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PEASE CHE VAI, USANZA CHE TROVI... (ma si può dire paese che vai???)

Post n°399 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da occhjblu

Su un canale di Sky mi diverto a guardare i vari programmi di ristrutturazione delle case. Uno in particolare è quello ambientato negli USA dove chiunque, dalla ragazza di 25 anni al nonno in pensione, può decidere di ristrutturare un rudere fatiscente pagato relativamente poco per poi rivenderlo a un prezzo esorbitante...

Il programma inizia facendo vedere lo stato della casa (sembra sempre una baracca di cartapesta), poi i lavori durante le varie settimane (con tanto di controllo del budget previsto) ed infine la visione della nuova casa e la vendita.

Innanzitutto il modo in cui fanno le case gli americano non stupisce il fatto che, quando arriva un uragano, vengano spazzate via in toto… lo insegnano anche i tre porcellini che per difendersi dal lupo occorrono i mattoni! E invece loro si ostinano a farle in legno… per carità molto più semplice… occorre veramente poco.. legno e chiodi…. (poi però devono sempre fare i conti con le tarme… io avrei il panico… pensare che la tua casa, pagata parecchie migliaia di dollari può essere mangiata da un gruppetto di tarme… e a te lasciare i trucioli… mi vengono i brividi…). In più mi chiedo come il legno possa proteggerli dal freddo… eppure loro girano per casa sempre in maniche corte (inverno ed estate)… Noi coibentiamo, mettiamo riscaldamento a pavimento, le doppie finestre, chiudiamo tutti i possibili spifferi e continuiamo a morir di freddo a meno che non mettiamo il riscaldamento a mille, loro nella casa del porcellino Tommy in maniche corte… misteri…

Inoltre chiunque negli States può fare una casa… tutti si improvvisano carpentieri-elettricisti-muratori-imbianchini-ingegneri-idraulici senza che questo li metta in dubbio sulla solidità e la sicurezza della casa (che ne so un corto circuito… una trave che sprofonda… una tubatura che perde e fa marcire il legno… qualsiasi cosa, diamine!) Niente, loro la fanno e se apparentemente sembra una casa perfetta (perché esteticamente alla fine è perfetta) nessuno si preoccupa che sotto ci sia “il marcio”. Noi chiamiamo fior fiore di ingegneri anche solo se troviamo una crepa invisibile nel palazzo accanto (chissà mai, dovesse arrivare uno tzunami la casa del vicino potrebbe cadermi addosso) e loro non si preoccupano nemmeno di valutare lo stato dei materiali…

Inoltre, altra usanza assurda, vendono le case già ammobiliate. Quindi non solo ti deve piacere la disposizione delle stanze, ma anche i mobili, il divano, la cucina… e persino i tappeti e i quadri!!! Ma potrò arredarla come pare a me???? Incredibile…

Ed infine quando mettono in vendita la casa fanno la cosiddetta Open House: cioè mettono fuori nel giardino un cartello con appunto scritto “Open House” e chiunque passi di là può entrare e vedere la casa. Il proprietario fa fare il giro delle stanze, offre dolcetti e gli avventori guardano.. interessati o no.. Poi eventualmente fanno un’offerta. Sì, sì avete capito bene! Chi compra fa l’offerta al venditore. Non è che il venditore mette il prezzo e se ti va bene ok altrimenti ciao. Il potenziale acquirente ti dice quanto secondo lui vale quella casa… ve lo immaginate qui in Italia? Tutti gli acquirenti direbbero che la casa vale 20 euro… (il che mi fa comprendere che gli americani sono molto più onesti di noi italiani…) …

 

Altra stranezza degli americani… non so se avete mai notato, guardando i telefilm, l’uso assurdo che fanno del telefono/cellulare…..

In ogni telefilm, CSI, Numbers, Gray’s anatomy, Brother and sisters, di qualsiasi genere, dal poliziesco alla soap, quando suona il cellulare tutti, dico tutti, rispondono con il proprio nome. Suona il cellulare a Grisshom e lui risponde dicendo “Grisshom!”… niente pronto, niente chi è… praticamente vanno contro il mio credo principale che è “mi hai chiamato tu, saprai chi sono.. io non so chi sei, quindi TU che chiami mi dici il tuo nome per primo!” (è una delle regole di educazione) e invece no… loro si auto presentano ogni volta che rispondono al telefono… mah…

Poi, altra cosa assurda: chiacchierano al telefono, finiscono e, senza salutare, buttano giù.. niente ciao, niente ci vediamo, niente a presto, niente! Ti sbattono il telefono in faccia e amen! Magari uno doveva dire altro.. doveva concludere.. Noi quando finiamo la conversazione lo diamo ad intendere di solito con un “va bene…” ultime parole di commiato e un ciao (addirittura ultimamente spesso mi ritrovo a dire ciao ciao anche un paio di volte.. tanto per far intendere che sto mettendo giù).

E addirittura spesso, se va via la comunicazione e io non ho detto l’ultimo ciao, anche se era palese che la conversazione era finita richiamo solo per dire ciao. Mi sembra educato. Ma si sa che oggigiorno l’educazione è un’opinione…

Commenti al Post:
Coulomb2003
Coulomb2003 il 21/10/08 alle 15:07 via WEB
Quando c'era il telefono normale, capitava spesso e volentieri che qualcuno dall'altro lato chiedesse : Chi sei? Io di solito quando chiamo ho la mia formula: Parlo con mister X? Buongiorno sono Coulomb2003. E proseguo.

Di solito rispondo sempre e non lascio il cellulare squillare, richiamo anche quando ho trovato il numero di chi mi ha cercato, e saluto sempre. Ma non per tutti è così

 
 
Coulomb2003
Coulomb2003 il 22/10/08 alle 07:41 via WEB
però ieri per non rispondere l'ho spento. O parlavo al telefono oppure lavoravo. Ho scelto la seconda opzione.
 
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