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OLBIA GALLURA ALLARME VANDALISMO IN CITTA’ Hanno beffato il sistema d’allarme, per la terza volta in quattro mesi.

Post n°88 pubblicato il 20 Marzo 2009 da olbiesi

 

 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 20 MARZO 2009

Ultimi tentativi per cercare di scongiurare i 61 licenziamenti decisi dalla compagnia aerea

Meridiana, intesa ancora possibile

Dopo la rottura disponibilità a una verifica sui costi di Eurofly

5 merid 200309OLBIA. Meridiana e sindacati si parlano, all’indomani della rottura che autorizza la compagnia aerea a licenziare 61 assistenti di volo. Non c’è una trattativa, ma ieri l’azienda ha fatto il primo passo: ha consegnato le carte che i sindacalisti chiedevano da mesi. Ci sono i numeri di Meridiana ed Eurofly. L’obbiettivo è un’intesa in extremis per evitare i tagli.
 La vertenza più dura non è chiusa, dunque, come sostengono i sindacati. Meridiana può mandare le lettere di licenziamento, questo sì. Ma, anche se lo facesse, avrebbe tutto il tempo per tornare indietro. E’ una partita difficile, certo, ma c’è uno spiraglio. L’azienda si è messa in una posizione di forza: dalla sua ha l’arma dei tagli. La può azionare quando vuole, nei prossimi quattro mesi. Ma non è un’arma che colpisce subito. Meridiana può avviare la macchina dei licenziamenti per i 61 assistenti di volo, ma i primi effetti si avranno dopo l’estate. I lavoratori hanno diritto a un preavviso che, a seconda dell’anzianità, va dai quattro agli otto mesi.
 Tempi lunghi, utili per trattare. Che questo voglia fare, è nei fatti. Ieri l’azienda, anche se informalmente, ha passato ai sindacati il materiale che per mesi ha tenuto solo per sé. E’ quello sui dati di Eurofly, messi a confronti con quelli di Meridiana. Documenti riservati in cui emerge un dato: tra le due compagnia la differenza del costo del lavoro è del 30 per cento. Eurofly costa meno, e si sapeva. Ma c’è una novità. Gli assistenti di volo di Eurofly e di Meridiana fanno lo stesso numero di ore di servizio: 160 al mese. Di volo, invece, gli assistenti di Eurofly fanno 90 ore mensili, quelli di Meridiana 50 ore. Una grande differenza spiegabile nella diversa natura delle due compagnie. Eurofly fa voli internazionali e intercontinentali, dunque i dipendenti “viaggiano” per più ore di fila. Meridiana no: i suoi assistenti di volo vengono lasciati, per mancanza di rotte, fermi nei vari aeroporti italiani per ore e ore.
 Messa in questi termini, per i sindacati di Meridiana sarebbe (ed è) inaccettabile la proposta di avere un contratto come quello di Eurofly. E dunque è impensabile che, dall’oggi al domani, gli assistenti di volo di Meridiana, a parità di stipendio, facciano lo stesso numero di ore di volo di quelli di Eurofly. Di più: quelli di Meridiana, proprio perché le rotte sono brevi, dovrebbero fare, al giorno, decine di atterraggi e decolli in più rispetto ai colleghi che fanno i voli internazionali. Il tutto con il 30 per cento in meno. Un esempio: un nuovo assunto che oggi guadagna 1500 euro, andrebbe a prendere 1000 euro. Improponibile.
 E allora, niente di nuovo? No, la compagnia sta studiando un’altra ipotesi: gli assistenti di volo di Meridiana dovrebbero raggiungere i livelli di quelli di Eurofly non subito, ma nei prossimi quattro anni. L’azienda, oltre alle carte, ha fatto capire che questo è fattibile. I sindacati sono pronti a riprendere le trattative, tanto che ieri, a Olbia, hanno tenuto la prima assemblea. Per lavorare, hanno bisogno del mandato dei lavoratori. Perché non sarà facile studiare un’alternativa ai licenziamenti e alla chiusura di Meridiana, più volte minacciata dall’ad Rossi.
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 20 MARZO 2009

ALLARME VANDALISMO IN CITTA’

Via Veronese, allagata la scuola: è la terza volta

Beffato il sistema d’allarme, ma non le telecamere. Due ragazzi sono stati filmati

