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dovresti punirmi per quello che ho detto

Post n°11 pubblicato il 14 Marzo 2006 da noncercostoriedamore
Foto di noncercostoriedamore

ed ancor più per le risate che hanno fatto eco alle tue dolci parole.
Adesso che mi hai qui, ragazzetta fatta di carne, ossa minute ed un casco di lucidi capelli castani, puoi mostrarmi cosa significhi affrontare le conseguenze della propria spudoratezza.
Eppure stai esitando, cercherò di darti una spinta.

Mi siedo sulle tue ginocchia, raggiungendoti sul letto, ed appoggio la testa alla tua spalla, lasciando che tu ti sorprenda dell'improvvisa decisione del mio gesto. Ti cingo il collo con le braccia.
Finalmente posi le tue mani su di me.
Sono calde e non tremano come avrei sperato.
Giocare con te mi piace, mi piace più di quanto credevo.

Ti bacio sul collo e ti fai più ardito. Aspettavo la salita lenta ed inevitabile del tuo palmo lungo la mia coscia. Ecco, non vorrei, eppure ti fermo. Afferro la tua mano, la blocco, mi agito nel tuo abbraccio ed affannata cerco una scusa. Mi fingo indecisa.

"Io non volevo, io non sapevo", conosco a memoria il rito per negarmi, l'ho usato molte volte con spontaneità, credendoci.
Oggi però fa solo parte del gioco.
Cerchi di calmarmi, mi accarezzi piano. Resto ferma per un po', poi mi fingo stizzita e mi alzo. Il mio chemisier è stropicciato, qualche bottone s'è slacciato.

Con precisione le mie mani tremano, non riuscendo a riallacciare un bottone dispettoso, situato proprio nel punto dove il mio seno tira maggiormente la stoffa. Ti offri umilmente di aiutarmi ed io capisco che tu sai. Mi avvicino e ci guardiamo negli occhi.
In ginocchio davanti a te seduto, ti offro il petto e mi chiedo se mi giudichi sciocca per aver tentato un trucco che conosci tanto bene.
Premurosamente afferri asola e bottone con goffaggine studiata.
Premo il mio seno contro la tua mano. Ancora ci guardiamo, quanta fame nei nostri occhi.

Cado in avanti sulle tue mani. Esse si infilano nel mio vestito.
Senza slacciarlo del tutto ti aiuto a sfilarmelo dalla testa.
Il mio visetto riemerge incorniciato da un caschetto disordinato, perfetto per una bimba cattiva. Mi alzo in piedi stirandomi, a mostrarti per bene la gattina che si farà coccolare da te.
La pelle bianca è inguainata in un alto corsetto nero con reggicalze, minuscole mutandine di velo sono indossate al di sopra dei ganci.
Tacchi alti evidenziano la linea dei polpacci, mi costringono a tenere la schiena leggermente inarcata, il sedere esposto.
Giro su me stessa lentamente un paio di volte.

- Ti piace... zio?-
Il tuo viso si contrae, non ti piace molto essere chiamato così.

- Sono carina, zio?-

Insisto mentre mi avvicino, sedendomi nuovamente in braccio a te, che non rispondi alle mie carezze. Non ho il tempo di reagire, il gesto è fulmineo. Ho abbassato la guardia e tu mi hai rovesciata sul letto, sfilandomi subito le scarpe, dal pericoloso tacco a stiletto.
Vorrei parlare, ma è difficile con la faccia schiacciata contro il lenzuolo.
Passano alcuni istanti, poi ti sento far girare qualcosa attorno ai miei fragili polsi, mentre continui a tenermi inchiodata al letto con il tuo peso.

Afferrandomi per le braccia legate mi sollevi il busto posandolo poi sulle tue gambe, coperte da un guanciale. Un tuo dito artiglia il bordo dei miei piccolissimi slip ed rimango sospesa, aspettando l'inizio di una lenta discesa. Istintivamente protendo i glutei verso l'alto e divarico leggermente le gambe, perché tu possa vedere il mio sesso aprirsi, mentre le mutandine umide scendono lungo le cosce.

La discesa inizia e tu mi sussurri sconcezze con voce profonda, facendomi sciogliere in esse. Sono una troietta sì, una cagnetta in fregola, una puttanella che ama provocare e poi tirarsi indietro e adesso tu mi punirai per questo. Mi farai capire chi comanda, mi farai toccare con mano quanto sono puttana. Sì, ti prego, fallo.

Un primo schiaffo colpisce le mie natiche scoperte, risuonando schietto nella stanza. Ma non mi hai fatto male e, ribelle, tento una risata. Non riesco a sfogare il primo conato di risa, che la seconda sberla si abbatte sul mio sedere ben più decisa.
Un bruciore intenso si placa velocemente, mentre un terzo colpo mi toglie il respiro. Posso vedere con la mente la pelle che sotto la tua mano diviene bianco latte ed istantaneamente purpurea, sino a sfiorire nel rosso.

I colpi continuano. Ora forti, ora lievi, riempiono la stanza con il loro schioccare secco, preciso, ed io non li conto più.
So che ad ogni colpo la tua voce si è fatta più dura e la mia eccitazione più forte, oramai il cuscino sulle tue gambe ne ha la fodera fradicia.

Sono esausta ed esasperata.
Mi sollevi da te, lasciandomi ricadere sul letto.
Sfili da sotto il mio ventre il cuscino e mi costringi a posarvi il viso.

- Hai imparato?-

- Sì... zio - L'ho detto in un soffio, non hai sentito.

- Ripeti a voce alta -

- Sì, ho imparato -

- Brava -

Una carezza sul mio sedere martoriato mi strappa un lungo gemito di piacere.
La mano scende fra i glutei, si immerge nei miei umori.

- Sei stata brava, adesso avrai il tuo premio -

Odo tintinnare la cintura dei pantaloni e la stoffa cadere a terra.
Ti stai spogliando.
Quando ti sistemi dietro di me, sento le tue cosce muscolose premere per divaricare le mie gambe. Ti assecondo sapendo che mi stai guardando, mezza nuda, umiliata, meravigliosamente aperta ed eccitata. Mi sciogli i polsi dai nodi, ma subito li stringi fra le tue mani, facendomi allungare le braccia in avanti sul letto.

Sei sopra di me, trattieni il tuo peso per non schiacciarmi, ma ugualmente mi fai sentire la tua mole. Una mano mi lascia libero il braccio e scende fra i nostri corpi. Una carezza veloce, una spinta guidata ed il tuo sesso bollente è in me. Ti è piaciuto sculacciarmi, il tuo cazzo mi ha tolto il respiro aprendosi la strada di prepotenza, sprofondando dentro di me duro e rovente.

Inizi a muoverti nella mia carne con lentezza esasperante, io ti assecondo senza nascondere il mio piacere.
La tua stretta si fa meno pressante, le tue mani mi accarezzano dolcemente i seni e facendo l'amore, facciamo la pace.

- Mi piaci, mi piace giocare con te -

- Ti piace farmi impazzire -

- Lo sai, sono una bimba cattiva -

di Hannan

 
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