Post n°107 pubblicato il 25 Luglio 2019 da un_uomo_della_folla
ho incontrato per strada questa immagine dolce di mio padre, sorrido mentre scrivo dolce perchè mettere insieme, nella stessa frase, le parole "dolce" e "mio padre", è una impresa di cui andare fieri. ma appena salvato lo scritto, correrò a cancellare dalla mia mente tutta questa storia e questi patetici pensieri l'ho visto per quanto si possa vedere una persona defunta da una ventinna di anni o quasi, minuscolo in grandezza e in spessore nella sua Fiat 126 gialla, anch'essa piccola, che andava bene per imparare a guidare, e riaccompagnare la tua ragazza la sera a casa dopo aver inseguito le sue labbra per tutta la giornata. lui aveva la solita giacca in renna che tanto amava, da non levarsela neppure sul divano per guardare la tv, forse pensando che, in caso di fuga, sarebbe tornata utile. o sperando di dover fuggire. c'era sempre un fazzoletto bianco a righine nelle tasche di quella giacca, lo stesso che al pronto soccorso conteneva quello che rimaneva di lui. un orologio di cui non ricordo la marca, e gli occhiali tipici dei bancari anni 80 sul sedile del passeggero della Fiat 126 gialla nella mia immagine c'era la classica borsa di pelle che forniscono in dotazione standard ai commercialisti, meno piena di quella degli avvocati, e più consumata. colpa delle tante scrivanie su cui era sbattuta. lo sguardo dritto davanti a sè, un sè dilagante. esisteva poco altro, e quel poco non faceva testo. ho inseguito per un po' quella immagine come si fa con gli uccelli in volo, poi ho violentemente ruotato la manopola del gas, e la moto mi ha scaraventato avanti portandomi via. ho scritto di te, ma non mi manchi e non mi sei mai mancato. dopo. dopo c'era la moto che accellerava sempre di più, il mondo che si faceva da parte scorrendo via. più complicato levarsi dalla mente quel tanfo di fumo, ma è bastato aprire la visiera del casco. e respirare l'asfalto caldo di luglio. sono venuto al mondo per tue sottrazioni
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Post n°106 pubblicato il 23 Luglio 2019 da un_uomo_della_folla
se avessi la percezione della distanza tra noi e la galassia di Andromeda o la nebulosa di Orione mi sbarazzerei di ogni telescopio o binocolo, per fortuna le vedo soltanto un po' più lontane del mio braccio proteso, tutto qui. questione di centimetri. la distanza che detesto, che amplifica i pensieri come le chiese con la musica, rendendo cupe tutte le note, anche quelle che cupe non vogliono sembrare. note che scivolano via alla velocità della luce. perchè da piccolo la febbre produceva incubi, e il peggiore era osservare matido di terrore il soffitto della stanza allontanarsi da me, per poi accorgermi che la mia stessa pelle si allontanava insieme alle pareti della stanza. mi espandevo in ogni direzione e l'orrore di perdere il controllo e smembrarmi riempiva lo spazio vuoto che restava. è quasi ripeto quasi affascinante notare come anche oggi che gli incubi sono solo minuscoli insignificanti ricordi, lontani nel tempo e nello spazio, anche ora... sentire ancora oggi la mascella leggermente serrarsi, contrarsi in un spasmo di leggera paura. affascinante sì, dentro di me non si muore, si resuscita al momento opportuno. o meno opportuno. distanze che io non so azzerare per pigrizia o per codardia. o forse perchè è sempre un po' troppo tardi. teneramente illudendomi che certe distanze in fondo servano a proteggere me e la mia vita fatta di comode certezze, quando invece questo immobilismo mi distrugge come l'espandersi insiema alla stanza da letto. e mia madre non c'era allora come nessuno è con me ora. a fermare le pareti di questa fottuta stanza non saprò mai se quell'incubo era ed è la soluzione ultima per raggiungere tutto e tutti
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Post n°105 pubblicato il 22 Luglio 2019 da un_uomo_della_folla
ho dimenticato cosa vuol dire sfiorare il corpo di una donna, tutte le volte che la vita quasi per errore, come una specia di malattia, si ricorda della mia piccola silenziosa esisteza, mi emoziono. non perdo mai occasione di emozionarmi, perchè non debba mai pentirmi di averlo fatto quando il tempo sarà scaduto. seguo il volo di una farfalla bianca
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Post n°104 pubblicato il 21 Luglio 2019 da un_uomo_della_folla
nelle favole lasci molliche di pane per ritrovare la strada e non perderti. io voglio perdermi e non ritrovarmi più. così lascio pezzi di me per strada, lascio persone mai conosciute per strada, ricordi, sangue, lacrime, canzoni dell'infanzia. per non ritrovarmi ancora me. sognando un universo parallelo dove le cose siano andate diversamente da queste. mi hanno illuso affermando con matematica certezza che questa cosa è possibile, che in un universo infinito ci sono infinte possibilità, e infinite possibilità significano che da qualche parte, anni luce a distanza da qui, sono semplicemente felice. Che tutto è andato esattamente come avevamo sognato. basta cercare nelle galassie che puntellano il cielo notturno, cercare un me che sorride. non dovrebbe essere troppo difficile da trovare, dato che tutti gli altri non lo fanno. infiniti universi paralleli, da qualche parte mi sono innamorato e lei mi ama. non ho segni di punture sulle braccia e sul cuore, no, non spine, fili d'erba, steli di fiore. petali non spine. rugiada non lacrime. sono in cammino, sbuffi di nuvole bianche mi fanno da soffitto, e senza la luce del sole ho il buoi dentro. sono tornato perchè le parole sono le uniche che non mi abbandonano mai
p.s foto mie come i pensieri e le parole. non ho miti da copiare o clonare. |
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Nickname: un_uomo_della_folla
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Sesso: M Età: 57 Prov: RM |
Inviato da: cassetta2
il 09/06/2020 alle 16:26
Inviato da: un_uomo_della_folla
il 20/11/2019 alle 10:01
Inviato da: fleurbleu17
il 20/11/2019 alle 09:51
Inviato da: un_uomo_della_folla
il 20/11/2019 alle 09:47
Inviato da: fleurbleu17
il 20/11/2019 alle 09:26