Creato da nemy.t il 08/01/2008 |
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POLITICA
Nel programma si doveva parlare di intercettazioni e giustizia
Il premier: "Non era opportuno". E sul gossip: "Inquina il dibattito politico"
Berlusconi rinuncia a Matrix
Veltroni: "Sarà guerra al decreto"
Il leader Pd promette battaglia in Parlamento. Nel Consiglio
dei ministri non c'è in odg il decreto sulle intercettazioni
ROMA - Silvio Berlusconi rinuncia a Matrix, dove avrebbe dovuto parlare di intercettazioni e giustizia. Un annuncio che giunge dopo giorni di polemiche tra maggioranza e opposizione, incentrate soprattutto sulla stretta alle intercettazioni voluta dall'esecutivo. E anche Walter Veltroni torna all'attacco e promette che il Pd darà battaglia in Parlamento sul decreto intercettazioni e sulla norma "blocca processi". "Che altro non è che "un mini indulto". Da una nota di Palazzo Chigi emerge che l'atteso decreto sulle intercettazioni non è stato inserito nell'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di venerdì mattina, anche se fonti di governo non escludono che durante la riunione l'argomento venga affrontato.
La giornata. Dopo una giornata di incertezze e smentite, è stato il conduttore della trasmissione di Mediaset, Enrico Mentana, a comunicare che il premier ha rinunciato a partecipare alla puntata, organizzata da giorni. Il presidente del Consiglio in persona, in una nota, sostiene che "il gossip ammorba la politica" e "i temi proposti dal programma (intercettazioni e giustizia) avrebbero fatto passare in secondo piano le tante cose fatte dal governo". Berlusconi spiega così le ragioni della sua decisione: "Il governo ha lavorato tanto e benissimo in questi primi due mesi di attività. Non mi pare opportuno e producente intervenire sui temi proposti da Matrix".
Il leader del Pd. Immediato l'intervento di Veltroni, che attacca il Cavaliere e dice che lui a Matrix ci andrà (martedì prossimo), ma non parlerà di gossip, bensì "delle questioni politiche e sociali che a me stanno a cuore". Il leader del Pd, al termine di una riunione del governo ombra, si pronuncia sulla norma blocca-processi, che definisce "un mini indulto" e promette battaglia in Parlamento, se questo provvedimento e il decreto sulle intercettazioni andranno avanti. E aggiunge che il Governo farebbe meglio a fare un decreto su "salari e pensioni". Se la maggioranza non toglierà di mezzo "un emendamento sul dl sicurezza che non ha nulla a che vedere con la sicurezza" e presenterà "un decreto sulle intercettazioni che sarebbe un atto incostituzionale", ci sarà, secondo il capo dell'opposizione, "un ulteriore inasprimento del clima in Parlamento".
La risposta di Fini alle opposizioni. Oggi è arrivata anche la risposta del presidente della Camera Gianfranco Fini alla lettera con cui ieri le opposizioni "unite" di Veltroni e Casini lanciavano l'allarme contro un "Parlamento espropriato dalle sue funzioni" a causa dell'ingorgo voluto dal governo e peggiorato dall'eventuale inserimento del decreto intercettazioni. Nella sua lettera Fini non nega che l'organizzazione dei lavori parlamentari sia stata "complessa", ma ribatte che sono stati assicurati "tempi adeguati per un esame approfondito dei vari provvedimenti", anche attraverso "l'intensificazione dei lavori". In particolare, questo riguarda "il decreto-legge in materia economica", precisa il presidente della Camera, che replica così alle critiche di Veltroni e Casini, che avevano bollato la Finanziaria - approvata dopo un dibattito di nove ore - come "inadeguata" a risolvere la crisi economica del Paese.
(3 luglio 2008)
FRANCO RICCIARDI-IL SOLE DI DOMANI.
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