d'argento. lunghi e lucenti, nessuna traccia d'età. salvo forse la profondità dei loro occhi, penetranti come lance, eppur impenetrabili, abissi di arcaici ricordi.»

JRR Tolkien. il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello

I Sidhe (pronuncia Shee) sono il popolo fatato delle leggende celtiche con cui l'epopea elfica ha inizio La loro origine affonda in un mito ancora più antico, quello dei Tuatha De Danaann (la tribù della Dea Danu). la seconda delle popolazioni che occuparono l'Irlanda nel mito: fu il popolo che, grazie all'uso delle arti magiche, conquistò la supremazia sui fir Bolg. I Tuatha De Danaann arrivarono dal cielo avvolti in una nube con i loro quattro tesori magici: la Pietra del Destino, la Lancia di Lugh, la Spada di Danu il Calderone di Dagdha. Nonostante i poteri dei Tuatha, i successivi invasori, i Milesi, avranno poi la meglio. ma il rispetto per il nemico sconfitto e per la sua sapienza magica è tale, che i vincitori canteranno le gesta del popolo che li ha preceduti nel dominio dell'Irlanda, conferendogli un alone di divinità. I re Tuatha assurgono al ruolo di Dei, i Tuatha sono riconosciuti come un popolo permeato dalla magia. È così che nasce faerie, il luogo magico in cui i Tuatha, da ora riconosciuti come i Sidhe, si ritirano per ricomparire di tanto in tanto con le più svariate motivazioni (andare a caccia. danzare sotto la luna, rapire un bambino...). È una sorta di paradiso pagano, in cui i guerrieri combattono per rinascere dopo la morte, e vivono tra banchetti e divertimenti.

 
 
 

Mummia

Post n°6 pubblicato il 04 Luglio 2007 da mystical_BLACK_DEMON

Poter conservare il nostro corpo dalla corrosione del tempo dopo la morte, è veramente un'idea affascinante, sapere che tutti possono vedere come era il nostro aspetto in vita dà quasi l' impressione di poter, in qualche modo,sopravvivere alla corrosione della carne, e, sfidando il tempo, di essere sempre presenti di fronte a chi ci guarda.

 
 
 

Vampiri

Post n°5 pubblicato il 04 Luglio 2007 da mystical_BLACK_DEMON

Ciò che il vampiro rappresenta o ha rappresentato nell'immaginario e nella mitologia, una creatura fantastica e soprannaturale, orrenda e paurosa.
Credenze popolari: leggende e curiosità che rivestono questa figura, la rappresentazione di qualcosa che è riuscito a sfuggire alla morte a conquistare l'immortalità.

Con il termine "vampiro" si identifica lo spirito di una persona defunta o del suo cadavere, una creatura-simbolo delle forze del male che si agitano in una specie di vita quando "la luce del Sole é morta".
L'origine del Vampiro é antichissima e con diverse varianti, si perde nella notte dei tempi ed ha un notevole ruolo nella cultura di quasi ogni popolo.
L'origine del Vampiro si perde nella notte dei tempi, certi metodi osservati nelle necropoli preistoriche in cui grosse pietre sono piantate sul corpo dei morti per impedirgli di tornare dall'aldilà fa presupporre la credenza nel Vampiro.
Il più antico testo si legge in una tavoletta babilonese conservata al British Museum: una formula magica che serve a proteggere dai Demoni Notturni succhiatori di sangue,che erano gli Etimmé.
Gli antichi ebrei temevano l'Aluka (letteralmente "succhiatore di sangue"), un essere che assaliva i viandanti nel deserto.
La stessa Lilith, demone assiro diventato nella tradizione ebrea la prima e malvagia moglie di Adamo che era un demone del genere "Succubus", la variante femminile del genere "Incubus": golosa del seme umano entra di notte letto degli uomini e li prosciuga di ogni forza.
Da Lilith, le Lilin: queste succhiano il sangue dei bambini e se un bambino ride durante il sonno vuol dire che sta giocando con Lilith, per salvarlo occorre dire (possibilmente in ebraico) "Adamo, Eva, fuori Lilith!".

