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« Il grande rifiutoADDIO CARLO »

CIAO CARLO

Post n°13 pubblicato il 02 Novembre 2009 da nannidelogu
 

Messa di estremo saluto  di Carlo  - 29 ottobre 2009 -

 

Le Letture:

Dalla lettera di S. Paolo Apostolo ai Romani 8,31b-39

Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelti? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto:«Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello».Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

 

Dal Vangelo secondo Luca13,31-35

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: "Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme".Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"».

 La Messa Corpore Praesenti, da noi la si celebra con un'aria di festa e di speranza per la gioia che il defunto gode della misericordia di Dio (c'era perfino il Coro di Nuoro). Tuttavia non è  trascurato il dolore e la sofferenza perchè unita a quella di Cristo è preludio di Risurrezione. Anche l'applauso fatto all'uscita del feretro dalla chiesa, ha il suo significato e ci stà  proprio bene perché come dice S. Paolo "Cristo Gesù è morto, anzi è risorto e intercede per noi! Chi ci separerà dal suo amore? Forse la tribolazione, l'angoscia, ...? Per causa Sua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a Colui che ci ha amati.

 Inoltre, per ricordarci che tutti un giorno saremo chiamati da questa vita, non è mancata la recita dell'antica preghiera:

"Liberami, Signore, dalla morte eterna, in quel giorno tremendo.

Quando i cieli e la terra saranno sconvolti.

Quando verrai a giudicare il mondo con il fuoco.

Timore e spavento mi afferrano in quel terribile giudizio.

Quando i cieli e la terra si muoveranno.

Giorno d''ira è quello, giorno di calamità e miseria,

giorno grande e amarissimo.

Quando verrai a giudicare il mondo con il fuoco.

L'eterno riposo dona a loro, Signore, e risplenda ad essi la luce perpetua".

 

I sacerdoti, per la celebrazione, hanno indossato i paramenti color viola, segno di mestizia si ma anche di attesa e di Speranza, come in avvento e in quaresima. Perché la morte di un cristiano non è fine a se stessa; la vita non è tolta ma trasformata, infatti  "se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell'immortalità futura" dice il Prefazio dei defunti I. E' vero che anche per noi cristiani la morte è partecipazione alla comune eredità di tutti gli uomini, "ma per un dono misterioso del Suo amore Cristo con la sua vittoria ci redime dalla morte e ci richiama con sé a vita nuova" (cfr Prefazio dei defunti V).  Un funerale allora è la festa dell'incontro con Dio. Per questo ho indossato l'abito come quando vado a una cerimonia importante. Quale migliore festa che andare incontro al Padre?

Allora non è la Messa da morto ma la Messa di chi è chiamato alla Vita, quella vera! eterna nella gloria.

Ecco che allora il significato della Ninna nanna, cantata dagli amici del coro di Nuoro a conclusione di tutto il rito funebre, ci ricorda questa verità di fede. La parola "cimitero" infatti, che deriva dal greco κοιμητήριον (koimetérion), significa "luogo di riposo", "dormitorio". Per il credente, il cristiano dorme nell'attesa della risurrezione.

 

La preghiera finale dice:

Nelle tue mani, Padre clementissimo,

consegnamo l'anima del nostro fratello CARLO

con la sicura speranza che risorgerà

nell'ultimo giorno insieme a tutti i morti in Cristo.

Ti rendiamo grazie, o Signore,

per tutti i benefici che gli hai dato in questa vita,

come segno della tua bontà e della comunione dei santi in Cristo.

Nella tua misericordia senza limiti, aprigli le porte del paradiso;

e a noi che restiamo quaggiù

dona la tua consolazione con le parole della fede,

fino al giorno in cui, tutti riuniti in Cristo,

potremo vivere sempre con te nella gioia eterna.

 Venite, santi di Dio, accorrete, angeli del Signore.

† Accogliete la sua anima e presentatela al trono dell' Altissimo.

 V. Ti accolga Cristo, che ti ha chiamato, e gli angeli ti conducano con Abramo in paradiso.

† Accogliete la sua anima e presentatela al trono dell' Altissimo.

 V. L'eterno riposo donagli, o Signore, e splenda a lui la luce perpetua.

† Accogliete la sua anima e presentatela al trono dell' Altissimo.

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