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Post n°124 pubblicato il 04 Luglio 2008 da Nikonourumi

La truffa dei banditi della tavola: rivendevano il formaggio avariato

CREMONA - Nel formaggio avariato e putrefatto c'era di tutto. Vermi, escrementi di topi, residui di plastica tritata, pezzi di ferro. Muffe, inchiostro. Era merce che doveva essere smaltita, destinata ad uso zootecnico. E invece i banditi della tavola la riciclavano. La lavoravano come prodotto "buono", di prima qualità.

Quegli scarti, nella filiera della contraffazione, (ri)diventavano sottilette, formaggio fuso, formaggio grattugiato, mozzarelle, provola, stracchino, gorgonzola. Materia "genuina" - nelle celle frigorifere c'erano sottilette datate 1980! - ripulita, mischiata e pronta per le nostre tavole. Venduta in Italia e in Europa. In alcuni casi, rivenduta a quelle stesse aziende - multinazionali, marchi importanti, grosse centrali del latte - che anziché smaltire regolarmente i prodotti ormai immangiabili li piazzavano, - senza spendere un centesimo ma guadagnandoci - a quattro imprese con sede a Cremona, Novara, Biella e Woringen (Germania). Tutte riconducibili a un imprenditore siciliano. Era lui il punto di riferimento di marchi come: Galbani, Granarolo, Cademartori, Brescialat, Medeghini, Igor, Centrale del Latte di Firenze. E ancora: Frescolat, Euroformaggi, Mauri, Prealpi, e altre multinazionali europee, in particolare austriache, tedesche e inglesi. E' quello che si legge nell'ordinanza del pm cremonese Francesco Messina. Un giro da decine di milioni di euro. Una bomba ecologica per la salute dei consumatori.

Le indagini - ancora aperte - iniziano due anni fa. A novembre del 2006 gli uomini della Guardia di Finanza di Cremona fermano un tir a Castelleone: dal cassone esce un odore nauseabondo. C'è del formaggio semilavorato, in evidente stato di putrefazione. Il carico è partito dalla Tradel di Casalbuttano ed è diretto alla Megal di Vicolungo (Novara). Le due aziende sono di Domenico Russo, 46 anni, originario di Partinico e residente a Oleggio. E' lui l'uomo chiave attorno al quale ruota l'inchiesta. E' lui il dominus di una triangolazione che comprende, oltre a Tradel e Megal, un terzo stabilimento con sede a Massazza, Biella, e una filiale tedesca. Tradel raccoglie, sconfeziona e inizia la lavorazione. Megal miscela e confeziona.


A Casalbuttano i finanzieri trovano roba che a vederla fa venire i conati. Prodotti caseari coperti da muffe, scaduti, decomposti e, peggio ancora, con tracce di escrementi di roditori. Ci sono residui - visibili a occhio nudo - degli involucri degli imballi macinati. Dunque plastica. Persino schegge di ferro fuoriuscite dai macchinari. La vera specialità della azienda è il "recupero" di mozzarelle ritirate dal mercato e stoccate per settimane sulle ribalte delle ditte fornitrici, di croste di gorgonzola, di sottilette composte con burro adulterato, di formaggi provenienti da black out elettrici di un anno prima. "Una cosa disgustosa - racconta Mauro Santonastaso, comandante delle fiamme gialle di Cremona -. Ancor più disgustoso - aggiunge il capitano Agostino Brigante - , è il sistema commerciale che abbiamo scoperto".

