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E anche la Madonna, s'inchinò al boss. I carabinieri lasciano per protesta.

Post n°106 pubblicato il 07 Luglio 2014 da DukeInformer
 

Sono trascorsi solo 15 giorni da quando Papa Francesco, nella sua uscita pubblica nella Spiana di Sibari, ha tenuto il discorso con cui "scomunicava" i mafiosi della ndrangheta, in quanto amanti dei soldi che disprezzano il bene. Ok, non lo scopre Bergoglio, non li avremmo proprio definiti casti e puri, prima di sentire le sue parole. Ma qualcosa di importante c'è, nelle parole di un uomo che in pochi mesi di Pontificato ha cambiato (in meglio) il volto della chiesa. La denuncia, così forte, così d'impatto, nei confronti di una realtà diffusa su tutto il territorio Italiano, non era mai stata fatta prima, e assume un particolare valore simbolico, specialmente perché rivolta a frange violente, che spesso hanno nascosto la loro vera natura proprio sotto il cappello della religione, praticata manco a dirlo, nei suoi estremi più bigotti e timorati. Come disse Falcone, forse non a caso, diventare mafioso è come sposare una religione: non si cessa mai di esser preti ne mafiosi.

 

Il caso che fa discutere si è verificato poche ore fa:

Siamo alla processione della Madonna delle Grazie della frazione Tresilico di Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria. La processione avanza, poi ad un tratto si ferma. La Madonna, portata a spalla, viene voltata e fatta "inchinare" davanti alla casa di un noto boss dell'ndrangheta, poi tutto ritorna alla normalità e il corteo prosegue. In un clima surreale, dopo un gesto che fatichiamo a definire solamente come inusuale, i Carabinieri presenti alla cerimonia, insieme al Comandante della Stazione di Oppido hanno scelto di andarsene, quasi a voler sottolineare che lo Stato da loro rappresentato, non si sarebbe reso complice dello scempio che stava tristemente andando in onda. 

 

"Le parole del Papa sono state ascoltate da tutti ma poi in pratica non sono osservate. Quanto accaduto appare come una sfida a quelle parole". Lo ha detto all'ANSA il Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, circa la vicenda di Oppido Mamertina. "Il Papa - ha aggiunto - non ha rivolto un invito ma ha intimato a tutti di comportarsi da cristiani. Bene il comportamento dei Carabinieri che hanno capito quanto stava accadendo. La Procura farà il suo lavoro".

"Purtroppo - ha proseguito Gratteri - la storia si ripete. Ora voglio cercare di capire cosa faranno e quali saranno le azioni dei Vescovi della Calabria". "Così come voglio vedere - ha concluso - quale sarà il comportamento di tutti i sacerdoti. Mi auguro che la chiesa non abbia tentennamenti così come accaduto per la Vara (la sacra effige della Madonna, ndr) portata a spalle da gente che si professa cristiana ma che di cristiano non ha proprio nulla".

 

Ci sarebbe una spiegazione ufficiale dei fatti, caratterizzata però da risvolti ancora più inquietanti di quelli dell'inchino in sè. Come riportato dal Corriere della Sera, infatti, il parroco del paese, don Benedetto Rustico, sarebbe cugino di primo grado del boss della 'ndrangheta, Peppe Mazzagatti, omaggiato durante la processione del 2 luglio.

Una roba di Famiglia, manco a dirlo. 

Lo stesso Don Rustico, avrebbe invitato dal pulpito i fedeli presenti alla funzione, di inseguire e prendere a schiaffi un giornalista del Fatto Quotidiano, intervenuto per chiedere spiegazioni.

Tutto questo, in fondo, non fa altro che delineare un quadro che tutti ben conosciamo, basato sull'omertà, sui silenzi imposti o in qualche modo comprati, sulle domande strozzate in gola e gli sguardi orientati verso il basso, dinnanzi a quei coloro che possono permettersi anche di comandare la Santissima Madonna, legittimati da loro stessi e dai loro fratelli.

La sensazione, è quella di trovarsi di fronte a una realtà che non è mai cambiata, dai tempi de "Il giorno della civetta".

 
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