LIBERATE VOS EX INFERIS
"Benvenuti alla taverna del Angelo Oscuro. Io sono l'oste, Taur Maxime, e se avete qualche minuto, potete sedervi tranquillamente davanti al fuoco, all'ombra dei miei amici draghi, e ascoltare storie incredibili di giovani avventurieri, astuti ladri, potenti stregoni, che hanno varcato la soglia della mia taverna e mi hanno raccontato le loro avventure.
Per scoprire tesori hanno attraversato labirinti imprentrabili e bui, per salvare damigelle, hanno sfidato giganti e mostri, per un unico libro pieno di sapienza hanno tradito amici e ucciso senza pieta'.
Sedetevi dunque, sorseggiate la birra nera della Piana del Gufo, intingete il pane nella salsa piccante dei caldi Deserti del Fuoco e tendete le orecchie, perche' quanto sto per raccontarvi vi affascinera' oltre ogni limite."
Post n°30 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da mystical_BLACK_DEMON
I Cavalieri dell'Apocalisse sono quattro figure mitiche nominate nell'Apocalisse di Giovanni 6,1-8 e successivamente presenti nella cultura medievale. Sono quattro cavalieri, ognuno legato a una disgrazia, che cavalcherebbero sulla terra il giorno dell'Apocalisse, segnando la fine del mondo. I loro nomi sono: "Guerra, Pestilenza, Morte e Carestia". I quattro cavalieri non sarebbero portatori di libertà nella terra di Israele ma porterebbero rovina e distruzione in tutto il mondo dando inizio alla Fine del mondo. Nell'Apocalisse i quattro cavalieri vengono rappresentati come mali intangibili e inevitabili che l'umanità si porterà avanti fino allo sfociare della totale perdizione del genere umano Il cavallo bianco Il primo dei quattro cavalli, porta con sé un arciere a cavallo, quindi abile nell'uso delle armi, simbolo di supremazia bellica, secondo alcuni teologi, potrebbe rappresentare l'uso delle abilità fisiche, basandosi sul mondo moderno, gli imperi schiavistici del Terzo mondo. Il cavallo rosso Il cavaliere dal cavallo rosso possiede una spada affilata e potrebbe rappresentare l'Ira di Dio che si abbatte sulla Terra, difatti gli viene concesso il potere di uccidere e di infondere il desiderio agli uomini di sgozzarsi a vicenda. Il cavallo nero Il terzo cavallo sembra non fare uso di armi, poiché è portatore di una bilancia, quindi il cavaliere potrebbe portare un segnale di equilibrio, ma anche di carestia, con cui si potrebbero pesare i viveri rimasti. Il cavallo verde L'ultimo cavallo porta alle proprie spalle La Morte, rappresentata come uno scheletro che cavalca appunto un destriero scheletrico; nella Bibbia è scritto che ha il colore dei cadaveri in purtrefazione (verde) ed è il simbolo propriamente della pestilenza. Grazie Anakaerie |
Post n°29 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da mystical_BLACK_DEMON
I negromanti babilonesi erano chiamati Manzazuu o Sha'etemmu, e gli spiriti che essi invocavano erano detti Etemmu. |
Post n°28 pubblicato il 10 Dicembre 2007 da mystical_BLACK_DEMON
La necromanzia è l’arte esoterica di interpellare i defunti per predire il futuro, comunicare con le anime disincarnate per fini di divinazione. La praticavano i babilonesi, gli egizi, gli ebrei (di nascosto poiché era proibito dalla bibbia), i greci e i romani. E la praticano i medium che fanno le sedute spiritiche. |
Post n°27 pubblicato il 28 Novembre 2007 da mystical_BLACK_DEMON
Quella notte lei mi trasmise il suo dono oscuro, |
Post n°26 pubblicato il 23 Novembre 2007 da mystical_BLACK_DEMON
Licantropi, misteriose e leggendarie creature che da sempre fanno parte del mondo fantastico. Nell’Europa del cinquecento si diffuse un’altra credenza legata ai licantropi, quella della trasformazione nelle notti di luna piena. Credenza che si associò con legami oscuri con streghe e vampiri che portarono a roghi di massa nel Medioevo. |
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Post n°21 pubblicato il 11 Novembre 2007 da mystical_BLACK_DEMON