Non possono ancora immaginare, gli investigatori, che quello stabilimento dove si miscela prodotto avariato con altro prodotto pronto è lo snodo di una vera e propria filiera europea del riciclaggio. Mettono sotto controllo i telefoni. Scoprono che i pirati della contraffazione sono "coperti" dal servizio di prevenzione veterinaria dell'Asl di Cremona (omessa vigilanza, ispezioni preannunciate; denunciati e sospesi il direttore, Riccardo Crotti, e due tecnici). Dalle intercettazioni emerge la totale assenza di scrupoli da parte degli indagati: "La merce che stiamo lavorando, come tu sai, è totalmente scaduta... ", dice Luciano Bosio, il responsabile dello stabilimento della Tradel, al suo capo (Domenico Russo). Che gli risponde: "Saranno cazzi suoi... " (delle aziende fornitrici, in questo caso Brescialat e Centrale del Latte di Firenze, ndr). Il formaggio comprato e messo in lavorazione è definito - senza mezzi termini - "merda". Ma non importa, "... perché se la merce ha dei difetti. .. io poi aggiusto, pulisco, metto a posto... questo rimane un discorso fra me e te... " (Russo a un imprenditore campano, si tratta la vendita di sottilette "scadute un anno e mezzo prima"). Nell'ordinanza (decine le persone indagate e denunciate: rappresentanti legali, responsabili degli stabilimenti, impiegati, altre se ne aggiungeranno presto) compaiono i nomi delle aziende per le quali il pm Francesco Messina configura "precise responsabilità". Perché, "a vario titolo e al fine di trarre un ingiusto profitto patrimoniale, hanno concorso nella adulterazione e nella contraffazione di sostanze alimentari lattiero-casearie rendendole pericolose per la salute pubblica". Il marchio maggiormente coinvolto - spiegano gli investigatori - è Galbani, controllato dal gruppo Lactalis Italia che controlla anche Big srl. "Sono loro i principali fornitori della Tradel. Anche clienti", si legge nell'ordinanza. Per i magistrati il sistema di riciclaggio della merce si basa proprio sui legami commerciali tra le aziende fornitrici e la Tradel. Con consistenti vantaggi reciproci. Un business enorme: 11 mila tonnellate di merce lavorata in due anni. Finita sugli scaffali dei discount e dei negozi di tutta Europa. Tremila le tonnellate vendute in nero. E gli operai e gli impiegati? Erano consapevoli. Lo hanno messo a verbale. Domanda a un'amministrativa: "Ha mai riferito a qualcuno che la merce era scaduta o con i vermi?". Risposta: "No, tutti lo sapevano".

 
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Commenti al Post:
rox.rg
rox.rg il 04/07/08 alle 13:27 via WEB
Ciao Niko!!! la prima domanda che mi viene spontanea è: 'avrò mai comprato tali schifezze??' e poi mi domando come è possibile che tutti sappiano e nessuno decida di denuciare?? I discount sono nati per offrire prodotti a minor costo ma il prodotto dev'essere sano!! Non sempre è così. Ricordo una volta in cui mi sono lasciata tentare da del salmone impacchettato a pochissimo. Giuro Niko già l'aspetto era indecoroso più grigio e nero che altro ma vedevo la gente che lo comprava e mi sono fidata. ALLUCINANTE. La verità è che spesso chi compra si accontenta e a volte forse non ha nemmeno idea del sapore che il prodotto deve avere. La mia busta di salmone, come puoi immaginare è stata aperta e poi buttata di corsa.. volevo portarlo indietro ma rischiavo di 'impuzzonire' casa e frigo. Il giorno dopo sono passata per vedere come andava la vendita. Il prodotto era stato VENDUTO. Ho anche provato a parlare con un inserviente ma sono andata via quando ho capito che mi guardava come un marziano. Mi sono detta: forse ho il palato troppo delicato ma ancora oggi ricordo questa storiella e se compro il salmone dev'essere come si comanda: buono per occhio, naso e palato!!
(Rispondi)
 
CHEREGIGI
CHEREGIGI il 07/07/08 alle 19:27 via WEB
Dire vergognoso è poco, e certo che si, tutti abbiamo compreato questa merce scaduta...Già sappiamo comunque che tutti i formaggi cremosi ( formaggini, sottilette anche philadelphia) sono fatto diciamo con gli "scarti" del latte, ma da qui a comperare prodotti avariati, ce ne corre...Siamo sempre vittime di persone senza scrupoli, che per far soldi non si fermano davvero davanti a niente....Ciao buon inizio settimana e felice serata da chère Gigì
(Rispondi)
 
IlFioccoDiSeta
IlFioccoDiSeta il 08/07/08 alle 11:10 via WEB
Senza parole dallo schifo.
(Rispondi)
 
bertacchia
bertacchia il 08/07/08 alle 13:07 via WEB
Ciao anche a te, questa notizia si commenta da sola, una vergogna!!! Silvana
(Rispondi)
 
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