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OLBIA,Gallura, Silvia Pirina, Muore a 16 anni stritolata da un camion, era in scooter col suo fidanzato diciannovenne

Post n°113 pubblicato il 24 Marzo 2010 da olbiesi

 

da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 24 MARZO 2010

Muore a 16 anni stritolata da un camion

Olbia, Silvia Pirina era in scooter col suo fidanzato diciannovenne rimasto ferito

L’impatto fatale sulla strada per Murta Maria Ignota la dinamica dell’incidente

240310 olb inc 1

240310 olb inc 2 240310 olb inc 3

240310 olb inc 4di STEFANIA PUORRO

OLBIA. Si teneva stretta al suo fidanzatino, che guidava lo scooter. Un ultimo forte abbraccio prima di morire. A soli 16 anni. Schiacciata sotto la ruota di un camion sulla orientale sarda, a pochi chilometri dalla città. Il terrificante incidente è avvenuto ieri pomeriggio, poco prima delle 17, vicino al bivio per le Vecchie Saline. Silvia Pirina, olbiese, che frequentava la scuola media Armando Diaz, è morta sul colpo. Il suo ragazzo, Simone Pinducciu, 19 anni, di Olbia anche lui, ce la farà. E’ stato portato all’ospedale con un’ambulanza, ma non è in pericolo di vita.
 Una tiepida giornata d’inizio primavera, quella di ieri, che Silvia e Simone avevano deciso di trascorrere sulla spiaggia. A bordo dello “Scarabeo” del ragazzo, si sono quindi diretti verso sud, tra risate e coccole. Ma tutto si è disintegrato in una frazione di secondo. Per cause ancora da chiarire, il motorino è stato preso in pieno da un camion della società di servizi I&G Gallura, condotto da Massimiliano Columbano, 37 anni, di Tempio. E i due giovani sono volati via, come fuscelli. Lei è stata stritolata da una delle ruote posteriori: il casco non è riuscita a proteggerla. Lui si è salvato perché è finito sull’erba di una cunetta.
 Una tragedia. Lo scenario è terrificante. L’autista del pesante mezzo si precipita sull’asfalto, scioccato. Si stringe la testa tra le mani, si rende conto che sotto il camion c’è una ragazzina morta. Non si dà pace.
 Ma non si sa, ancora, che cosa sia esattamente accaduto su quel tratto dell’Orientale sarda e se ci sono eventuali responsabilità, sono ancora tutte da stabilire. L’unica certezza: non si è trattato di uno scontro frontale. Sia il motorino che il camion (il mezzo pesante arrivava alle spalle dei ragazzi) stavano andando nella stessa direzione, verso Murta Maria. Ci sono i segni di una frenata lunghissima, sull’asfalto. Il disperato tentativo fatto da Massimiliano Columbano per evitare l’impatto. Ma è stato tutto inutile. Si pensa che i due ragazzi stessero per svoltare a sinistra, verso la spiaggia delle Vecchie Saline, ma anche questa è soltanto un’ipotesi. Adesso a ricostruire la dinamica dell’incidente saranno gli uomini della polizia stradale di Olbia, coordinati da Andrea Chiminelli, arrivati sul posto in pochi minuti insieme con i vigili del fuoco e un’ambulanza del 118 che ha trasportato Simone Pinducciu al Giovanni Paolo II. Ha riportato numerose fratture ed è tutt’ora in osservazione al pronto soccorso «ma - si diceva lì attorno -, il ragazzo era lucido, rispondeva. E non aveva sicuramente capito che la sua fidanzatina non c’era più».
 Il traffico resta bloccato a lungo, a nessuno viene permesso di avvicinarsi nel tratto di strada macchiato di sangue. Il lenzuolo bianco copre il corpo senza vita di Silvia Pirina, mentre gli investigatori tracciano i segni bianchi sulla carreggiata per cominciare a dare un senso a quella tragedia. Massimiliano Columbano viene interrogato e sottoposto, così come previsto dalla legge, all’alcoltest (che risulta negativo). Vengono anche sentiti alcuni automobilisti. Uno di loro è quello che seguiva, a distanza, il mezzo pesante. «E’ tutto accaduto in un attimo. No, lo schianto non lo abbiamo visto. Abbiamo visto il camion che frenava, delle “cose” che volavano molto in alto. Non riuscivano a capire, pensavamo che qualcosa fosse fuoriuscito dal cassone. Solo dopo ci siamo resi conto che si trattava di un ragazzo e di una ragazza e del motorino azzurro sul quale viaggiavano. Ci siamo bloccati, abbiamo visto il volto disperato dell’autista del camion. Un corpo immobile per terra. E’ stato terribile».