_________________________________ZZZ SEI PASSATA DAL MIO BLOG PER L'ENNESIMA VOLTA E MI HAI LASCIATO UN PEZZO DELLA TUA CREATIVITà SONO DAVVERO FELICE DI DI AVERTI CONOSCIUTO HAHAHAHAHAHA!! MI PIACEVA QUESTA EMO SI PERCHè TI HO CONOSCIUTO COSì.... QUI DENTRO HO DAVVERO POCHE AMICHE COME TE SI POTREBBERO CONTARE SU TRE DITA UN BACIO E PASSA QUANDO VUOI... solitamente non dedico post di questo genere a nessuna... ma per lei blaze0606, Anakaerie e Sonnya lo farei un bacio a tutti e buona lettura |
Post n°20 pubblicato il 02 Ottobre 2007 da mystical_BLACK_DEMON
Altre importanti storie sui draghi riguardano i paesi nordici; come omettere la leggenda di Beowulf? Questo è un classico esempio di leggenda sui draghi, tanto più che in Scandinavia, attorno al 1000 a.C. (l’epoca descritta nella leggenda) ci fu un immane incendio, che sembrerebbe provare l’esistenza del drago. Tuttavia, analizzando la leggenda, si scoprono alcuni dettagli che potrebbero ribaltare la situazione e scambiare i ruoli di protagonista e antagonista. |
Post n°19 pubblicato il 24 Settembre 2007 da mystical_BLACK_DEMON
Il più famoso Santo uccisore dei draghi è, naturalmente, Giorgio, Santo-soldato protettore dell’Inghilterra. Della sua storia si conosce ben poco: visse, nella zona di Diospolis, in Palestina; fu decapitato a Nicomedia per ordine di Daziano Preside, nell’ambito delle persecuzioni di Diocleziano, intorno all’anno 287. Nel XII secolo, importata dai Crociati, cominciò a circolare la leggenda secondo la quale San Giorgio, giunto a Silene (Libia) dalla Cappadocia, aveva ucciso un drago in procinto di divorare una principessa legata ad uno scoglio. Giorgio diventò l’uccisore di draghi per eccellenza, e fu adottato come patrono dell’Inghilterra da Edoardo III intorno al 1348. Il “Liber Notitiae Sanctorum Mediolanii” racconta che San Giorgio ha vissuto in Brianza, dalle parti di Asso. Un drago imperversava da Erba fino in Valassina, ammorbando l’aria con il suo fiato pestifero e facendo strage di armenti. Quando ebbe divorato tutte le pecore di Crevenna, la gente del paese cominciò a offrirgli come cibo i giovani del villaggio, i quali venivano estratti a sorte; il destino volle che tra le vittime designate vi fosse anche la principessa Cleodolinda di Morchiuso, fu lasciata legata presso una pianta di sambuco. San Giorgio giunse in suo soccorso dalla Valbrona, e, per ammansire la belva, le gettò tra le fauci alcuni dolcetti ricoperti con i petali dei fiori del sambuco. Il drago, docile come un cagnolino, seguì tranquillamente Giorgio fino al villaggio; qui, di fronte al castello, il Santo lo decapitò con un solo colpo di spada, e la testa del mostro rotolò fino al Lago di Pusiano. In ricordo dell’avvenimento, ancora oggi il 24 Aprile, giorno di San Giorgio, in Brianza si preparano i “Pan meitt de San Giorg”, dolci di farina gialla e bianca, latte, burro e fiori essiccati di sambuco. I Pan meitt si gustano tradizionalmente con la panna: per questo l’eroico San Giorgio, patrono dell’Inghilterra, dei militari, dei boy-scout e di Ferrara, è anche il protettore dei lattai lombardi, che un tempo tenevano in negozio un altarino a lui dedicato. |
Post n°18 pubblicato il 22 Settembre 2007 da mystical_BLACK_DEMON
Come detto in precedenza, la figura del drago nelle zone occidentali era sinonimo di carestia, distruzione e morte. Non ha bisogno di presentazione la ancestrale ed impari lotta dell'uomo contro il drago. Il drago come simbolo del Male in Europa dunque, per capirne il motivo basta ricordare i massacri e le carestie che portavano i draghi medievali al loro passaggio; quale migliore arma contro la manifestazione del male se non la Santità? Si pensi dunque alle leggende di San Marcello vescovo di Parigi, di San Romano e della Gargouille di Rouen, di San Silvestro che libera Roma dal drago dall' alito velenoso, che vive in una grotta profonda per accedere alla quale bisogna scendere centinaia di gradini... Importante anche la storia di Santa Marta che sconfisse un drago chiamato Tarasca: la leggenda racconta che nei tempi in cui Santa Marta stava evangelizzando la Provenza, un terribile ed enorme drago chiamato “Tarasca”, devastasse le fertili pianure della valle del Rodano e impedisse agli uomini di vivere tranquilli in quei luoghi. La Santa, venuta a conoscenza del fatto, inseguì la bestia nelle profondità dei boschi e la domò cospargendola di Acqua Benedetta e segnandola con il Segno della Croce. Infine, mansueta e addomesticata, legò alla sua cintura la coda del mostro e lo portò nell’odierna città di Tarascona, che dal drago prese il nome. La popolazione si vendicò dei soprusi e delle barbarie lapidando il drago. |
