ED ORA SONO QUI

mi manchiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii :O( Alessandra.

ehi... ma che fine hai fatto!? non è che ti sei andata a rottamare pure tu!? fatti viva!!! Alessandra.

1 sorriso, cara! Alessandra ^___^

carissima... purtroppo, hai pienamente ragione! l'ignoranza (nel senso lato o stretto del termine) è una brutta "bestia"! ti auguro una buona serata ed una serena settimana, Alessandra.

figurati! a me dispiace solo di non essere abbastanza presente nei vostri blog, che per me sono come una finestra aperta sulle vostre vite e le vostre realtà... la vita vera è quella che viviamo fuori da qui e da questo cobtesto, ma (forse complice il monitor di separazione) ho conosciuto davvero persone uniche qui dentro... con la speranza che non ci si nasconda dietro post fittizi e non si utilizzi il web per altri motivi! no? ti saluto con un abbraccio virtuale ed un mega-sorriso, Alessandra.

Non sei assolutamente una voce fuori dal coro. Episodi come questo dovrebbero far riflettere sui comportamenti da adottare e sul vero stare insieme in famiglia e fuori dalla famiglia. I cosiddetti "grandi" tante volte, anzi troppe volte sono più bambini dei loro figli. Siamo tutti da rieducare. Grazie Alessandra del tuo intervento

al di là del gesto inaccettabile e tremendamente violento del figlio, non dimentichiamo di "guardare" anche il comportamento poco "adulto" del padre che (almeno per quel che racconta il ragazzo), oltre a sbeffeggiare il figlio per il suo modo di giocare, si è comportato male (e da bambino!)staccando i fili del gioco non appena il figlio ha mostrato segni di insofferenza ai suoi "abusi" psicologici! rimproverandolo, poi, sul fatto che il figlio giocasse troppo alla play-station... ma: 1. chi stava giocando con lui? e 2. chi dovrebbe dettare le regole per il vivere in famiglia (comprese le regolamentazioni sull'uso delle apparecchiature elettroniche in casa)? inaccettabile il gesto del ragazzo, ma non meno rimproverabile il comportamento del padre. E SCUSATEMI SE, CON QUESTE MIE AFFERMAZIONI, SEMBRERò UNA VOCE FUORI DAL CORO... Ti auguro un sereno week-end, con un sorriso, Alessandra.

ricordo quando il tatuaggio era un segno - indelebile - di chi era stato in carcere, un marchio che si portava con vergogna e che si cercava di camuffare in ogni modo, per non essere additato come una persona indegna di fiducia e di riscatto sociale... oggi è una moda, un must tra gli adolescenti (ma anche gli adulti non lo disdegnano!) che - a quanto pare - sta rischiando di trasformarsi in un'altro danno permanente per chiunque prenda con leggerezza una simile pratica... inorridisco al pensiero! e spero che chi tanto agogna il colorarsi la pelle oltre l'abbronzatura, ci pensi più che bene; per non arrivare all'irreparabile. 1 abbraccio e alla prossima, Alessandra.

Il tatuaggio oggi è una pratica molto comune in tutti gli strati sociali.Io da bambina (e forse ancora oggi) li associavo alle persone che erano state in galera che ,mi fu spiegato,per ingannare il tempo facevano tatuaggi anche molto grandi sul loro corpo.Questa tua notizia è davvero importante e associata alle mie considerazioni mi fa dire che forse è meglio evitare tatuaggi soprattutto quando li si usa per apparire diversi da quello che si è.

Sono sconcertato....