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 da La Nuova Sardegna MERCOLEDÌ, 24 MARZO 2010

Una ragazzina dolce e solare: amava la vita

Dopo qualche difficoltà aveva ripreso con entusiasmo a studiare

Non riesco proprio a farmi una ragione che non rivedrò più quegli occhioni

di GUIDO PIGA

OLBIA. La sua gioia era fare un disegno, era cantare in compagnia, era pensare che il futuro sarebbe stato bello. Anche se la vita non è stata mai facile, anche se ogni passo, il più semplice, appare maledettamente più complicato di quello che devono fare gli altri. Silvia Pirina ha lasciato un messaggio che dice molto di lei, della sua voglia di vivere più forte di tutto, anche delle difficoltà scolastiche ormai superate, come dicono le insegnanti. Alla domanda delle amiche sulle “10 persone più importanti della tua vita”, lei ha risposto “Io, tu, egli, noi, voi ed essi”. Un’altissima risposta d’amore che comprende amici, parenti, insegnanti. Tutti.
 E sono le insegnanti, quelle che hanno sempre creduto in lei, che l’hanno saputa aspettare quando aveva deciso di farla finita con la scuola, che l’hanno accolta con entusiasmo quando ha deciso di seguire le loro raccomandazioni e si era ripresentata in classe, a ricordare Silvia.
 «Di Silvia ricorderò sempre i suoi grandi occhioni verdi, i suoi modi così teneri, la sua dolcezza, ma anche la sua grande voglia di rimettersi in gioco. Aveva abbandonato gli studi, però quest’anno era determinatissima ad andare avanti». Sono le prime parole, pronunciate tra le lacrime, di Bonaria Passarò, insegnante di lettere all’Armando Diaz diretta da Fabiola Martini: è qui che la sua alunna Silvia Pirina frequentava la 2ª B.
 «Si era assentata solo prima di Natale, per una congiuntivite. Poi non era più mancata. Aveva capito l’importanza dello studio e ce la stava mettendo tutta. Gli insegnanti erano soddisfatti, non aveva lacune e anche l’ultima verifica di grammatica era andata benissimo. Non riesco a credere che non sia più con noi, non riesco a credere che non vedrò più il suo sorriso. Andava d’accordo con tutti e, soprattutto, era una ragazzina solare e molto disponibile».
 Silvia viveva con la madre e con i fratelli e, una volta finiti i compiti, il suo tempo libero lo trascorreva con il suo Simone. Amava cantare e le piaceva disegnare. Con la matita era una vera maestra e una delle tante dimostrazioni l’aveva data anche su Facebook: aveva disegnato la sua classe, i suoi compagni. Aveva messo una nuvoletta per l’insegnante che diceva, “Ma che classe è!?!”. E i suoi amici tutti a ridere.
 «Era molto brava nelle materie artistiche - conferma la Passarò - e anche i suoi capolavori saranno per noi un ricordo incancellabile. Domani (oggi, ndr) farò lezione nella seconda B alle prime due ore. Sarà una lezione di vita per tutti i compagni di classe, per quei 27 amici di Silvia che l’hanno amata e che, come noi insegnanti, la porteranno sempre nel loro cuore».

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