Post n°17 pubblicato il 17 Settembre 2007 da mystical_BLACK_DEMON
Fin dagli albori dei tempi, i miti e le leggende sono state popolate di mostri incantati, dalla forza sovrannaturale. I più potenti erano i draghi: creature con il corpo di serpente, le zampe da lucertola, gli artigli da aquila, le fauci di un coccodrillo, i denti di un leone, le ali di un pipistrello. I draghi avevano incredibili poteri sovrannaturali e, soprattutto, erano malvagi e distruttivi. In ogni mito, in ogni leggenda occidentale, il drago fa la parte del cattivo. L’origine dei draghi si perde nei meandri della storia dell’uomo: infatti compaiono nelle leggende di popoli del passato, sia europei che orientali, ma la loro concezione è notevolmente differente; mentre nelle zone occidentali i draghi erano considerati l’incarnazione del male, portatori di distruzione e morte, in oriente erano visti come potenti creature benefiche. Perché dunque si è giunti all’idea del drago come di incarnazione del caos, come creatura che distrugge e non crea? |
Post n°16 pubblicato il 11 Settembre 2007 da mystical_BLACK_DEMON
Il castello di Glamis si trova a Tayside in Scozia. Esso è senza ombra di dubbio, assieme a Borley Rectory, che però oggi non esiste più, una delle dimore infestate più famose di tutto il Regno Unito. A questa principesca residenza è legato il sinistro e macabro "segreto degli Strathmore", la nobile famiglia inglese che fin dal XVI secolo ha abitato le sue stanze. Ma ancor prima che la maledizione degli Strathmore rendesse il castello un luogo tenebroso ed infero, il suo nome già era legato a terribili e drammatiche disgrazie. Infatti, secondo una leggenda, quando ancora il castello non era stato costruito, nel X secolo, esattamente sul luogo in cui sorgerà più tardi, Macbeth uccise suo cugino il re di Scozia, Duncan I. A dire il vero però gli storici ritengono che l'omicidio, raccontato peraltro anche da Shakespeare, fosse avvenuto un po' più a nord, presso Elgin. Dopo poco, nel 1034, un altro re di Scozia, Malcom II, fu tagliato a pezzi da un gruppo di ribelli all'interno del castello. Il suo sangue formò sul pavimento una enorme macchia che non si riuscì mai a cancella e che ancora oggi è perfettamente visibile (la vicenda della macchia di sangue ispirò probabilmente Oscar Wilde per il suo spassoso Fantasma di Canterville, in cui egli narra un episodio simile).
Il castello di Glamis, Tayside (Scozia)
Molti però ritengono che l'origine delle numerose morti legate al castello sia da far risalire a Sir John Lyon che, nel 1372, acquistò il castello di Glamis. Nella sua dimora precedente, il palazzo Forteviot, vi era un calice che, secondo la leggenda, non doveva assolutamente essere spostato dal luogo in cui era conservato, pena terribili disgrazie che si sarebbero abbattute senza pietà sulla stirpe di colui che avrebbe osato fare una cosa simile. Sir John, incurante di questa stupida diceria, portò il calice nella sua nuova residenza. Da allora, per generazioni e generazioni, tra gli abitanti di Glamis si verificarono misteriose ed orribili morti. Ad iniziare proprio da sir John, che, undici anni dopo essersi trasferito a Glamis, perì in un duello.
Nel XVI secolo fu la volta di Lady Campbell, la moglie del sesto conte di Glamis. Sospettata d'aver tentato di avvelenare re Giacomo V, marchiata dell'accusa di stregoneria, trascorse gli ultimi anni della sua vita nelle segrete di una prigione sotterranea, prima di morire sul rogo, davanti al castello di Edimburgo. Si dice che dopo il supplizio abbia fatto ritorno a Glamis, in veste di spettro, e che disturbi la calma del maniero dondolandosi in una vampa di fuoco, proprio sopra l'orologio della torre.