 
 
 

Inquisizione alle streghe

Post n°4 pubblicato il 30 Giugno 2007 da mystical_BLACK_DEMON

Anni di terrore: torture e processi sommari, questi sono i primi pensieri che questa parola evoca in tutti. Cosa è stata realmente l'Inquisizione chi erano i suoi membri, chi ha armato le mani di coloro che in nome della religione mutilavano, seviziavano ed alla fine bruciavano esseri umani, prevalentemente donne?

Sulla stregoneria è stato detto moltissimo.

Ciò che probabilmente è stato preso in considerazione da pochi è che essa possa essere considerata come una vera rappresentazione di un'intera epoca, della sua cultura, del suo floklore e delle forze in essa attive e dominanti.

Attraverso l'istituzione del tribunale dell'Inquisizione nel 1084 la Chiesa si preoccupò di ricondurre all'ortodossia i fedeli che deviavano dal dogma, esaminando e stroncando ogni tipo di eresia.Tuttavia la persecuzione delle streghe ha origini più antiche e, come per ogni fenomeno sociale, esso si è basato sul disagio delle masse.La storia delle persecuzioni, contrariamente a quel che si pensa, ebbe inizio nel 314 d.c. con il Concilio di Ancira che condannava coloro che praticavano la magia nera e i malefici. Nel 643 l'Editto di Rotari condanna le streghe e la stregoneria, ma al contempo, ambiguamente, indica i provvedimenti da adottare nei confronti di coloro che avessero arrecato danno alle streghe.

Le streghe infatti, erano considerate donne vittime delle loro stesse superstizioni, incapaci di gestire alcun potere e considerate, in definitiva, alla stregua di semplici pazze.
L'Editto di Liutprando (727), evidentemente in uno scenario storico già differente, pone più grande attenzione sull'aspetto eretico della stregoneria.
Da esso risulta che la stregoneria, considerata fenomeno pagano, offendeva profondamente la religione cristiana.
Nei testi alto-medioevali è possibile notare come i giuristi considerassero le streghe (striges, strigae, lamiae) alla stregua di "demoni femminili pagani, dediti ad atroci rituali notturni e al rapimento dei bambini, col fine di succhiar loro il sangue." Il Decretum (1138) che conserva la tesi del Bucardo di Worms (1025) che considera pratiche quali il volo come irreali, sosteneva l' effettività dell'unione sessuale rapporto tra le praticanti ed il maligno. Tra l' XI ed il XIII secolo il dibattito sulla stregoneria passò in secondo piano rispetto all'insorgere di pericolose eresie come quelle Catare e Valdesi, ed anche i vari processi contro presunti maghi e presunte streghe diminuirono al punto tale che ne furono trattati pochissimi casi.

Fu Innocenzo VIII a iniziare il 5 dicembre 1484, con la bolla "Summis desiderantes affectibus", la famigerata "Caccia alle streghe".

In quel documento così il Papa si pronuncia sul fenomeno: "Abbiamo ultimamente saputo, con afflizione, che in molte località, città, territori, regioni e diocesi della Germania, parecchie persone, uomini e donne, incuranti della propria salvezza e sviati dalla vera fede, si danno ai diavoli incubi e succubi. Mediante formule, incantesimi, scongiuri o altro abominevole sortilegio criminale, essi operano affinché le donne abortiscano e siano resi sterili, soppressi e distrutti, i feti degli animali, i prodotti della terra, l'uva delle viti, i frutti degli alberi".

I protagonisti assoluti della persecuzione furono i frati domenicani Jakob Sprenger ed Heinrich Institoris, gli autori del trattato Malleus maleficarum , ma anche giuristi, scienziati e teologi: Fu l'inizio di una atroce caccia che si trascinò per molto tempo e che travolse soprattutto donne accusate di aver rinnegato la fede cristiana per il diavolo, compiendo, in suo nome, terribili delitti contro l' umanità. Furono condannati per stregoneria sia uomini che donne anche se queste ultimo in numero estremamente superiore.

