« ascolta respiro »

Post N° 37

Post n°37 pubblicato il 29 Giugno 2006 da noncercostoriedamore

Sto dormendo. Forse è un sogno.

Ma la sensazione che provo adesso è così vera, quasi palpabile.

Allungo la mano a cercarti, la sensazione che avverto al contatto della tua pelle, è di sorpresa. Mi toglie quasi il respiro, rallenta o accelera di un battito il mio cuore.

Con gli occhi chiusi, quieta, tranquillizzata dalla tua presenza, mi giro e ritrovo il mio sogno.

Il tuo fiato è dolcissimo, tiepido sulla nuca, potrebbe essere cielo per me e mare e terra.
E’ acqua che sgorga e disseta l’arsura dei sensi, è fuoco che illumina e riscalda le mie notti da sola.
Ho sete e fame di te e nel sogno la mia anima si spoglia, innocente e purissima.

La pressione del tuo corpo disegnato contro di me è vigoroso, ma avverto delicato il tocco delle tue dita che tracciano sulla mia schiena misteriosi geroglifici, e la lingua che ne segue umida il disegno.

Leggera, insistente.

Trovi subito il punto che cerchi e ne fai l’uso che vuoi. Che voglio. Sei spietato e selvaggio ed io sono morbida cera da plasmare con arte.

Sento le tue mani , bellissime, stringono i miei seni come piccole coppe di fragile cristallo fra le dita scure e forti. Il contrasto con la pelle diafana è sensuale, eccitante.
E’un chiaroscuro di sapienti ombre cinesi.

Sento che la tua eccitazione sta diventando urgente, ma non stai affrettando i gesti. No.

Ti prendo le mani e ne seguo i movimenti, adagio, mi guidi su un sentiero sconosciuto, mi accompagni con dolcezza, dove vuoi, dove voglio. Incolli le labbra dietro il mio orecchio, lo inumidisci con la lingua.

Mi strappi un gemito, mi mordo le labbra.

E godo così, una prima volta. Con le mie dita intrecciate alle tue. Mi possiedi, mi possiedo.

Sposto di poco una gamba e penetri in me.
Improvviso, sospiro. Ti aspettavo.

Non mi muovo, ho quasi il timore di interrompere un rito, voglio seguirti ancora, ma senza fretta.
Senza bisogno di conoscere prima la meta. Mi fido del nostro istinto. Percorriamo per mano una strada
in leggera salita, passo dopo passo, insieme.

Con impercettibili spinte ti muovi, mi imprimi il tuo ritmo, sollevo lo sguardo e lo specchio mi
rimanda l’immagine di noi due uniti. Nella penombra.

Impastati, quasi. Ti circondo, semplicemente. Sono onda e tu spiaggia.

Come un magico balletto a luci soffuse, un passo a due, danziamo in religioso silenzio.
Posso udire il tuo cuore che batte. O è il mio.
O sono strumenti musicali che seguono gli accordi di un pentagramma impazzito.


Vorrei fermare questi attimi. Li posso solo chiudere nella memoria, sigillarli con cura e ritrovarli, intatti nel ricordo. Anche fra cent’anni. Anche fra mille. So che tu lo farai. Lo vorrei.

Fusi insieme, come le gocce di sudore che corrono su di noi e si mischiano, mescolando il mio odore al tuo, senza più confini, ne’ divieti.

Vorrei che il mattino ci trovasse ancora così, che la luce dell’alba ci sorprendesse abbracciati.
Amanti di pietra.
Col mio seno che riposa nelle tue mani.
Ed ancora sentirti in me. Dentro l’anima, più in fondo.

Con un brivido
Rosaly

 
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