LA STANZA SEGRETA Nel XVII secolo il castello fu ereditato dal conte Patrick Strathmore, che la storia e la leggenda vogliono essere un individuo violento e di costumi dissoluti, divorato dal gioco ed eternamente ubriaco. Su di lui circolavano due sinistre leggende. Si diceva infatti che avesse rinchiuso in una stanza segreta un suo figlio nato deforme, verso il 1800. Egli era una creatura deforme, senza collo e con braccia e gambe rattrappite, dotata però di una forza straordinaria. Per tenerlo lontano dagli sguardi dei curiosi, venne rinchiuso in una camera speciale, con una serratura massiccia. Fino ad oggi la camera segreta non è stata ancora ritrovata. A giurare sulla sua esistenza fu, però, addirittura Peter Underwood, uno dei più famosi Ghost Hunters (cacciatori di fantasmi) del Regno Unito, autore tra l'altro di un opera fondamentale per tutti gli appassionati di ectoplasmi, una vera e propria guida ai fantasmi britannici. Underwood riteneva infatti che la stanza segreta fosse stata costruita attorno al 1684 e che qui il mostro di Glamis fosse stato rinchiuso fino alla data della sua morte, nel 1921 (dunque ultracentenario!!).
La stanza segreta e lord Patrick, però, come già detto, sono legati ad un'altra orribile leggenda. Si racconta che Patrick, accanito giocatore, abbia perso la sua anima giocando a carte con il Diavolo. Tale partita sarebbe avvenuta per l'appunto nella stanza segreta. Ancora si dice che il conte rinchiudesse i suoi nemici nella stanza segreta, lasciandoli morire di fame. I disgraziati, spinti dalla disperazione non solo iniziarono a mangiarsi l'uno con l'altro, ma arrivarono al punto di strapparsi a morsi dei pezzi di carne dalle proprie braccia. A conferma di questa tradizione due fantasmi, un negro ed un bianco, che subirono appunto questa atroce sorte, si aggirerebbero ogni tanto nei pressi del castello.
Agli inizi del Novecento il XIV conte Strathmore organizzò nel castello una festa, durante la quale egli pensò di organizzare una ricerca della stanza segreta. Allora gli ospiti girarono per tutte le stanze, appendendo a ciascuna finestra un lenzuolo bianco. Dopo che ebbero finito, si ritrovarono tutti nel giardino e, con loro grande stupore, si accorsero che ben sette finestre erano senza lenzuolo. Si cercò a quel punto di individuare le stanze corrispondenti, ma ogni ricerca fu totalmente vana. A prendere sul serio questo racconto, sembrerebbe dunque, non solo che la stanza segreta esista, ma anche che ce ne sia più di una.
La stanza segreta interessò anche Walter Scott. Lo scrittore scozzese nottetempo si recò, allo scopo di trovare la stanza in cui lord Strathmore e il Diavolo avevano giocato a carte, nella cripta della torre. Accompagnato da un valletto che faceva luce con la torcia attraversò un corridoio, le cui pareti erano piene di muffa e trasudavano umidità, in mezzo allo squittire costante dei topi. All'improvviso vide una luce brillare e di fronte a lui comparvero due nobili, uno dei quali doveva essere proprio Patrick, che seduti attorno ad un tavolo giocavano accanitamente a dadi, imprecavano, bevevano e maledicevano Dio. Ad un tratto il demonio, attirato dalle bestemmie, apparve nella stanza. Il Diavolo costrinse i due nobili a giocare per tutta l'eternità. Ancora oggi qualcuno dice di aver sentito provenire da qualche parte del castello un chiaro rumore di dadi che scivolano sul tavolo.
Più tardi Walter Scott scrisse "Devo ammettere che quando udii le porte che venivano chiuse, una dopo l'altra, dopo che la mia guida si era ritirata, cominciai a sentirmi troppo distante dai vivi e troppo vicini ai morti."
ALTRI FANTASMI Molte altre sono le entità soprannaturali che, di notte, popolano il castello. C'è la donna senza lingua che va girando per il parco indicando a chiunque incontri la sua menomazione, c'è The Mad Earl's Walk, un folle che, nelle notti di tempesta, si aggira per il castello percorrendo sempre lo stesso tragitto. C'è un bambino che siede davanti alla camera della Regina Madre e che si suppone fosse un servo maltrattato dai padroni.
