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Post n°310 pubblicato il 02 Ottobre 2005 da occhjblu
sono appena tornata da un we fuori città.. un viaggio di ritorno in macchina, abbastanza breve, non per tragitto corto ma per poco traffico.. Ho iniziato da qualche tempo a viaggiare in macchina.. sicuramente non si risparmia ma di certo si sta più comodi.. si parte quando si vuole e non si deve fare i conti con orari, controllori, biglietti obliterati e vicini di scompartimento noiosi e chiassosi.. per abitudine non ho mai dato confidenza a nessuno in treno, non è nelle mie abitudini.. me ne sto sola in disparte a leggere o a smessaggiare.. senza alzare gli occhi per paura di trovare la signora ciarliera che ha voglia di raccontarti la sua vita in modo inversamente proporzionale alla voglia che ho io di ascoltarla.. oppure la famigliola con bambini (sempre terribili) che si arrampicano sulle tue spalle in preda alla noia di un viaggio interminabile (comprensibilissimi.. ma caspita QUEL BRACCIO è MIO! E PER QUALCHE TEMPO ANCORA MI SERVE!! la colpa è dei genitori che dovrebbero gestire meglio gli spazi e i figli pestiferi...e a un "mi scusi sa, ma è un bimbo vivace!" rivolgo un sorriso tra il "sì, capisco, bambini lo siamo stati tutti" e "se non la pianta però il prossimo figlio sarà figlio unico!"..) L'unica volta in cui per un caso fortuito ho dato confidenza a qualcuno è stato nell'inverno 2002 quando tutta trafelata arrivo in stazione per prendere l'Eurostar per Roma.. con i polmoni convulsi perchè avevo corso come una disperata: in venti minuti ero riuscita a fare ufficio-casa-valigia-cambiarmi-stazione-cambioprenotazionebiglietto-faicapirealbigliettaiochenonmenefragevanientedipagaresovrattassa-tranoinpartenza. Arrivo nel vagone in debito d'ossigeno, vestita troppo leggera per quella ghiacciata giornata di dicembre (ma con la corsa da ufficio a casa mi ero accaldata e per me era come agosto, di conseguenza mi ero vestita leggerissima).. tuttavia anche se freddissimo ero sudata, sfatta, sicuramente poco guardabile e odorabile (avrei fatto la doccia a Roma, tanto in treno non conosco nessuno!) Mi siedo nel posto prenotato, si parte.. dopo una mezz'ora di viaggio.. comincio ad avere un freddo cane.. mi sembrava anche che il mio respiro si manifestasse in una nuvola bianca.. tanto era freddo ("bella la prima classe dei treni, stile cella frigorifera" cercando bene avrei anche trovato un quarto di bue appeso o qualche lonza nostrana)..quando passa il controllore gli chiedo se fosse una promozione "4 anni in 4 ore di viaggio" (4 anni di vita persi per principio di congelamento) ma il controllore mi dice che il riscaldamento del vagone era rotto e che o potevo trovare un bue e un asinello (ma che burlone!!) oppure potevo cambiare scompartimento, posti vuoti ce n'erano. Dopo avergli ricordato che anche "quello" scaldato dal bue e l'asinello una bella fine non l'aveva fatta.. prendo armi e bagagli e mi cerco un posto.. Entro nello scompartimento accanto e vengo investita da un'aria equatoriale .. "ma che bel calduccio!! Mi fermo qui".. A mezz'ora dall'arrivo a Roma decido di darmi una sistemata.. la mia faccia era in via di liquefazione (ma che caldo era??) tutta lucida da sudata da corsa al treno e da permanenza nel vagone stile deserto del Sahara.. e vado alla ricerca di un bagno.. apro una porta e incontro un bel ragazzo che mi chiede se sapevo dove fosse il bagno.. io gli rispondo che ero alla ricerca della stessa cosa e siamo andati insieme alla ricerca. Mentre si camminava parlavamo, lui si era trasferito da poco nella mia città con la fidanzata (classico bravo ragazzo, mi informa che è fidanzato, quindi non è il classico marpione da treno!) e che non aveva ancora amici, mi ha chiesto come ci si trovava nella mia città (di merda!) e bla bla bla.. il tempo di andare in bagno, di tornare e ci fermiamo a chiacchierare al mio posto...per una ventina di minuti.. "io sto andando a Roma a prendere la mia fidanzata.. quando torno ti chiamo e te la presento.. così magari ci fai conoscere i posti carini della città" "MA CERTO!! VOLENTIERI!!" con conseguente scambio di telefoni (il mio dovere di ospitalità è smisurato.. soprattutto se si trattava di ospitare un ragazzo moro, alto, fisico atletico, sorriso fantastico... ma sorvoliamo.. questi sono dettagli..) (continua) |
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"La necessità di parlare, l'imbarazzo di non aver nulla da dire e la brama di mostrarsi persone di spirito son tre cose capaci di rendere ridicolo anche l'uomo più grande"
(Voltaire)
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