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Post n°23 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da ConteOlivier
IL SALVAGENTE / DAL 14 GENNAIO Biscotti senza zucchero, giù la maschera Nonostante gli slogan sbandierino ai quattro venti “Sugar-free” il nemico numero uno dei diabetici è sempre in agguato. Il Salvagente - in edicola da giovedì 14 gennaio - pubblica un'analisi su un campione di 12 biscotti tra i più venduti. Ecco quali C’è chi li sceglie con la speranza di conciliare due desideri contrastanti: mangiare dolciumi e non ingrassare. Chi vi ripiega per soddisfare il palato senza mettere a rischio i livelli della glicemia, bestia nera dei diabetici. Qualunque sia la motivazione che spinge all’acquisto, sta di fatto che i biscotti senza zucchero sono in continua espansione, pur restando una nicchia delle 530mila tonnellate di biscotti prodotte ogni anno. Per i “sugar free”, il canale più ricco è quello del supermercato. Gli scaffali ne propongono d’ogni genere. Solo i Bio Ninì ne sono privi, mentre i biscotti assortiti danesi non ne riferiscono la quantità: certamente elevata, visto che il lactitolo è il secondo ingrediente dopo la farina. Nonostante gli slogan sbandierino ai quattro venti “Sugar-free” il nemico numero uno dei diabetici è sempre in agguato. Il Salvagente - in edicola da giovedì 14 gennaio - pubblica un'analisi su un campione di 12 biscotti tra i più venduti. Ecco quali
Fonte: Il salvagente |
Post n°22 pubblicato il 16 Dicembre 2009 da ConteOlivier
Attente agli zuccheri killer! Nella giusta quantità è indispensabile ma un consumo eccessivo può avere effetti nocivi sul nostro organismo. Ecco che cosa succede
Di fronte alla scelta tra un piatto di broccoli e sogliola e una fetta di torta pochi avrebbero dubbi. Eppure se sapessero quanto può essere dannoso il cibo zuccheroso nessuno avrebbe la minima esitazione. E non si parla di un po' di cioccolato di un dolce ogni tanto. Lo zucchero in sé non è dannoso se consumato nella giusta quantità (pari al 5-7% delle calorie giornaliere, ossia tra i 25 e i 45 grammi) ma una dieta ricca di zuccheri - come quelli contenuti nella maggior parte dei prodotti industriali ( merendine o bibite gassate, tra gli altri) - è capace di mettere a dura prova il nostro corpo come hanno dimostrato molti studi scientifici. Ma cosa accade di preciso, ad esempio, quando beviamo una tazza di tè o del caffè? L'energia e il crollo L'abbassamento delle risorse immunitarie Conversione in grasso Il danneggiamento del sistema cardiovascolare Perdita di memoria |
Post n°21 pubblicato il 10 Novembre 2009 da ConteOlivier
Ciao, articolo preso dal "Corriere della sera" di oggi 10/11/09. Ma io mi chiedo: e noi dovremmo essere contenti se gli scienziati hanno "creato" un nuovo tipo di mela in laboratorio?? Mi chiedo che cosa ne sarà delle virtu' e delle propietà nutritive di questo tipo di mela creata in laboratorio? Si resterà croccante...si avrà un colore meraviglioso..si sarà anche buona... Ma una mela (come tutta la frutta e la verdura) non deve essere bella esteriormente, puo' anche essere pessima alla vista ma deve essere naturale per mantenere le propie qualità. Invece anche queste mele, resteranno (come accade ora) minimo due anni e dico due, sul mercato e in celle frigorifere, prima di finire sulle tavole di noi poveri consumatori finali. Va bhè...cosi è !!! IN VENDITA FRA UN ANNOLa mela che rimane croccante per mesiL'hanno ottenuto scienziati australiani:«dura» 14 giorni a temperatura ambiente e molto di più frigorifero
IN VENDITA L'ANNO PROSSIMO - Ora il governo del Queensland sta cercando un partner commerciale per distribuire la RS 103-130 e spera di poter iniziarne la vendita già il prossimo anno. «Questa nuova varietà di mela è davvero dolce – ha detto a "The Independent” Tim Mulherin, Ministro delle Industrie Primarie del Queensland – ed essendo anche resistente alle malattie non richiede quasi pesticidi. I test iniziali sono stati eccezionali e su cinque tipi di mela assaggiati, la RS 103-130 ha ottenuto il punteggio più alto». La nuova mela non è geneticamente modificata in senso stretto, ma è stata prodotta in maniera tradizionale, selezionando un gene della varietà asiatica «malus floribunda», che avrebbe già una comprovata resistenza al «black spot». «Se questa nuova mela mantiene davvero le promesse, allora si tratta di un notevole passo avanti per i coltivatori – ha spiegato allo stesso quotidiano londinese Dez Barbara, ricercatore presso la «University of Warwick’s Horticulture Research International» – ma ciò non significa che questa varietà di frutto avrà successo, perché va prima sperimentata sul mercato. Quando si tratta di mele, bisogna sì considerare fattori come la facilità di crescita e di raccolta, ma anche il gusto dei consumatori, perché sono loro che devono poi scegliere un tipo di frutto anziché un altro».
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Post n°20 pubblicato il 06 Novembre 2009 da ConteOlivier
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Post n°19 pubblicato il 04 Novembre 2009 da ConteOlivier
Anche quanto seguirà...non è farina del mio sacco, pero' mi trovo perfettamente daccordo con quello che viene scritto e sarebbe interessante approfondire di più l'argomento.Tratto dal sito "Kataweb"....leggete e soprattutto ...riflettete!! sabato, 17 ottobre 2009 Ci sono piccole cose che a volte sfuggono. Non ditemi che ho scoperto l’acqua calda.
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Inviato da: ConteOlivier
il 03/11/2009 alle 16:40
Inviato da: lolita_72gc
il 03/11/2009 alle 13:58
Inviato da: ConteOlivier
il 15/10/2009 alle 14:12
Inviato da: Irma60
il 14/10/2009 alle 17:21
Inviato da: Irma60
il 14/10/2009 alle 17:18