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PUNTI DI DOMANDA SENZA FRASE

Post n°399 pubblicato il 05 Marzo 2007 da hotcigar

Penso che l'ultimo Festival di Sanremo si possa collocare a buon titolo - se Mamma Rai non manda tutto in vacca l'anno prossimo - come spartiacque. Potremmo parlare, infatti, di un "prima e dopo Simone Cristicchi" (per tacere di Moro).

Io stesso avrei giurato che alla fine avrebbe vinto Albano, con un pezzo molto sanremese, e che Cristicchi si sarebbe dovuto accontentare del piazzamento d'onore o del premio della critica. Invece, contrariamente a quanto il carrozzone festivaliero ci ha abituati finora, la canzonetta ha lasciato il posto alla poesia quarant'anni esatti dopo il suicidio del poeta incompreso Luigi Tenco, avvenuto durante il Festival di Sanremo il 27 gennaio del 1967. Chissà che Cristicchi, mentre sollevava il Primo Premio, non abbia pensato anche a lui?

La canzonetta ha lasciato il posto alla poesia, ma anche alla riflessione sul dramma dei manicomi, molto spesso veri e propri lager, e sulla cattiva applicazione della Legge 180 che - come fin troppo spesso accade in questo sciagurato Paese - invece di risolvere la situazione l'ha solo ulteriormente peggiorata.

Sull'altro versante, quello dei "giovani", ha invece trionfato un altro brano-riflessione, un rap sulla mafia. Cosa a dir poco inconcepibile sul palcoscenico abituale del massimo disimpegno.

Per tacere del brano di Concato sulla disoccupazione dei cinquantenni e sui guasti dell'economia di mercato. O di altre canzoni assolutamente inusuali a Sanremo e comunque bellissime. Insomma - direbbe Berlusconi - più che al teatro Ariston, sembrava di essere sul palco del Primo Maggio.

Di questa sterzata del Festival su temi sociali e su problemi che riguardano un po' tutti, al di là del classico "abbandono da parte della/del fidanzata/o", dobbiamo ringraziare quel grande professionista che risponde al nome di Pippo Baudo. Ho avuto l'onore e il piacere di lavorare con lui anni fa e la conoscenza diretta del personaggio non ha fatto altro che aumentare la stima che già nutrivo nei suoi confronti.

Baudo è sempre stato una persona coraggiosa. Diplomatica come tutti i democristiani, ma che all'occorrenza non la manda certo a dire, litigando anche in diretta con direttori di rete o direttori generali, come è successo in almeno un paio di occasioni. Pronto a pagarne anche le spese.

Questa volta però, Fabrizio Del Noce sembra deciso a fargliela pagare "in anticipo". Evidentemente a quacuno dei piani alti non deve essere andato giù questo Festival "anomalo" e nonostante gli ascolti record e il trionfo - una tantum! - di critica, si è immediatamente parlato di rimpiazzare Superpippo con il più rassicurante Paolo Bonolis. Rassicurante per qualcuno, forse perché è personaggio Mediaset. E rassicurante per altri, perché probabilmente riporterebbe Sanremo su binari più "canonici", con rime amore-cuore e, come unico frisson alternativo, magari il solito Povia che dopo averci detto che I bambini fanno oh e che vorrebbe volare come fa un piccione, magari ci racconterà che la gallina fa coccodè (ma plagerebbe sia Cochi e Renato che Lucio Battisti) o altre consimili baggianate.

Naturalmente, a viale Mazzini negano tutto. Guido Paglia, capo delle Relazioni Esterne, definisce queste voci "una mascalzonata", anche se lamenta che in questa edizione il Festival ha perso il pubblico "Under 35".

Cosa che, a mio modesto avviso, appare piuttosto peregrina. Certo, Mamma Rai avrà i suoi sondaggi, ma non mi sembra che i "minori di 35 anni" non conoscano e non apprezzino Cristicchi e non siano disposti ad apprezzare Moro. A meno che a viale Mazzini non si pensi - come al solito! - che la categoria "under 35" sia composta da una massa di sottosviluppati mentali, che non possono assolutamente gradire canzoni come "Ti regalerò una rosa" o "Pensa". Soprattutto la seconda, poiché a pensare non devono essere abituati. Una massa amorfa, cresciuta a pane e reality, a cui si può rifilare benissimo, ad esempio, la canzone del duo Bella o di Francesco e Roby Facchinetti.

Oddio, se gli opinion-maker della Rai si basano esclusivamente sui frequentatori medi delle curva dello stadio, allora possono anche avere pienamente ragione. Tuttavia gli under 35 sono un pubblico piuttosto vasto e tutt'altro che decerebrato (anche se di imbecilli ne esistono di tutte le età). Troverei quindi ingenerosa un'eventuale analisi che si basasse su concetti tanto riduttivi.

Sono, per converso, convinto che sarà proprio il pubblico under 35, nei prossimi mesi, a confermare nelle vendite il successo dei vincitori sanremesi di quest'anno. 

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