Lady Halifax disse di aver visto, una volta, due giocatori di dadi nella Blue Room, una stanza del castello. Si dice infine che ci sia una porta che si apre ogni notte, anche quando la si blocchi con dei fermi. LA MALEDIZIONE DEGLI STRATHMORE Si dice che la famiglia degli Strathmore nasconda un terribile segreto che ogni discendente maschile deve rivelare al figlio nel giorno del ventunesimo compleanno. Nessuno sa logicamente di quale segreto si tratti nè quanto antico sia, per la prima volta questa storia si conobbe nel 1904, quando il XIII conte, Claude Bowes-Lyon, a ventun'anni, ammise pubblicamente l'esistenza di un segreto e ad un suo amico disse queste testuali parole: "Se solo sapessi la natura del nostro segreto ti getteresti in ginocchio e ringrazieresti Dio per esserne immune". Il figlio di Claude, ovvero il XIV conte, fu informato, come avveniva da secoli ormai, del segreto di famiglia quando compì 21 anni, non resistendo a tale fardello, confidò il segreto al giardiniere, il quale senza pensarci due volte fece i bagagli e si allontanò per sempre dal castello. Oggi la discendenza maschile degli Strathmore si è estinta, il castello è di proprietà della nipote del XIV conte, la quale, quando interrogò l'ex-giardiniere, cercando di farsi dire quale fosse il segreto, per tutta risposta egli le disse: "Siete fortunata a non conoscerlo, e non lo saprete mai, perché sareste altrimenti la più infelice delle donne".
Probabilmente non avremo mai modo di conoscere questo terribile segreto. |
Post n°15 pubblicato il 17 Luglio 2007 da mystical_BLACK_DEMON
Esistono tre possibili approcci al "Graal". Un primo approccio considera il Graal come un oggetto dalle precise caratteristiche fisiche, nella maggioranza dei casi legato alla figura di Cristo. Tale connessione risale al 1200, quando il francese Robert de Boron scrisse il Roman de l'Estoire du Graal, dove il Graal venne identificato con il calice utilizzato da Gesù durante l'Ultima Cena; nello stesso si dice che fu raccolto il sangue versato durante la Crocifissione da Giuseppe d'Arimatea. Esistono numerose altre teorie circa la natura fisica del Graal: è stato variamente identificato con una pietra caduta dal cielo, di origine forse meteoritica, con l'Arca dell'Alleanza, con un libro scritto da Gesù stesso, con la Sindone di Torino, con un gioiello caduto dal cielo insieme a Lucifero, con la macchina che Mosé utilizzava per produrre la manna… Motivo comune degli studi dedicati a questa categoria "fisica" sul Graal è il tentativo di identificare con assoluta precisione il luogo ove dimorerebbe l'oggetto. Il filone di questi studi si può definire "Linea Archeologica". |
Post n°14 pubblicato il 17 Luglio 2007 da mystical_BLACK_DEMON
Secondo la mitologia le prove da superare per raggiungere il Graal sono tre.
Cos'è il Santo Graal? Un calice? una pietra? Un libro? Poeti scrittori ed esoterici hanno diverse opinioni in proposito. La storia sul Graal coinvolgerebbe direttamente o indirettamente personaggi di grande rilievo come Leonardo, re Artù, Isaac Newton e pare intrecciarsi misterisamente con con quella di un altro oggetto di culto la Sacra Sindone custodita a Torino. Una delle possibili etimologie di Graal comprendente l'attributo "San": "San Graal" appunto, sarebbe l'errata trascrizione di "Sang Real" ovvero "Sangue Reale". Il sangue sarebbe quello di Cristo contenuto nella coppa, ma per altri commentatori il termine sangue designa una dinastia. La stirpe di cui i ricercatori Michela Baigent, Richard Leigh ed Henry Lincoln hanno scoperto l'esistenza dopo una appassionata ricerca sarebbe la dinastia di Gesù. Salvatosi dalla crocifissione, il redentore avrebbe generato dei figli, da cui sarebbe nata la dinastia francese dei Merovingi. L'ipotesi, descritta in The Holy Blood and the Holy Grail (il Santo Graal, mondadori, 1984) non si ferma qui. Certe misteriosa carte rinvenute dal parroco Bérenger Saunière nell'altare della chiesa di Rennes-le-Chàteau sarebbero state il punto di partenza per il ritrovamento di altri documenti i quali proverebbero che, lungi dall'essersi estinti nel 751, i Merovingi (quindi gli eredi diretti di Cristo) sarebbero ancora tra noi, protetti dalla antica società denominata "Priorato di Sion", il cui scopo sarebbe quello di ripristinare la monarchia al momento opportuno. Come i "Superiori Sconosciuti" di Agharta, i membri del priorato, di cui sarebbero stati i Gran Maestri, tra gli altri Nicola Flamel, Leonardo Da Vinci, Ferrante Gonzaga, Robert Fludd, Victor Hugo, Claude Debussy, Jean Cocteau, costruirebbero una "Sinarchia" o governo occulto che, ormai da quasi un millennio, influisce sulle scete (politiche o d'altro genere) dei governi ufficiali. |