 
 
 

Antropologia della morte parte III

Post n°3 pubblicato il 29 Giugno 2007 da mystical_BLACK_DEMON

Sono tre i modi che l'uomo ha di affrontare la Morte:

  • Negazione: consiste nel negare che l'avvenimento spiacevole sia accaduto
  • Diniego: consiste nel rifiutare la realtà. Ignorare l'esistenza dell'accaduto. Di solito si presenta in psichi poco sviluppate, infantili, persone con Io debole o disturbato;
  • Rimozione: è una tendenza a tener fuori, espellere, bandire dalla coscienza idee o impulsi inaccettabili, rendendoli inconsci.

Per rendere l'idea di quanto l'uomo possa essere spaventato da questo avvenimento, basti pensare alla sindrome di Cotard. Questa sindrome è uno stato psichico da fasi depressive, tendenze suicide e idee di negazione attraverso le quali si ha la sensazione di non possedere più il corpo, organi o addirittura un'Anima, arrivando così alla convinzione di non poter morire.

Dal 600 si notano alcuni cambiamenti nella rappresentazione della morte cristiana, la fonte essenziale fu: "esercizi spirituali" di Sant Ignazio Loyola. In questi esercizi lo sguardo è rivolto costantemente alla morte.

Ne è inclusa anche una meditazione nella quale si affronta il transito finale:

  1. incertezza del tempo della Motre;
  2. separazione dagli amici e dalla famiglia;
  3. angoscia con la sorte dell'Anima e del corpo
  4. ansia di dover rendere contodi tutti gli atti di questa Vita;
  5. terrore al pensiero del giudizio;
  6. estrema unzione;
  7. aspetti fisici della Morte;
  8. meditazione sulla sorte dell'Anima e del corpo dopo la Morte;

I cambiamenti di cu parlavo sono palesi. Infatti l'uomo non è piu considerato diverso dagli altri esseri viventi e non viene più gratificato con l'illusione di un'inesistere universo ultraterreno ma nazi, lo si invita a godere il tempo che resta.

Nella dottrina stoicista si cerca di liberare l'evento dalla Morte dalle sue cariche di terrore e di accettarla come evento naturale che, dimenticando la promessa di una Vita ultraterrena, appartiene all'ordine delle cose.

Secondo un'altra corrente si paragona ad un sonno profondo ed irreversibile.

Geremia scrisse:

"l'inebrierò affinchè si assopiscano e dormano un sonno sempiterno, ne mai più si ridestino"

Geremia51:39

In seguito con l'avvento dell'Ellenismo si diffonde l'idea della resurrezione, così l'idea che la Morte sia un lungo sonno acquista nuovi significati. Il corpo decomposto nella Tomba è destinato ad un letargo in attesa del risveglio e non più al sonno irreversibile. Allora sarà riunito all'anima. E' in questo periodo che entra nel vocabolario comune la parola Cimitero ovvero Koimeterion = dormitorio.

 
 
 

Antropologia della morte part II

Post n°2 pubblicato il 26 Giugno 2007 da mystical_BLACK_DEMON

La morte ha una grande importanza nella mitologia popolare, nella letteratura, nelle arti figurative, e persino nei tarocchi. Viene rappresentata in genere come un sinistro mietitore (di presunto sesso femminile): uno scheletro coperto da un saio nero che impugna una falce.

ALTRE IMMAGINI DELLA MORTE

  1. la morte con la benda: indica la scelta casuale e cieca della persona.
  2. la morte falciatrice di grano (erba e fiori): indica che colpisce indifferentemente giovani e vecchi.
  3. la morte cavalcante: nasce dall'apocalisse
  4. la morte cacciatrice;
  5. la morte come giocatrice;
  6. la morte come becchino;
  7. la morte come cadavere;
  8. la morte che emerge dalle tombe.

Finchè l'uomo si mantiene attivo e produttivo la relazione con la morte non è cosciente, tutta via ne siamo assoggettati perchè la morte è compagna della vita. Il progredire dellla vita è sempre un morire parziale e continuo. Per procedere in avanti rinunciamo ad una parte di essa. Ogni obbiettivo raggiunto è come una chiusura con una parte della nostra esistenza.

L'uomo vive con la concretezza della morte, ma rimane sepre estraneo e matura l'idea irrazionale che non si verificherà visto che è assente e non si verificherà.

