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BERLUSCA PERDE IL PELO......
Berlusca perde il pelo ma non il vizio. E anche il pelo, comunque, poi se lo rifà trapiantare. Dalle pieghe del “pacchetto-sicurezza” ecco infatti spuntare un paio di emendamenti “ad personam”, che appaiono fatti su misura per il Cavaliere, i suoi amici e gli amici dei suoi amici.
Berlusconi, insomma, sembra fare una leggera confusione sul concetto di “sicurezza”, forse complice l’età non più verdissima. Nonostante lifting e tricotrapianti, settant’anni iniziano a pesare! Tuttavia, la piaggeria dei suoi collaboratori è talmente sconfinata che nessuno – a quanto pare! - osa farglielo presente. Come nella fiaba dei “vestiti nuovi dell’imperatore”, nessuno dei suoi cortigiani osa dire che “il re è nudo” o, in questo caso specifico, che il “pacchetto sicurezza” non si riferisce alla sicurezza degli affari di Berlusconi, ma a quella personale di tutti i cittadini italiani.
Non si capisce altrimenti come mai in questo (ormai) “decretone”, si sta infilando di tutto e il contrario di tutto. Si opera un sacrosantissimo giro di vite sulla piccola criminalità, però poi si legano le mani alla magistratura, che non può più predisporre intercettazioni a meno che non si tratti di reati che superano i 10 anni. Ovvero, restano esclusi tutti i reati (o quasi) che potrebbero essere commessi da politici nell’esercizio delle loro funzioni, o da affaristi disonesti. Peccato che tra i reati non più intercettabili ci siano anche rapimenti, rapine, stupro, pedofilia…. Insomma, quasi tutti i crimini più comuni ai danni dei cittadini. Altra bizzarria del decreto-sicurezza è quella di sospendere i processi “non necessari”, ovvero quelli che prevedono condanne inferiori a 10 anni. Ovvero, anche in questo caso, tutti quelli che riguardano la piccola criminalità e colpiscono più frequentemente gli italiani: scippi, zingari, furti in casa, truffa…. Un decreto-sicurezza che dà, come unica “sicurezza”, appunto, quella che la “certezza della pena”, in questo Paese, rimarrà un concetto astratto.
Per meglio garantire i cittadini, poi, il redivivo ministro Scajola (quello che diede del “rompicoglioni” a Marco Biagi che gli chiedeva la scorta) ha pensato bene di bloccare la “Class Action”, ovvero la possibilità di promuovere cause collettive contro banche, assicurazioni, enti, eccetera. Dulcis in fundo, nessuno si sogna di togliere qualche accisa governativa dal prezzo della benzina. Ma questo dev’essere un provvedimento a favore della “sicurezza” stradale: meno auto in giro, meno incidenti!
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