Post n°12 pubblicato il 16 Luglio 2007 da mystical_BLACK_DEMON
L'Ordine deI Cavalieri Templari, altrimenti detti Cavalieri del Tempio di Salomone, nacque nel 1118 a Gerusalemme con l'intenzione di offrire aiuto e protezione ai pellegrini sulla strada del Santo Sepolcro. I fondatori furono nove, guidati da Hugues de Payns: a loro fu offerto un ricovero nei pressi delle rovine del Tempio di Salomone, da cui il nome dell'Ordine. |
Post n°11 pubblicato il 16 Luglio 2007 da mystical_BLACK_DEMON
Un altro aspetto singolare del rapporto tra Elfi e Umani e il recente utilizzo della figura mitica dell'Elfo come ideale di vita alternativo. Avrete sicuramente sentito parlare delle comunità di Elfi che si sono insediate in alcuni sobborghi abbandonati delle montagne toscane della Garfagnana. Si tratta di piccoli gruppi, che vivono senza elettricità o acqua corrente, coltivando la terra e producendo oggetti di piccolo artigianato. Talvolta li troviamo a fiere e feste di paese, dove vendono collanine, bracciali.. Per un giocatore di ruolo o per un appassionato di letteratura fantastica parlare con uno di loro, o semplicemente vederli scendere dal bosco per andare a far provviste in paese, può essere un'esperienza molto profonda. Anche la New Age, filosofia religione che dal mondo anglosassone sta contagiando un po' tutto l'Occidente, rifacendosi per certi aspetti alla mitologia celtica, e comunque a un rapporto più equilibrato con la realtà che ci circonda, accoglie elementi elfici. Sentir parlare di consapevolezza di sè e armonia con la natura non può non far pensare agli Elfi di Lothlorien e alla loro capacità di comprendere la bellezza del Bosco Dorato. Lungi da noi l'intenzione di darsi ad analisi sociologiche, ci piace segnalare l'esistenza di questo approccio filosofico come conferma del fascino che gli Elfi continuano a esercitare sull'immaginario: il mito di un essere perfetto, malinconico nella sua perfezione, altero e al di là del tempo che scorre, e probabilmente immortale. |
Post n°10 pubblicato il 16 Luglio 2007 da mystical_BLACK_DEMON
La storia degli Elfi in Tolkien è quindi epica e drammatica: le vicende della Terra di Mezzo costituiscono una vera e propria storia morale di cui gli Elfi sono protagonisti, e il loro destino è direttamente correlato a quello delle divinità. I temi classici di ogni mitologia sono chiaramente presenti: la vita nel paradiso terrestre , la caduta, la ribellione contro la divinità, il riconoscimento del Male e la lotta contro di esso. L’Elfo è quindi una creatura permeata di essenza divina, e che è amica degli dei. Questa sua posizione lo rende di conseguenza un essere alle soglie della perfezione, e in quanto tale bellissimo nell'aspetto, agile, slanciato, coraggioso, dotato di una profonda saggezza. Ma la perfezione può essere la causa di tremendi errori: lo testimoniano le scissioni in seno alla stirpe elfica, e soprattutto la facilità con cui l’Elfo, in nome della bellezza, cade di fronte alle tentazioni di Sauron. Non è un caso che la vicenda dell'anello abbia bisogno, per concludersi felicemente, del coinvolgimento delle altre razze dei Popoli Liberi (Nani, Umani e gli apparentemente insignificanti Hobbit). È indubbio il fatto che tutte le ambientazione successive hanno dovuto ‘fare i conti ’ con gli Elfi di Tolkien, talvolta banalizzandone la caratterizzazione. Così il distacco dalla realtà materiale, dovuto alla divinità degli Elfi, diviene molto spesso presunzione o razzismo o incapacità di relazionarsi con le altre razze, l'intenso rapporto con la natura e il pretesto per costruire personaggi in calzamaglia verde e calzature leggere. Naturalmente non mancano casi in cui la rivisitazione dei grandi temi tolkieniani e originale e innovativa: i Faerie di Cosile Folkenstein lasciano il loro regno incantato a caccia di avventure steam fantasy, perché trovano noiosa la perfezione dei loro stessi simili e amano la spontanea passionalità degli umani: i Sidhe di Changeling: the Dreaming incarnano la nobiltà e l'aura di perfezione che gia abbiamo trovato