« LA PREVALENZA DEL CRETINO | IL FONDO DEL BARILE » |
Leggo la grande sensazione con cui viene presentato "l'incidente sul lavoro" occorso a Napoli ad un ladruncolo di mezza tacca, minorenne, che con altri quattro o cinque cumparielli, aveva deciso di "farsi la giornata" rapinando ignari passanti in centro.
Sorpreso e inseguito da un carabiniere, il giovane imbecille (nominandolo come vivo) non ha avuto trovata migliore che estrarre una pistola - successivamente rivelatasi un giocattolo - e puntarla contro il militare che lo stava per acciuffare. Il brillante risultato di questa magnifica pensata è stato che il ladruncolo, attualmente, anziché essere associato alle carceri, si trova su un tavolo d'obitorio con un buco in fronte.
Qualcuno oserebbe forse argomentare che non se l'è cercata con il cosiddetto "lanternino"?
A rigor di logica, nessuno potrebbe. Tuttavia, sui giornali, alcuni "pietisti pelosi" e "buonisti in servizio permanente effettivo" (quelli che - tanto per intenderci - quando viene catturato un qualsivoglia delinquente, specie se extracomunitario o zingaro, commentano "ma poverino...") stanno montando una discreta cagnara sul fatto che la pistola era finta.
Chi ha un minimo di conoscenza delle pistole, sa quanto le "repliche" possano sembrare vere, specie da lontano. Nella fattispecie, quella brandita dal giovane idiota buonanima doveva essere di discreta fattura, poiché era stata scambiata per vera anche dal negoziante che aveva appena rapinato, e a cui l'aveva puntata alla testa. Figuriamoci di corsa, nella concitazione, a distanza.
Il "pietismo peloso" di certuni miei colleghi con le idee poco chiare viene poi ovviamante cavalcato dalla famiglia del de cuius. Una di quelle famiglie così tipicamente "napoletane", con madre casalinga, padre "invalido" e quattro fratelli - probabilmente tutti "che si arrangiano" - che vive in uno di quei quartieri in cui, se entra la polizia per arrestare qualche ladro o spacciatore, tutti corrono in strada armati di bastoni e pentole per impedire l'arresto. Quartieri e famiglie sempre e a prescindere (come direbbe Totò) al di fuori e contro la legge. Quasi elementi da centro sociale.
Una famiglia che già elargisce dichiarazioni peregrine, che vengono però riprese a caratteri di scatola, sul fatto che il deficiente defunto ladro è stato "giustiziato". Naturale. La lunga mano della polizia violenta ha colpito di nuovo e sangue innocente è stato versato. E tutta la solita retorica da tre-palle-un-soldo, secondo la quale il delinquente è sempre un "poverino" da giustificare e il tutore dell'ordine sempre l'orrido "sbirro".
Probabilmente, il padre "invalido" e la madre casalinga, così "sanamente napoletani", verranno ospitati a breve in tutte le trasmissioni televisive a raccontare il loro dramma. E a lucrare qualche gettone di presenza sul sangue del figlio ladro e idiota (perché uno che punta una pistola, soprattutto se finta, contro un poliziotto o un carabiniere è decisamente un idiota), che almeno si renderà utile da morto, passando da martire innocente. Del resto, in questo Paese di Pulcinella, basta che la notizia sia sensazionale. Poco importa se la verità è un'altra.
Tutto il resto passerà in cavalleria: che il defunto era un criminale, che passava i pomeriggi dedicandosi alle rapine e agli scippi, che sta scappando dopo l'ennesimo reato, che girava armato (ok, la pistola era finta, ma sembra vera), e che è stato così decerebrato da puntarla contro chi ne aveva una autentica e, presumendo che la sua vita fosse in pericolo, non ha esitato ad usarla.
Un gesto imbecille che gli ha causato una - a questo punto, meritatissima - morte da imbecille alla fine di una vita breve ma già segnata. Se non si fosse beccato un proiettile in quel vicolo, tra qualche anno, ne avrebbe acciuffato al volo un altro in qualche altra strada. E magari avrebbe fatto in tempo a procurarsi una pistola vera e ad usarla, assassinando qualche innocente.
In mezzo alla disgrazia, con tutto il rispetto per il dolore dei familiari e la pietà per una vita spezzata, e con buona pace del "pietismo peloso" di certi colleghi e di certi esponenti politici, forse alla fine è stato meglio così.
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