odercniem

pensieri a caso

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

PARLA PIANO

 

EXIT MUSIC - RADIOHEAD

 

GLI SPIETATI

 

 

Anvedi quante cose si trovano sul web

Post n°24 pubblicato il 03 Aprile 2010 da oderc_c
 

Mi stupisce sempre la curiosa casualità con cui certi eventi/episodi si concatenano.
Prendi l’altra sera.
Complice un raffreddore – il terzo dall’inizio dell’anno, grazie 2010 grazie –
e un po’ di pigrizia, mi sono ritrovata a vagare per la rete senza un preciso scopo.

Risuonava nella stanza l’ultimo cd dei Baustelle, che personalmente trovo molto piacevole, e allora mi sono detta : ora mi cerco un po’ di recensioni su questo album, vediamo che trovo.Frugo, giro, apro pagine, ne chiudo altre, e trovo:
critiche feroci (a proposito, considerare Le Rane una canzoncina orecchiabile mi pare abbastanza riduttivo),
critiche bonarie, apprezzamenti da esperti in materia e non.
Frugo, giro, apro pagine, ne chiudo altre, e scopro:
Francesco Bianconi ha scritto un libro.
Titolo: Un Romantico a Milano. 

Questi puntini di sospensione sono la mia fitta al cuore.
Cercavo il disegno di un pugnale ma mi pareva un po’ troppo melodrammatico.
Un Romantico a Milano.
Rapido Flashback:
ci sono io, sono sopra un letto duro e scomodo. C’è caldo. Un caldo torrido. Sono in una stanza di un vecchio hotel, una stanza piccola e da imbiancare.
 Sto lì, canto piano, a bassa voce, 1, 2 , 3 volte, sempre lo stesso ritornello
io vi amo. vi amo ma vi odio però. vi amo tutti. È bello brutto io non lo so.
Non sono felice.  

Faccio per chiudere rapidamente la pagina quando noto il prezzo: 16.00€.
Bianconi! 16.00€! mi pare esagerato, no?
Spendere 16.00€ per farmi del male? direi di tralasciare.
Però con quel testardo masochismo che ho ancora in corpo, continuo a leggere l’articolo.
Il cantante-scrittore si è ispirato a Luciano Bianciardi e al suo famoso libro La vita agre.

La vita agre costa 9 euro.

Decido di comprarlo.

La vita agre parla del disagio economico degli anni 60. parla dell’alienazione al lavoro, al traffico delle metropoli, parla della rabbia anarchico socialista che porterà poi alle contestazioni giovanili.
Temi piuttosto attuali, direi.

Hanno contribuito alla stesura della biografia di Bianciardi due nomi a me noti:
Pino Corrias, un ottimo giornalista, attraverso il libro Vita agra di un anarchico,
e Massimo Coppola, con un documentario del 2007.

Massimo Coppola lo conosco per via della trasmissioni che fece per MTV : Brand: New, Pavlov e Avere Vent’anni,  adesso credo diriga una casa editrice. non so,
io so solo che lo amai a prima vista e tutt’ora ogni tanto me lo guardo su you tube e sto lì, con la faccia contenta, per ore.

Massimo Coppola non è l’unico che lavora o ha lavorato per MTV verso cui ho un debole.
Un altro amatissimo è Pif, e ormai sono una fan ufficiale della sua trasmissione Il testimone.

Pif l’anno scorso nella seconda edizione del programma fece un servizio intitolato “Little Italy”, e mi è tornato alla mente proprio ora, con le tematiche della vita agre,
con le elezioni e il loro disastroso risultato, con i miei sogni che sono sempre troppo deboli per poter combattere da soli,
e allora me lo sono andata a rivedere quel servizio.
Questa è la parte II, dura un  po’ perciò forse avrete di meglio da fare,
però vi consiglio di ascoltare almeno dal 9:40° al 10:45° minuto.

Vi riporto qui quanto dice Pif:

“se accusate un politico di essere corresponsabile della situazione italiana lui vi risponde che la colpa è di chi è venuto prima di lui.
Ma siccome con i politici italiani bisogna fare come con la moglie di un antico proverbio orientale che dice: quando torni a casa picchia tua moglie, tu non sai il perché ma lei si, dedico a tutti i politici che realmente sono colpevoli questa splendida canzone del grande Piero Ciampi -che in realtà dedicava alla sua donna- pensando a tutti coloro che hanno contribuito a bruciare i nostri anni migliori.
È un po’ infantile, ma mi rende sereno”

E qui vi linko la canzone di Pietro Ciampi

Titolo: MA VAFFANCULO!!!

 

 

 
 
 

Rivalutazioni

Post n°23 pubblicato il 27 Marzo 2010 da oderc_c
 

S. mi si avvicina ieri pomeriggio, dopo la pausa pranzo.

Bionda di tinta appena ripassata, viso abbronzato da settimanali lampade,

una scollatura profonda a mettere in risalto il bel seno.

