nomizo
"....direbbero, io penso, che quell'uomo è fuori di sè, e che, per aver sentito qualcosa da qualche libro, o per aver usato casualmente dei modesti farmaci, ritiene di essere diventato medico, senza avere alcuna competenza dell'arte..." (PLATONE-"Fedro")
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Post n°13 pubblicato il 19 Maggio 2013 da nobileateniese7
il mestolo d'oro e il mestolo di legno Platone da IPPIA MAGGIORE (290 D - 291 E) ** "..................................... .................................... .....SOCRATE: «E allora? L'avorio e l'oro», dirà, «tu che sei sapiente, quando sono usati in modo appropriato, fanno apparire belle le cose e, quando non lo sono, le fanno apparire brutte?». Negheremo o ammetteremo con lui che parla correttamente? IPPIA: Ammetteremo questo, che ciò che a ogni cosa si trovi a essere appropriato, la rende bella. SOCRATE: «Dunque», dirà, «quando uno mette sul fuoco la pentola di cui parlavamo poco fa, quella bella, piena di buon passato, è appropriato a essa un mestolo d'oro o uno di legno di fico?». IPPIA: Per Eracle, di che razza di uomo parli, Socrate? Non vuoi dirmi chi è? SOCRATE: Anche se ti dicessi il nome, comunque non sapresti chi è. IPPIA: Ma ora io so che è un ignorante. SOCRATE: Ippia, è assai molesto: comunque, che gli diremo? Quale dei due mestoli è adatto al passato e alla pentola? Non è forse chiaro che è quello di legno? Infatti, credo, rende più saporito il passato e nel contempo, amico mio, verserebbe il passato non facendoci rompere la pentola, non spegnerebbe il fuoco e non farebbe restare i banchettanti privi dì un ottimo cibo. Invece quello d'oro causerebbe tutti questi disastri, sicché a me sembra che noi dobbiamo ammettere che è più appropriato il mestolo di legno rispetto a quello d'oro, se non hai nulla da aggiungere. IPPIA: No, infatti, Socrate, mi sembra appropriato: io certo però non discuterei con un uomo che fa simili domande. SOCRATE: Dici bene, caro mio: infatti per te non sarebbe conveniente sporcarti con simili parole, poiché sei così ben vestito, hai bei calzari, godi di una buona fama per la tua sapienza presso tutti i Greci. A me, invece, non dà assolutamente fastidio avere a che fare con lui: pertanto istruiscimi prima e rispondi per me: «Se dunque il mestolo di legno è più appropriato di quello d'oro», egli dirà, «non sarebbe forse anche più bello, dal momento che, Socrate, hai ammesso che ciò che è appropriato è più bello di ciò che non è appropriato?». Ippia, non dobbiamo forse ammettere cheil mestolo di legno e più bello di quello d'oro? IPPIA: Vuoi che io ti dica, Socrate, che cosa devi dire che è il bello per liberarti dai troppi discorsi? SOCRATE: Certo, tuttavia non prima di avermi detto quale dei due mestoli di cui testé parlavamo io devo rispondere essere appropriato e più bello. IPPIA: Ma se vuoi, rispondigli che è quello fatto di legno di fico. SOCRATE: Ora di' quello che poco fa stavi per dire. Infatti con questa risposta, se dico che il bello è l'oro, mi sembra che l'oro non risulterà assolutamente più bello del legno di fico; ma ora, cosa dici essere il bello? IPPIA: Io te lo dirò. A me sembra che tu cerchi di trovare come risposta a cos'è il bello una cosa tale che a nessuno mai in nessun caso sembrerà brutta. SOCRATE: Certo Ippia, ora tu comprendi. IPPIA: Ascolta, dunque, e dopo sappi che, se qualcuno ha qualcosa da obiettare, puoi dire che io non ho alcuna competenza. SOCRATE: Dillo il più in fretta possibile, per gli dèi. IPPIA: Io appunto dico che sempre, per ognuno e in ogni dove, la cosa più bella per un uomo è essere ricco, in salute, onorato dagli Elleni, arrivare alla vecchiaia dopo aver dato onorata sepoltura ai propri genitori ed essere sepolto bene e con magnificenza dai propri discendenti. ............................................ ................................................" ///////////////////////////////////////////////////////////////////// /////////////////////////////////////////////// //////////////////////// Se ne deduce che adornare il fango con l'oro, non lo rende bello. Ci vuole coerenza nell'uso del bello. Non si può suonare Bach in una discoteca //////////////////////////
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Non si può andare a sentir messa in bikini. Quella dell'Ultimo canto di Saffo è una riflessione generalmente vera, voluta nel caso della poesia, dal recanatese per stigmatizzare il suo aspetto e il suo amore infelice per Fanny. Ma non credo che sia in tema con il post poichè Leopardi già dai primi versi mette in campo due realtà sulle quali è impossibile intervenire: l'aspetto naturale decisamente spiacevole di Saffo e il sublime scenario che la Natura offre con il sorgere del sole e il contemporaneo tramonto della luna. Poi muta l'intendimento, inserendo al posto della Natura,l'impossibilità del vedere la bellezza in un brutto aspetto. Ma il bello è ciò che procura piacere, e le cose brutte non procurano piacere. A parte ste mie riflessioni, del tutto opinabili, a giudicare dal contenuto del Simposio, Socrate dice che ciò che è appropriato è più bello di ciò che non è appropriato; ed è in questo che va considerata la citazione. A questo punto , infelice Saffo! poichè al sublime scenario della Natura non può opporre il sublime del suo aspetto corporeo, nè il primo può procurare a lei piacere, proprio perchè inappropriato.
Kostis
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