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EXIT MUSIC - RADIOHEAD
GLI SPIETATI
Mi stupisce sempre la curiosa casualità con cui certi eventi/episodi si concatenano. Risuonava nella stanza l’ultimo cd dei Baustelle, che personalmente trovo molto piacevole, e allora mi sono detta : ora mi cerco un po’ di recensioni su questo album, vediamo che trovo.Frugo, giro, apro pagine, ne chiudo altre, e trovo: … Questi puntini di sospensione sono la mia fitta al cuore. Faccio per chiudere rapidamente la pagina quando noto il prezzo: 16.00€. La vita agre costa 9 euro. Decido di comprarlo. La vita agre parla del disagio economico degli anni 60. parla dell’alienazione al lavoro, al traffico delle metropoli, parla della rabbia anarchico socialista che porterà poi alle contestazioni giovanili. Hanno contribuito alla stesura della biografia di Bianciardi due nomi a me noti: Massimo Coppola lo conosco per via della trasmissioni che fece per MTV : Brand: New, Pavlov e Avere Vent’anni, adesso credo diriga una casa editrice. non so, Massimo Coppola non è l’unico che lavora o ha lavorato per MTV verso cui ho un debole. Pif l’anno scorso nella seconda edizione del programma fece un servizio intitolato “Little Italy”, e mi è tornato alla mente proprio ora, con le tematiche della vita agre, Vi riporto qui quanto dice Pif: “se accusate un politico di essere corresponsabile della situazione italiana lui vi risponde che la colpa è di chi è venuto prima di lui. E qui vi linko la canzone di Pietro Ciampi
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S. mi si avvicina ieri pomeriggio, dopo la pausa pranzo. Bionda di tinta appena ripassata, viso abbronzato da settimanali lampade, una scollatura profonda a mettere in risalto il bel seno. Seno che non nasconde mai, in nessuna stagione, in nessuna occasione. - e perché dovrei?- dice sempre. Poi tira fuori la lingua, come una bambina monella.
Mi si avvicina e io sono stanca, nervosa, raffreddata, stracarica di lavoro. Si siede sulla mia scrivania, porta i tacchi alti, accavalla le gambe, sfodera uno splendido sorriso.
- vieni a pranzo a casa, domenica? Mia madre ti fa la pasta con le polpette. Ti piacciono le polpette? No perché se non ti piacciono puoi semplicemente scartarle, eh! Ci vieni, a casa mia?
S. una volta mi ha chiesto chi era Napolitano. L’ha fatto con una tale ingenuità che non mi è venuto neanche da scandalizzarmi, perché S. è questa la reazione che provoca negli altri: tenerezza ma distacco. Come le ragazzine.
S. non solo ignora chi sia Napolitano, ma diverse volte ha dimostrato senza vergogna alcuna la sua totale mancanza di conoscenza su argomenti di attualità, costume, televisione, cronaca. La verità è che io mi sono sempre chiesta cosa cazzo facesse S. tutto il giorno, da non riuscire neanche che so… a sentire nominare la strage di Erba. Dove diavolo vivesse, S.
E così mi sono ricordata di tutte le volte che l’ho snobbata per questo, che la sua compagnia mi è risultata quasi un onere, di tutte le volte che ho rifiutato i suoi inviti di uscita, lei che cerca sempre di integrarmi con il suo gruppo di amici e portarmi a fare quelle cose che odio, tipo andare a ballare. Lei che mi pensa sempre, mi chiama per ogni evento, si preoccupa sempre che io non mi senta sola.
Mi è venuto in mente tutte le volte che sono stata spietata, quando la sua totale mancanza di cultura mi ha fatto alzare su un piccolo piedistallo e me l’ha fatta guardare dall’alto in basso, con il suo seno in fuori, la sua esuberanza un po’sciocchina. Di tutte le volte che mi sono vergognata di lei e per tutte le volte che mi vergognerò anche in futuro di farmi vedere con i suoi amici, così rozzi, così poco composti, così poco brillanti.
quante volte, sopravvalutiamo certe caratteristiche e ne condanniamo altre.
- S.- Le chiedo: - ci verresti con me al concerto dei Baustelle? - di chi? Cavolo… ma tu un Biagio Antonacci mai, eh??? E che palle!
Sorrido dolcemente
- ci vengo molto volentieri a mangiare le polpette da te. Grazie. - di niente, amorino. Scende dalla scrivania. |
Quando avevo sedici anni scrissi una lettera aperta per mia madre sul giornalino della scuola. Così non mi addentrerò neanche stavolta. Mia madre non mi ha salutato e io l’ho fissata per diversi minuti. Ho pensato che la capivo. Che tante cose le sono mancate. Poi però mi sono chiesta quanto fosse lunga la strada dalla comprensione al perdono. Dicono che il perdono renda liberi. |
La vedete questa?
È la mia nuova bicicletta. Comprata tre giorni fa. Lo vedete questo?
È qualcuno che fugge con la mia bicicletta, nuova, comprata tre giorni fa. Stamattina la bella sorpresa: mi hanno aperto il garage, A quel punto ha squillato il mio telefonino. Ed era lui. Tempismo perfetto. Click. Evito di chiedere scusa. Caro Ladro, E poi mi sono mossa. - It could be wrong, could be wrong!!!! Davvero ganza. Alla faccia di tutti i primi, secondi, ventesimi appuntamenti mancati, L’ho guardata bene la mia Holly e mi è dispiaciuto per lei,
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L’altro giorno ho parlato a lungo con una coppia felice. Io non so granché della vita, La coppia dell’altro giorno era uno spettacolo da guardare, non mi sarei mai fermata, era bellissimo vederli divertirsi insieme non invadendo gli spazi altrui e assorbire quell’energia positiva che emanavano, binomio saldo e perfettamente incastrato. Poi torno a casa. Così mi assale quel dubbio. Quello di aver detto troppi no. Quello di non aver saputo cogliere i treni giusti. Quello di non aver capito niente troppe volte. Quello di aver aspettato troppo, che tanto c’era tempo. Mi fa fatica. Lo so che dirlo è da aride, ma mi fa davvero fatica. Poi però la notte mi rigiro nel letto, allungo la mano dall’altra parte del materasso, mi accorgo che non dormo ancora in diagonale, che c’è tutto lo spazio possibile alla mia sinistra.
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il 11/11/2010 alle 14:23
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il 11/11/2010 alle 00:30
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