negli Elfi di Tolkien, tornando alla gioia selvaggia dei miti celtici in cui gli Elfi sono esseri belli e terribili che vivono al di la del tempo. La caduta dalla perfezione è un altro aspetto che accompagna la rielaborazione della elficità; è singolare che uno degli aspetti marginali della caratterizzazione degli Elfi in Tolkien abbia dato vita a una delle più interessanti rivisitazioni della elficità nei giochi di ruolo, gli Elfi Scuri, Quelli che per Tolkien erano la stirpe non toccata dalla luce del paradiso, diventano terribili creature dell'oscurità, richiamando così le tradizioni del folclore, che vedono alcuni esponenti dei Sidhe come malvagi e spaventosi (gli Sluagh o i Redcap). I Drow di Forgotten Realms sono una dello razze più sanguinarie e malvagie dell'intero multiverso di AD&D. Gli Elfi Scuri del mondo di Martelli da Guerra hanno origine dal fascino subito da alcuni Elfi alti per gli dei del Caos: la corruzione creò una stirpe che perse le consuete caratteristiche di fascino e bellezza e sviluppò una contorta malignità d'animo. Gli Elfi Scuri furono banditi dai Regni Elfici con una sanguinosa guerra civile, che li costrinse a rifugiarsi nelle oscure foreste confinanti con le terre del Caos, nell'estremo nord del Nuovo Mondo. Paradossalmente, un'ambientazione che rilegge gli stereotipi della elficità in una chiave originale e non banale è quella di Flintloque, che sovrappone l'orgoglio e il valore degli Elfi alla grandeur della Francia napoleonica: gli Elfi del Cristallo sono la razza del mondo di Valon con la migliore organizzazione militare. La rivolta del principe Mordred, con l'invenzione della Polvere Nera, e il motivo scatenante di un conflitto che seminerà morte e distruzione ovunque. Gli ideali elfici di superiorità si confondono con l'orgoglio della Guardia Imperiale napoleonica, la proverbiale destrezza in battaglia di queste creature veloci e agilissime richiama l'impressionante superiorità di manovra delle truppe francesi comandate da Bonaparte. |
Post n°9 pubblicato il 12 Luglio 2007 da mystical_BLACK_DEMON
Le trame tessute da Melkor Morgoth (l'Avversario) portarono ben presto alla guerra con Ungoliant. il terribile ragno gigante distrusse gli alberi e si impadronì dei Silmarìl, aprendo una stagione di freddo e oscurità. Assetato di vendetta. Firanor, alla testa dei Noldor, nonostante l'opposizione dei Valar, mosse guerra a Melkor. Ma per impadronirsi delle navi con cui arrivare nella Terra di Mezzo i Noldor combatterono contro i Teleri, divenendo così un popolo maledetto. Le schiere di Finwè arrivarono invece nella Terra di Mezzo attraverso Helcaraxe, il terribile ponte di ghiaccio. Ebbe così inizio la Guerra delle Gemme, ma solo l'intervento dei Valar riuscì a piegare Melkor: il Beleriand (le terre a ovest dei Monti Azzurri) era ormai ridotto a una terra desolata e per lunghi tratti sommersa dal mare... Solo una piccola parte. il Lindon, sopravvisse alla devastazione. Intanto, a Numenor nasceva il primo regno degli Uomini. Molti Elfi abbandonarono nuovamente la Terra di Mezzo. ma da quelli rimasti nacquero il regno di Thranduil di Bosco Atro (descritto ne Lo Hobbit) e di Galadriel e Celeborn a Lothlorien (a cui sono dedicate alcune delle pin belle pagine de lì Signore degli Anelli). Fu in questi tempi che fece la sua comparsa nella Terra di Mezzo Sauron (l'Aborrito), il Maia (divinità minore rispetto ai Valar) malvagio delle schiere di Melkor. Sotto mentite spoglie Sauron riuscì ancora una volta a volgere a suo favore l'amore per la bellezza degli Elfi: infatti spinse Celembrimbor Mano d'Argento a costruire gli Anelli di Potere. Le battaglie che seguirono furono terribili, e solo con l'aiuto dei Numenoreani gli Elfi riuscirono ad arginare le orde nere di Sauron. La risposta del Maia fu tremenda: Numenor fu distrutta. Aman e la Terra di Mezzo furono divise, Terreno e Ultraterreno non avrebbero più potuto convivere finche il mondo fosse infestato dalla presenza dell'Oscuro Signore. La nuova guerra contro Sauron vide la sua sconfitta, ma al caro prezzo della morte di Gil Galad, ultimo re dei Noldon ed Elendil, il fondatore dei Regni Numenoreani nella Terra di Mezzo lì resto, sarà storia che riguarda anche gli Hobbit... |
Post n°8 pubblicato il 10 Luglio 2007 da mystical_BLACK_DEMON
