Creato da nuovomondo3 il 05/12/2010
"E' tempo di pensare al Nuovo Mondo." Questo blog nasce con l’intento di mettere a disposizione della rete l’abc dell’Insegnamento, spesso definito anche con il termine “Saggezza Eterna”. Chi scrive è poco più che un modesto studente. Dunque, nessuna pretesa di presunta autorità da parte mia, ma certamente la genuina offerta di ciò che per me ha rappresentato e rappresenta la base strutturale della mia stessa vita.

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« Karma ed espansione di coscienzaIl karma dell'Universo »

Karma e visione della vita

Post n°36 pubblicato il 16 Luglio 2011 da nuovomondo3
 

Avevo preannunciato che l’argomento del karma non si sarebbe potuto esaurirlo con poche parole e, dunque, sebbene in modo marginale, anche questo post ne tratta.

D’altro canto, è cosa risaputa – almeno da chi segue la pratica della meditazione e/o dello studio profondo – che quando si prende in esame un concetto e lo si comincia ad analizzare, si avvia un processo di approfondimento che procede senza soluzione di continuità, anche nei momenti in cui la propria mente è in altre faccende affaccendata!

Parlando in senso figurato, è esattamente quanto accade ad un impasto di acqua e farina nel momento in cui vi inseriamo del lievito: una volta che il processo di lievitazione sia stato avviato con un atto di volontà, la reazione tra il lievito e gli enzimi della farina continuerà in maniera autonoma, senza il nostro controllo diretto.

Sostituite l’impasto con la mente ed il lievito con qualche buona idea, ed il gioco sarà fatto!

 

“I termini incarnazione e karma sono ormai consueti nelle vostre letterature. Ma questa verità affonda di poco nella coscienza, altrimenti trasformerebbe tutta la vita.” (Serie dell’Agi Yoga, Agni Yoga, 553)

 

È un fatto innegabile: chi crede nella reincarnazione, e nella legge del karma quale continua compensazione per le azioni svolte, non può osservare – e, conseguentemente, vivere – la vita in modo ordinario.

Mi rendo perfettamente conto che, per quanti si riconoscono in questo, sto affermando un’ovvietà; così come sono consapevole che, al contrario, per coloro che credono nel “si vive una volta sola” e nel “dopo la morte c’è il nulla”, quanto affermo potrà sembrare assurdo e inconcepibile.

 

Ma non si può fare a meno di considerare come il pensiero della rinascita modifichi, in colui che vi si riconosce, l’attitudine nei confronti della vita.

Infatti, per chi accetta l’assunto della reincarnazione, questa vita viene considerata alla stregua di una pagina o – nella migliore delle ipotesi – di un capitolo del libro del Viaggio dell'Ego (o Anima) nei tre mondi dell'esistenza umana. E, di conseguenza, si accetta anche il fatto che, come accade in ogni buon libro, ciò che non trova soluzione in una pagina o in un capitolo (cioè una incarnazione) deve necessariamente trovarla più avanti nel corso dello sviluppo della storia (cioè in altre vite), se non addirittura verso la conclusione della stessa.

Ecco, a rischio di apparire ripetitivo, sottolineo ancora una volta che osservare la vita in questo modo non può lasciare indifferenti.

Naturalmente, affermare di credere nella rinascita non è sufficiente, di per sé, a modificare il proprio atteggiamento; costituisce un buon inizio, ma non è tutto.

Infatti, come afferma il brano proposto, la verità della rinascita deve “affondare nella coscienza”, cioè essere vissuta in piena consapevolezza. Questa consapevolezza si può ottenere liberandosi delle lenti offuscate che la cultura e l’educazione improntate sul “si vive una volta sola” impongono dinanzi agli occhi del cuore e della mente dal momento esatto in cui si viene al mondo; il primo risultato che si ottiene da questa liberazione è la capacità di dare un peso diverso a quanto si vive e si osserva o, per dirla in altra maniera, un cambiamento – talvolta radicale – della propria scala di valori.

 

A questo punto, ritengo di fondamentale importanza un inciso: quando si parla di rinascita ci si riferisce sempre e comunque a migrazioni all’interno del regno umano. Non ho mai sottolineato questo aspetto, considerandolo scontato, ma è bene puntualizzarlo: l’Insegnamento afferma che le monadi umane si reincarnano solo ed esclusivamente nel regno umano, per l’appunto, quello animale essendo un gradino già sperimentato e superato da molto tempo.

 

Voglio concludere questo post con un brano che ho già proposto in passato, ma che, a mio modesto parere, racchiude la sintesi di quanto ho tentato di esprimere oggi: “Limitandosi alla coscienza di una sola vita gli uomini si danneggiano molto. Si impacciano da sé in tutti i campi. Quando li consigliamo di pensare al futuro in genere non sanno come cominciare. C’è chi crede che resterà per sempre in un solo posto; chi vorrebbe continuare in eterno nella sua vocazione; chi giura di non poter sopportare mutamenti di ambiente; chi è convinto che morirà alla prima malattia. Tutti quanti si impastoiano, ignorando che nelle vite precedenti hanno già sperimentato molti modi di vivere. Un tale tipo di esistenza convenzionale, avulsa dal passato, non stimola certo al futuro.” (Serie dell’Agni Yoga, Sovramundano I, 75)

Pensieri di Luce

 
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