Seno che non nasconde mai, in nessuna stagione, in nessuna occasione.

- e perché dovrei?- dice sempre. Poi tira fuori la lingua, come una bambina monella.

 

Mi si avvicina e io sono stanca, nervosa, raffreddata, stracarica di lavoro.

Si siede sulla mia scrivania, porta i tacchi alti, accavalla le gambe, sfodera uno splendido sorriso.

 

- vieni a pranzo a casa, domenica?

Mia madre ti fa la pasta con le polpette. Ti piacciono le polpette? No perché se non ti piacciono puoi semplicemente scartarle, eh! Ci vieni, a casa mia?

 

S. una volta mi ha chiesto chi era Napolitano. L’ha fatto con una tale ingenuità che non mi è venuto neanche da scandalizzarmi,

perché S. è questa la reazione che provoca negli altri: tenerezza ma distacco.

Come le ragazzine.

 

S. non solo ignora chi sia Napolitano, ma diverse volte ha dimostrato senza vergogna alcuna la sua totale mancanza di conoscenza su argomenti di attualità, costume, televisione, cronaca.

La verità è che io mi sono sempre chiesta cosa cazzo facesse S. tutto il giorno, da non riuscire neanche che so… a sentire nominare la strage di Erba.

Dove diavolo vivesse, S.

 

E così mi sono ricordata di tutte le volte che l’ho snobbata per questo,

che la sua compagnia mi è risultata quasi un onere, di tutte le volte che ho rifiutato i suoi inviti di uscita, lei che cerca sempre di integrarmi con il suo gruppo di amici e portarmi a fare quelle cose che odio, tipo andare a ballare.

Lei che mi pensa sempre, mi chiama per ogni evento, si preoccupa sempre che io non mi senta sola.

 

Mi è venuto in mente tutte le volte che sono stata spietata, quando la sua totale mancanza di cultura mi ha fatto alzare su un piccolo piedistallo e me l’ha fatta guardare dall’alto in basso, con il suo seno in fuori, la sua esuberanza un po’sciocchina.

Di tutte le volte che mi sono vergognata di lei e per tutte le volte che mi vergognerò anche in futuro di farmi vedere con i suoi amici, così rozzi, così poco composti, così poco brillanti.

 

quante volte, sopravvalutiamo certe caratteristiche e ne condanniamo altre.

 

- S.-

Le chiedo:

- ci verresti con me al concerto dei Baustelle?

- di chi? Cavolo… ma tu un Biagio Antonacci mai, eh??? E che palle!

 

Sorrido dolcemente

 

- ci vengo molto volentieri a mangiare le polpette da te. Grazie.

- di niente, amorino.

Scende dalla scrivania.
Mi da un bacio sulla fronte e la vedo allontanarsi canticchiando sul suo tacco 12.

 
 
 

Diventerò grande

Post n°22 pubblicato il 20 Marzo 2010 da oderc_c
 
Tag: casa, me, passato

Quando avevo sedici anni scrissi una lettera aperta per mia madre sul giornalino della scuola.
Lo feci con tutta la spontaneità, l’ingenuità e l’impeto di un’adolescente.
Due giorni dopo venne a parlarmi la vice preside.
Mi chiese se non fosse il caso di convocare i miei genitori, di parlare con loro, disse che certi conflitti vanno risolti prima possibile.
aveva un’espressione materna e decisa.
Io non mi spiegavo il perché di simili attenzioni, volevo solo scrivere una lettera, tutto qui.
Mi chiusi in un mutismo imperturbabile, tradussi il tutto come un insegnamento che di certe cose non si parla apertamente, e da allora l’argomento per me è rimasto tabù.
Con gli anni ne ho avuto sempre maggiore conferma.
Ogni argomento è lecito: il sesso, l’amore, le amicizie, attualità, costume, le difficoltà sul lavoro, la politica.
ma la madre no. La madre è sempre protetta da questo alone di santità, e a nominarla si rischia di bruciarsi. Troppo complesso, troppo rischioso, addentrarsi nell’argomento.

Così non mi addentrerò neanche stavolta.

Mia madre è estremamente contorta. Non basterebbe una enciclopedia per descriverla.
Mia madre è forse l’unica persona che io conosca che riesce a essere ingombrante e assente allo stesso tempo.
Mia madre è probabilmente colei che più amo al mondo, di un amore intenso e rancoroso, e al solo pensiero che possa venire a mancare sto male fisicamente, divento molle come un budino, tremo tutta.

Dirò solo che l’altra sera sono rientrata a casa, e lei stava in salotto.
Seduta sul divano, la tv accesa ma lo sguardo perso nel vuoto. Un pugno sotto il mento.
Non mi ha salutato.