È con Yeates che arriviamo all'Elfo dell'epoca vittoriana; sostanzialmente un Folletto, una creatura di piccole dimensioni (se si escludono quelli giganteschi...) allegra e spensierata, che visita il nostro mondo per divertirsi alle spalle degli umani. In un certo senso, l'opera di Tolkien è uguale e contraria a quella di Yeates, Se il premio Nobel irlandese ha utilizzato le fonti folcloristiche per creare una narrativa mitologica moderna, l'autore sudafricano, da studioso delle letterature britanniche arcaiche, crea il suo mondo fittizio in primo luogo come laboratorio di linguistica. L’obiettivo e ancora quello di studiare il mito e di salvarlo dall'oblio, ma questa volta 'dall'interno', creando un mondo con lo scopo di scriverne la storia e la mitologia, e analizzarne la sua nascita. E in questa operazione gli Elfi occupano un posto fondamentale caratterizzando l'intera Prima Era, come narrato ne Il Silmarillion, mantenendo una posizione di primo piano nello sviluppo delle vicende della Terra di Mezzo fino alla distruzione dell'unico anello. Figli prediletti dei Valar (le divinità del pantheon tolkieniano), si destarono nella Terra di Mezzo presso il lago Cuivienen (acqua di Risveglio); ancor prima dell'esistenza del sole e della luna gli Elfi furono chiamati a vivere presso i Valar in Aman (le Terre Imperiture), per proteggerli dalla malvagità di Melkor (il Vala ribelle nel quale si ripete il mito della Caduta di Lucifero). Così si ebbe la prima scissione tra le stirpi degli Elfi: gli Avari (coloro che hanno rifiutato) non si recarono in Aman, dando origine agli Elfi Silvani o Elfi Scuri. Le stirpi dei Vanyar, dei Noldor e dei Teleri intrapresero invece la Grande Marcia, ma i Teleri, la stirpe piu' numerosa, si divisero: alcuni rinunciarono al viaggio, come i Nandor (che si rifiutarono di passare i Monti Brumosi), i Laquendi e i Sindar, che saranno poi noti come Elfi Grigi. Coloro che non hanno visto la luce di Aman, non essendone stati toccati, non avranno l'aura di bellezza soprannaturale che accompagnerà i discendenti di coloro che hanno intrapreso il viaggio verso Aman. Solo una minima parte arrivò poi ad Aman, trasportata su un'isola utilizzata da Ulmo, Vala delle acque, come imbarcazione. Vanyar e Noldor costruirono in Aman la città di Tirion e e il Porto dei Cigni (Alqualondè): e il tempo della Pace di Arda, alla luce di Telperion e Laurelin, gli alberi d'argento e d'oro. |
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Albert Einstein
Niente si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma.
Marcello Marchesi
E' sbagliato giudicare un uomo dalle persone che frequenta. Giuda, per esempio, aveva degli amici irreprensibili.
Byron
L'amore fa passare il tempo, il tempo fa passare l'amore
Jim Morrison
La solitudine è ascoltare il vento e non poter raccontarlo a nessuno.. Aristotele
La dignita' non consiste nel possedere onori, ma nella coscienzadi meritarli.
Salvator Dalì
L'unica differenza tra me e un pazzo, è che io non lo sono.
Benjamin Franklin
L'unica cosa su questa terra che non morirà mai è un ricordo.
Freak Antoni
Si dice che una volta tocato il fondo non puoi che risalire... Ame capita di cominciare a scavare
F. Nietzsche
Il vero amore pensa all'istante e all'eternità, ma mai alla durata
CITAZIONI
F. Nietzsche
Gli uomini invidiosi dal fiuto più sottile cercano di non conoscere troppo il loro rivale per potersi sentire superiori a lui.
G. C. Lichtenberg
Ci sono molti uomini che leggono per non dover pensare
Clapiers de Vauvenargues
Il difficile non è essere intelligenti, ma sembrarlo
Edgar Allan Poe
Coloro che sognano a occhi aperti sanne molte cose, che sfuggonoa quelli che sognano soltanto di notte...
Evelyn Waugh
Le buone maniere sono soprattutto un bisogno di chi è brutto. Ibelli possono permettersi qualsiasi cosa.
Legge di Jones
Colui che sorride quando le cose vanno male ha già trovato qualcuno a cui dare la colpa.
K.Gibran
La bellezza, nel cuore di chi la desidera è più sublime che negli occhi di colui che la vede...
Homer J. Simpson
Tutti commettono degli errori. E' per questo che hanno messo legomme sulle matite.
Pascal
Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno risolto, per vivere felici, di non pensarci.
Inviato da: padmaja
il 09/09/2009 alle 15:50
Inviato da: Ddraig
il 28/08/2009 alle 13:10
Inviato da: comelunadinonsolopol
il 02/08/2009 alle 17:10
Inviato da: marys80
il 25/04/2009 alle 01:09
Inviato da: RAISTLIN_00
il 17/01/2009 alle 15:12