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La «giornata più nera nella storia della città» come dice il deputato della Quercia Ludovico Vico, fa alzare il sipario su una scena inconsueta quanto preoccupante. Taranto è la seconda metropoli del Belpaese dopo Napoli, ad usufruire della legge sul dissesto finanziario degli enti locali. Nel capoluogo campano la bancarotta era stata dichiarata il 3 maggio del 1993, da una giunta quadripartito (Dc, Psi, Pli, Psdi). Tredici anni più tardi è il commissario straordinario Tommaso Blonda, a seguire «con amarezza» la stessa strada dopo «il bluff», come lo chiama l´ex prefetto di Bari, che l´esecutivo di centrodestra aveva cercato d´orchestrare per evitare il disastro. Ma che in quanto tale, era destinato a naufragare. Il risultato? Passività per quasi 300 milioni di euro ed entrate che non superano i 60 milioni. «Come si dice in gergo: i numeri cantano» racconta il professor Vitoroberto Santamato, che nella capitale dell´acciaio insegna all´università Economia e gestione delle imprese. «Sì, insomma, Blonda non avrebbe potuto fare diversamente».
Aspettando l´arrivo lungo questa sponda dello Ionio dei liquidatori nominati dal capo dello Stato, con Santamato proviamo a capire che cosa cambierà all´ombra del crac, per i tarantini. «Fortunatamente» spiega il professore, «non c´è una casistica cui fare riferimento giacché prima di oggi, solo a Napoli hanno vissuto un´esperienza simile». Ma non è difficile immaginare che l´aumento di tasse e tributi, la farà da padrone. «La prima leva sarà quella dell´Ici. Si tratta di un´imposta che colpisce tutti i proprietari di immobili e che permette, immediatamente, di fare cassa. Tuttavia pure ottenere un qualsiasi certificato potrebbe costare di più». Per ridurre al minimo i disagi economici a carico dei cittadini, soprattutto perché mancano qualcosa come sei mesi alle prossime elezioni comunali, potrebbe essere scelta la via della riduzione dei servizi.
«Sarebbe, questa, una soluzione destinata a fare in modo che i prezzi, per esempio, di una corsa in autobus o per la raccolta dei rifiuti non s´impennino vertiginosamente. Credo che le linee meno redditizie saranno cancellate, così come potrebbero stabilire di portare via l´immondizia, chessò, una volta ogni due giorni e non quotidianamente».
Nel frattempo l´attacco all´iceberg del disavanzo grande seicento miliardi di lire, sarà sferrato con l´arma di un mutuo ventennale erogato dalla Cassa depositi e prestiti. «È l´unica maniera per procedere ai pagamenti». Aggiunge Santamato: «Perfino alcuni istituti di credito potrebbero valutare conveniente la partecipazione a questa operazione, in concorso con la Cassa. Molto dipenderà dalla "dimensione" del mutuo, calcolato sulla base della differenza fra i debiti accertati e il ricavato presumibile delle vendite di beni pubblici».
Già, le vendite. Blonda ipotizza d´incassare poco meno di 60 milioni in particolare attraverso la cessione del patrimonio immobiliare effettivamente alienabile. «È stato valutato al riguardo, d´intascare 44 milioni. Una cifra che però, potrebbe essere stata stimata per eccesso. Non capisco inoltre, la ragione per cui si offre al mercato il 51% delle azioni Amat, l´azienda di trasporti, ma non anche il 49% di quelle relative all´Amiu, la nettezza urbana. In entrambi i casi comunque, come stanno le cose sarebbero svendute. La speranza è che nel corso di questi anni, acquisiscano redditività per poi cederle ad un valore quanto più possibile congruo».
Santamato infine, esorcizza una paura di cui in queste ore è complicato liberarsi: «I dipendenti assunti a tempo indeterminato, non potranno essere licenziati. Ma trasferiti semmai, all´interno di altre amministrazioni pubbliche. Per chi invece è consulente o ha firmato un contratto a termine, la situazione cambia radicalmente: saranno messi alla porta, per dirla brutalmente».
La domanda a questo punto, sorge spontanea: ma il nuovo sindaco si limiterà a recitare il ruolo di guardiano del bidone, che fa acqua da tutte le parti? L´economista sorride: «È come se atterrasse su un pianeta sconosciuto, dove dal nulla può creare tutto. Purché sia competente e serio. Avrà un compito complesso, ma estremamente stimolante: far rinascere Taranto. Questa, chissà, potrebbe essere l´occasione giusta».
(20 ottobre 2006)
Lello Parise
La Repubblica
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