Spesso, le rare volte che racconto alle persone a me vicino alcuni episodi che riguardano la mia infanzia con lei – e non solo –
Spesso dopo avermi ascoltato queste persone emettono un flebile “ooohhh”
E se ne escono fuori con quell’espressione crucciata che ti fa capire che nel tuo racconto che stavi spacciando per normale di normale non c’è assolutamente nulla, e così la tua normalità diventa pietosa  anormalità,
e il grave è che tu non te ne rendi neanche più conto, che le due cose si sono fuse talmente bene che sembra tutto perfettamente nella media, sono entrate nella tua quotidianità, hanno occupato le tue giornate, non ci fai proprio più caso.

Mia madre non mi ha salutato e io l’ho fissata per diversi minuti.
Le mie catene sono troppo vecchie, troppo salde, troppo potenti, e sarebbe stato bellissimo riuscire ad abbracciarla, o dirle qualcosa di carino,
sarebbe stato teatro puro.
Ma invece non mi sono mossa. E lei non si è mossa. Siamo state così. Minuti, ore, giorni.

Ho pensato che la capivo. Che tante cose le sono mancate.
Ho pensato che è stata spesso troppo male per avere la lucidità necessaria a crescere una figlia secondo tutti i crismi,
e che nonostante tutto sono venuta su bene, forte di un padre che mi ha amato tantissimo,
forte di una forza che neanche io so bene da dove venga.

Ho pensato che aveva tutta la mia comprensione, e persino un briciolo di compassione.

Poi però mi sono chiesta quanto fosse lunga la strada dalla comprensione al perdono.
Breve? Infinita?
Quando, il peso di tutto ciò che non ho avuto,
che mi spettava di diritto e mi è stato negato,
smetterà di gravarmi sul petto?

Dicono che il perdono renda liberi.
Io non sono mai stata brava a perdonare.
Ne conviene che non sono libera.
Che me ne sto lì, con le mie catene secolari, ferma sulla porta della sala,a aspettare un saluto.

 
 
 

Vai vai vai Via

Post n°21 pubblicato il 13 Marzo 2010 da oderc_c
 

La vedete questa?



 

È la mia nuova bicicletta. Comprata tre giorni fa.

Lo vedete questo?


 

È qualcuno che fugge con la mia bicicletta, nuova, comprata tre giorni fa.

Stamattina la bella sorpresa: mi hanno aperto il garage,
l’auto non è stata toccata ma della mia bici nessuna traccia.

Anzi si, una traccia c’era. Giaceva l’etichetta lì, sul pavimento.

Perché non l’avevo ancora usata, la mia povera Wilma.

Ho reagito da signora. Mi sono chiusa in camera e ho fissato il soffitto per ore.

La prima intenzione è stata quella di recarmi in un mercatino di quelli in nero, dove vendono bici rubate, e di mandare a fanculo il mio senso civico che me la mette sempre in quel posto.

Poi ho pensato alla faccia di un povero studente che magari l’ha chiamata Jennifer, la sua amata bicicletta, e ci va all’università e c’ha i polpacci molto più muscolosi dei miei,

e non me la sono sentita.

Che animo nobile.

A quel punto ha squillato il mio telefonino. Ed era lui. Tempismo perfetto.
Stasera dovevamo uscire, il primo appuntamento.

Una cosa irripetibile visto che ultimamente non arrivo mai al secondo.

- Scusa, scusa davvero ma stasera ho avuto un imprevisto

- Ah

- lunedì ti chiamo meglio e ti spiego perché

- no no guarda, non importa. Ho capito

- no è che …

- ho capito che genere sei, tu. Sei il genere PACCARO.

- ma veramente…

- va bene. Nessun problema. Ciao va. Ciaoo.

Click.
Ritorno a fissare il soffitto.

Avrò mica un tantino esagerato?

Mi appare un faccina che fa si col capo.

Gli mando un sms:

- mi hanno appena rubato la bici. Non è giornata. Ciao.

Evito di chiedere scusa.
Basta. Passo una vita a chiedere scusa, a usare i condizionali, a aver timore di disturbare.

Caro Ladro,
una sola cosa ti vorrei dire.

Sia che tu sia maschio o femmina, italiano o straniero, ricco o povero, drogato o pulito,

io mi auguro vivamente che ti si stacchi il sellino da sotto il sedere, con le conseguenze che immagini.

Come il film di Fantozzi. Ma senza risate. Con solo tanto, tanto male.

E poi mi sono mossa.
Sono scesa dal letto e ho comprato subito un’altra bici. (E una catena)

Sono andata a fare un bel giro e mi sentivo davvero ganza, con la mia Holly giallo canarino e il lettore mp3 alle orecchie in mezzo al verde del parco nord.

