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OLBIA GALLURA SASSARI. il finanziamento per la Sassari-Olbia !! Ma perchè? "Politici sardi senza palle."

Post n°80 pubblicato il 13 Marzo 2009 da olbiesi

 

da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 13 MARZO 2009

Alghero. Il sindaco azzurro Marco Tedde, attacca la scelta del ministero

«Un dietrofront inaccettabile»

1 ss-ot 130309di GIANNI OLANDI
 ALGHERO. «Bloccare il finanziamento per la Sassari-Olbia è un atto gravissimo che danneggia pesantemente il territorio. Il Governo deve intervenire immediatamente, senza alcun indugio anche perchè i sardi non hanno alcuna intenzione di stare a guardare e subire supinamente».
 A parlare è Marco Tedde, tra i più autorevoli sindaci del centro destra in Sardegna, che giudica in maniera severa questa sorta di gioco delle tre carte che ha fatto sparire i finanziamenti della Sassari-Olbia.
 «E’ inevitabile provare un forte disappunto per questo dietrofront - aggiunge - in un momento di forti tensioni economiche, quando più che mai il territorio ha bisogno di opere infrastrutturali per favorire la ripresa e rilanciare lo sviluppo».
 Il sindaco di Alghero ha poi dichiarato di avere certezza «che il presidente Berlusconi affronterà la questione con la dovuta energia e capacità risolutiva», ma ha anche aggiunto che se nel giro di un paio di giorni non arriveranno elementi chiarificatori e soprattutto di ripristino di uno specifico impegno assunto ai massimi livelli «informerò il consiglio comunale e adotteremo tutte quelle iniziative che si renderanno necessarie per la realizzazione di un’arteria di grande valore strategico per tutto il nord Sardegna, Alghero compresa».
 A microfoni spenti il sindaco catalano si è lasciato andare a un «non è giustificabile nè sul piano politico nè su quello morale questo improvviso inabbissamento di un finanziamento del quale si è parlato per mesi e mesi, e in campagna elettorale, come di un elemento ormai acquisito per realizzare la strada». Sullo stesso argomento nei giorni scorsi si è registrata una durissima presa di posizione del sindacato della Confturismo e Federalberghi delle province di Sassari e Gallura che attraverso il suo presidente, Giorgio Macioccu, aveva sottolineato «un palese atteggiamento di imperdonabile irresponsabilità nel momento in cui si cancella un’opera indispensabile per lo sviluppo, non solo turistico, di tutto il nord Sardegna».

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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 13 MARZO 2009

Il primo cittadino: «Il problema è molto più ampio»

Tempio resta fuori dal coro

2 ss-ot 130309TEMPIO. Canta fuori dal coro il sindaco Antonello Pintus che oggi diserterà la manifestazione di protesta in programma a Oschiri. «Anche la mobilitazione va concordata e programmata - dice - non si può contestare la mancata realizzazione solo di una strada ma per tutte quelle di cui il territorio ha bisogno, partendo dalle priorità oggettive».
 Per il sindaco di Tempio non ci sono obiezioni di merito e la valenza prioritaria della Olbia-Sassari non è in discussione. Piuttosto c’è il rischio di perdere di vista la questione generale dell’emergenza viabilità in Gallura. «Ora la protesta per la Sassari-Olbia, l’altra volta per l’Olbia-Arzachena-Santa Teresa a quattro corsie. A quando quella per la Tempio-Olbia? - aggiunge Pintus - Occorre che gli amministratori e i rappresentanti politici del territorio, in questo caso dell’intera Gallura, marcino uniti a chiedere l’ammodernamento completo del sistema viario e non quello di una sola strada, per quanto importante sia». (t.b.)

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da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 13 MARZO 2009

Sassari. Replica a Berlusconi di Fabrizio Solinas, fratello di una delle vittime

Perché dobbiamo sorridere?

«Vergogna che non sia una priorità a prescindere dal G8»

«L’arteria doveva essere pronta da tempo, ma ancora una volta sento dire che mancano i soldi»