Heidegger parte dal "si muore". Il "si" tranquillizza l'uomo perchè non lo riguarda direttamente, ma terzi. L'idea dalla quale si dovrebbe partire è: "io muoio".

"ci compiaciamo di riposare nella società dei nostri simili: miserevoli come noi, impotenti come noi, essi non ci presteranno aiuto, si muore da soli"

Pascal

La Morte tocca la persona indipendentemente dal suo ruolo sociale. Essa pure essendo indivduale può essere considerata come una realtà socio-culturale.

E' la fine irrevocabile dell'uomo. Così la Morte non è più un passaggio ad una nuova vita. Invece tutte le religioni (escudiamo il buddhismo antico) prospettano una vita dopo il trapasso quindi, negano l'evento della morte. Intendono la vita attuale come male e quella ultraterrena felice. Francesco Bacone afferma che l'atto del morire non è meno naturale di quello del nascere. Secondo la teologia del cristianesimo la vita terrena, fatta di sofferenze, sarebbe solo la preparazione al morire, quindi alla liberazione della carne. Infatto gni teologia, fin dai tempi più antichi, intende lavita nella carne come sommo male destinato a concludersi nella putrefazione.

La Morte biologica determina il tentativo di respingere l'idea che la morte sia avvenuta e che il defunto continui a vivere in qualche forma. Infatti nelle religioni, dopo la morte, l'anima subisce un'eterna condanna o partecipa ad una beatidudine soprannaturale. Perfino nel folclore i canti funebri sono una sorta di rifiuto, rivolgendosi al defunto come se fosse ancora in vita. La paura può trovare motivazione anche nel fatto che solo recentemente sono stati pubblicati scritti su di essa, ma rimane comunque un argomento tabù.

 
 
 

Antropologia della morte part I

Post n°1 pubblicato il 26 Giugno 2007 da mystical_BLACK_DEMON

Cessazione dell'attività vitale negli organismi animali vegetali. Tutti gli esseri viventi hanno come destino ultimo la morte, ma solo gli uomini provano un'angoscia radicale, profonda e sconvolgente.

"La sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: muoiono questi come muoino quelli; e il soffio è uguale per tutti. L'uomo non ha alcun vantaggio sulla bestia: tutto infatti è vanità. Tutto va verso lo stesso luogo, tutto viene dalla polvere e tutto va alla polvere"

L'uomo si rende realmente conto della Morte solamente quando ne viene a contatto. Viviamo come se non dovessimo mai morire, Freud la definì "negazione". La guerra e i massacri non suscitano reazioni evidenti dell'uomo, nei confronti della morte. Intensificano di più le emozioni e i disastri naturali, cioè quelle cose che non possiamo controllare.

"La specie umana è la sola che sa di dover morire, ed essa lo sa solo attraverso l'eperienza" (Voltaire)

La morte ha inizio con la cessazione irreversibile di tre funzioni:

  • cardiocircolatoria: morte clinica
  • respiratoria: morte reale
  • nervosa: morte legale

Subentra a questo punto la morte biologica. Prima con il degrado del cadavere e in seguito con la distruzione completa di ogni cellula dell'organismo.

Sono tre anche le fasi di trasormazione del cadavere:

  • algor mortis (algidità cadaverica): è il processo fisico biologico della riduzione della temperatura corporea dopo la Morte;
  • rigor mortis (rigidità cadaverica): tutti i muscoli del corpo cominciano ad irrigidirsi, piu o meno contemporaneamente;
  • livor mortis (ipostasia cadaverica. livor=lividità): è la decolorazione del corpo dopo la Morte. Il sangue non essendo più pompato in circolo dal cuore, filtra attraverso i tessuti verso il bassoa causa della gravità, quando raggiunge la pella si formano delle macchie (macchie ipostatiche) che variano dal rosa, rosso, marrone, nero. Esse indicano la posizione in cui si è trovato il cadavere, e si iniziano a manifastare da 20 minuti a un ora dopo la morte.

La decomposizione, nonostante dia i primi segni dopo ore, inizia immediatamente dopo l'arresto della circolazione sanguigna e quindi dell'ossigenazione.

 
 
 
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