- It could be wrong, could be wrong!!!!
Cantavo.

Davvero ganza. Alla faccia di tutti i primi, secondi, ventesimi appuntamenti mancati,
alla faccia di furtivi ladruncoli notturni.

Poi mi sono fermata, perché sentivo parecchia fatica,

sono scesa col sedere dolorante e la lingua di fuori, e un ragazzo col cane che passava di lì mi ha sorriso.

Fanno simpatia, le ganze in bici che non sono allenate.

L’ho guardata bene la mia Holly e mi è dispiaciuto per lei,
perché so cosa significa sentirsi un rimpiazzo.

Le ho promesso che non dovrà mai dimostrarmi niente.

Le ho detto che è bellissima com’è, che le vorrò ancora più bene.

 

 
 
 

Maybe In Love

Post n°20 pubblicato il 04 Marzo 2010 da oderc_c
 

L’altro giorno ho parlato a lungo con una coppia felice.
Annuncio l’episodio come un evento raro per il semplice fatto che lo è.

Io non so granché della vita,
io sono una tizia con un precario equilibrio e una fitta frequenza di fraintendimento dei sentimenti,
eppure una cosa credo di averla imparata:

Che si può essere innamorati senza essere felici,
ma non si può essere felici senza essere innamorati.

La coppia dell’altro giorno era uno spettacolo da guardare, non mi sarei mai fermata, era bellissimo vederli divertirsi insieme non invadendo gli spazi altrui e assorbire quell’energia positiva che emanavano, binomio saldo e perfettamente incastrato.
Quando di rado mi capita di incontrare persone così, felici nel presente
(il futuro nessuno può prevederlo)
ho sempre una duplice sensazione.
La prima è di gioia.

Mi dico che sono bugie tutte quelle maldicenze sull’amore che ci sono in giro,
vedo tutto rosa tutto è speranzoso e positivo e dolce e confortante.

Poi torno a casa.
E mi assale la seconda sensazione, mi investe, come un treno in corsa,
come un Eurostar alta velocità guidato da un conducente cieco.Perché non ho più scuse.
Perché sono costretta a mettere a tacere quella vocina che mi rimbalza sempre nella testa, quel:

“e, ma lo vedi Oderc che stai bene sola, e ma lo vedi lo schifo che c’è in giro e ma lo vedi che tanto tutte le coppie stanno messe male”

allora mi abbasso di un metro, e la frase nella mia testa cambia, la frase nella mia testa si annida infima in tutta la sua disperazione, chiede:
“ e io? Perché a me no?”

Così mi assale quel dubbio. Quello di aver detto troppi no. Quello di non aver saputo cogliere i treni giusti. Quello di non aver capito niente troppe volte. Quello di aver aspettato troppo, che tanto c’era tempo.
E più passano i mesi più mi rendo conto -e questo è ciò che mi spaventa a morte-

di non averne poi tanto bisogno.
Che è vero che infondo sto bene sola,
che è vero che non ne ho nessuna voglia, che sono troppo pigra, e ho sofferto troppo, e ricominciare significa rimettersi in gioco, e cedere a compromessi, e lasciarsi andare,e magari fare la fatica del
 - mi chiami tu no ti chiamo io oh ma perché non richiama
e quella difficoltà iniziale a capire i comportamenti dell’altro,
quel cercare di costruire insieme un’intesa e leggere tra le righe quello che non ci è direttamente chiaro e cercare di fare bella figura.

Mi fa fatica. Lo so che dirlo è da aride, ma mi fa davvero fatica.

Poi però la notte mi rigiro nel letto, allungo la mano dall’altra parte del materasso, mi accorgo che non dormo ancora in diagonale, che c’è tutto lo spazio possibile alla mia sinistra.
E capisco che tutto, può ancora succedere.

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: oderc_c
Data di creazione: 18/11/2009
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

ticerco_muscolosaalessiah85vichi.francescojuve1964abbacinokiettaalessansiapiratadelleroslonely_mark79oderc_cbasho1980discreto_e_noneddiblogOwnerless
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie... quando vuoi :)
Inviato da: oderc_c
il 11/11/2010 alle 14:23
 
In effetti è vero. Le istantanee del passato sembrano tutte...
Inviato da: eddiblog
il 11/11/2010 alle 00:30
 
grandissima segnalazione, e' un progetto stupendo.
Inviato da: aldf
il 01/10/2010 alle 14:59
 
Mi devo salvare il tuo link o mi perdo i post! Passavo per...
Inviato da: NthalieFinch
il 17/09/2010 alle 19:19
 
Che bello il tuo post: sono andata a visitare il sito e...
Inviato da: pipitola
il 13/09/2010 alle 22:08
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963