3 ss-ot 130309 4 ss-ot 130309

di GIANNI BAZZONI
 SASSARI. Fra pochi giorni saranno quattro anni che Lorenzo Solinas non c’è più: 31 anni, giovane professore, il secondo giorno di primavera del 2005 festeggiava una supplenza importante appena ottenuta per insegnare ai ragazzi storia e filosofia. La Sassari-Olbia che trita vite umane se l’era portato via in un attimo, seppellito da una bobina di ferro caduta da un camion.
 Suo fratello Fabrizio ritorna spesso con la mente a quella giornata. «Cosa è cambiato? Niente. Sento parlare di risorse che arrivano a spariscono, ora di nuovo di scippo. Ma la parola più giusta è solo: vergogna. Ecco, è una vergogna che la Sassari-Olbia non sia ancora una priorità, con o senza G8 doveva essere pronta da tempo la nuova arteria. E’ una questione di civiltà. E anche di rispetto per quanti sono già morti».
 Fabrizio Solinas si rivolge al presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi: «Gli chiedo semplicemente di prendere atto che la Sassari-Olbia ha troppe croci e troppo sangue sul suo percorso. Se vogliamo che quest’isola torni a sorridere (così come ci hanno ripetuto tante volte in campagna elettorale), Governo e giunta regionale risolvano una situazione così vergognosa. Noi abbiamo finito di piangere tutte le nostre lacrime, ora bisogna capire che rifare la vecchia strada non significa solo collegare in maniera moderna i principali porti e aeroporti del nord Sardegna, ma anche e soprattutto restituire a tutte le persone che viaggiano la sicurezza di non mettere a rischio quotidianamente la propria vita e quella degli altri».
 Lorenzo Solinas il 22 marzo del 2005 andava da Sassari a Olbia su una Opel Corsa per tenere una lezione ai suoi studenti. In località «Su Campu», vicino a Oschiri, un articolato in curva aveva perso 21 bobine di ferro che avevano cominciato a rimbalzare impazzite sull’asfalto. Una da due tonnellate aveva schiacciato l’auto del giovane professore sassarese.
 «Lui era consapevole della pericolosità della strada - dice Fabrizio - ne parlava. Ma viaggiando tutti i giorni, entrato nella routine, aveva quasi rimosso quelle insidie mortali. Ma lì è come una roulette russa, puoi morire in qualunque momento e in ogni modo. Non c’è un solo rischio ce ne sono mille. Vorrei che spiegassero perchè non è ancora una priorità. Perchè?».
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da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 13 MARZO 2009

Olbia. La mamma di un giovane morto 9 mesi fa

«Un mattino ti alzi e tuo figlio non c’è più»

di TIZIANA SIMULA
 OLBIA. Alzarsi una mattina e scoprire che la tua vita non sarà più la stessa perchè insieme a tuo figlio se n’è andato anche metà del tuo cuore. Un lutto che rivive in ogni momento della giornata, in ogni angolo della casa, un dolore che diventa straziante ogni volta che quella strada maledetta si porta via altre vite. «Io non posso più aiutare il mio Giovanni ma penso ai tanti giovani che percorrono quella strada. Non vorrei più vedere dei lenzuoli bianchi distesi sull’asfalto, non vorrei che altre mamme provassero quello che sto provando io: se può essere resa più sicura, tutti dobbiamo lottare perchè diventi tale».
 Nove mesi fa, sulla strada Sassari Olbia, Dolores Derosas ha perso suo figlio. Aveva solo 23 anni. Erano mo
5 ss-ot 130309rti in due, all’alba del 7 giugno: lui, Giovanni Maludrottu e il suo amico Gabriele Mignogna, 24 anni. Il viaggio spensierato verso Sassari a bordo della Smart si era fermato tragicamente a Mesu’e rios dopo un fatale impatto con un camion.
 «Io, purtroppo, so, cosa vuol dire alzarti una bella mattina e vederti davanti un carabiniere in divisa (che ringrazio per il tatto e la sensibilità che ha avuto), che ti dice che tuo figlio non c’è più. Tutti mi dicono che la vita continua ma vi assicuro che non continua allo stesso modo».
 Il dolore disperato di una mamma che un figlio l’ha perso, si trasforma in un appello alle istituzioni per proteggere la vita degli altri giovani, ora che il progetto di realizzare una strada più sicura sembra essere definitivamente svanito. La quattro corsie promessa non si farà, e questo fa male. Troppe croci hanno segnato il suo insidioso percorso, undici vittime dell’asfalto solo nel 2008. «Non possiamo aspettare ancora, non possiamo accettare che quella strada continui a restare così e a fare altre vittime», dice Dolores, spronando politici e amministratori a non abbassare la guardia.
 «Penso agli amici di Giovanni, ai suoi conoscenti, ai ragazzi della scuola dove lavoro e che mi danno una grande forza per andare avanti: tutti loro hanno il diritto di viaggiare su strade sicure. È per loro, che oggi dico queste cose. E perchè nessuna mamma debba piangere ancora. Cari signori, dobbiamo lottare per avere la strada che ci hanno promesso, e a chi ci nega i soldi, voglio dire di mettersi una mano sulla coscienza: siamo tutti genitori».

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