16 ol v ver 200309 17 ol v ver 200309

18 ol v ver 200309di Guido Piga

OLBIA. Hanno beffato il sistema d’allarme, per la terza volta in quattro mesi. Ma non la telecamera: stavolta sono stati ripresi. Immagini che i carabinieri stanno analizzando per dare un volto ai due ragazzi, almeno due, che mercoledì sera hanno messo a segno l’ennesimo raid contro la scuola media Pais, succursale di via Veronese. Hanno forzato una finestra, hanno inserito la manichetta della pompa anticendio e hanno allagato tutte le aule. Lezioni saltate.
 Negli ultimi quattro mesi, l’edificio di via Veronese è entrato nel mirino tre volte. Nei due casi precedenti, la telecamera era fuori servizio. Mercoledì, i due vandali non si sono preoccupati di quello strumento: hanno coperto in parte i loro volti e sono entrati in azione alle 20.30. Undici ore dopo, i bidelli hanno aperto la scuola e l’hanno trovata completamente allagata.
 I due ragazzi - ma forse sono di più - hanno forzato una finestra, che avevano forse manomesso dall’interno: un indizio che potrebbe portare i carabinieri a circoscrivere il cerchio dei sospettati tra gli alunni che frequentano la media nella succursale della Pais. In quel “buco” hanno inserito la manichetta dell’impianto antincendio e hanno aperto il rubinetto: l’acqua è finita dentro la scuola per tutta la notte.
 I bidelli altro non hanno potuto fare se non chiamare il dirigente scolastico e poi il Comune. Il primo ha decretato la sospensione delle lezioni, che dovrebbero riprendere già oggi. Il secondo ha inviato i volontari della protezione civile che, insieme al personale della scuola, hanno lavorato ore per assorbire tutta l’acqua.
 Sull’ennesimo raid, indagano i carabinieri di Olbia. Che stanno cercando di capire se ieri ci fosse qualche lezione particolare, magari un’interrogazione difficile da affrontare o un esame scritto difficile da superare.
 C’è una firma, però: è quella che porta i militari a cercare di identificare la “banda della manichetta”. Negli ultimi tre atti vandalici, la tecnica è sempre stata la stessa. I ragazzi - perché di ragazzi si tratta - hanno usato la pompa per allagare la scuola il 3 dicembre 2008, il 6 marzo scorso e avant’ieri. Una volta hanno fatto in modo di non essere ripresi: a dicembre, hanno disinstallato la telecamera e hanno tracciato una scritta beffarda al suo posto. In un caso, quello del 6 marzo, sapevano che la telecamera non era in funzione e hanno agito indisturbati. Mercoledì, invece, magari convinti che l’occhio elettronico fosse ancora ko, sono stati beccati.
 I loro volti sono in parte coperti, ma, dopo un attento lavoro, sarà possibile identificarli. Il raid è durato in tutto due minuti, e l’allarme, anche in questo caso come nei precedenti, non è scattato. Anche perché i ragazzi sono rimasti all’esterno dell’edificio, molto attenti non farsi inquadrare dai sensori.
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 20 MARZO 2009

La Mazzone favorita per l’assessorato

L’ex presidente della Cm Monte Acuto potrebbe subentrare a Pirredda

di Enrico Gaviano

19 ol prov 200309 20 ol prov 200309OLBIA. Maria Antonietta Mazzone potrebbe essere il nuovo assessore provinciale alle attività produttive. L’ex presidente della Comunità montana Monte Acuto, ruolo che ha ricoperto per molti anni, è in pole position nella corsa alla successione di Sebastiano Pirredda. L’ex sindaco di Palau si era dimesso dalla carica nell’esecutivo guidato da Pietrina Murrighile, dopo l’esito negativo delle consultazioni regionali, in cui il candidato del Pd non è stato eletto.
 In Provincia continuano a sottolineare come Pirredda, che ha lasciato da oltre un mese l’incarico, non ha ufficializzato la decisione delle dimissioni con una comunicazione protocollata. Per l’ex assessore, invece, è sufficiente, la lettera scritta al capogruppo del Partito democratico Domenico Mannironi. Al di là delle schermaglie che sono servite a prendere tempo, l’idea di una decisione da prendere entro breve, ha preso una brusca accelerata in questi giorni.
 I rappresentanti della giunta provinciale hanno a più riprese detto che l’indicazione del nome deve essere fatta dal gruppo della ex Margherita, che è composto attualmente da Piero Sircana, capogruppo, Carlo Ferrari e Gianni Ricciu, mentre il quarto, Pierpaolo Spano, da tempo è finito nell’Idv. E Sircana, nei giorni scorsi, ha parlato di una scelta da condividere insieme ai cinque rappresentanti in consiglio del gruppo del Partito democratico.
 In questo senso, l’identikit porta a Maria Antonietta Mazzone, che fa parte del Pd e che ha lavorato a fianco a Sircana per tanti anni nella comunità montana. Il capogruppo della Margherita non avrebbe difficoltà, ovviamente con l’accordo e il sostegno degli altri due del suo gruppo, a indicare una persona che conosce bene e allo stesso tempo seguire un percorso, con questa scelta, all’interno del Partito democratico che, con qualche fatica, sta cercando di saldarsi definitivamente anche in Gallura.
 Maria Antonietta Mazzone, oltre a ricoprire l’incarico in Comunità montana, è stata anche candidata alle politiche del 2006, ma in una posizione sfavorevole per poter avere qualche ambizione di poter essere eletta. Il suo eventuale ingresso nella giunta riporterebbe un’altra donna all’interno dell’esecutivo al fianco di Pietrina Murrighile, dopo l’uscita di scena di Elena Burrai. La vicepresidente, con delega alla pubblica istruzione, lasciò tutti gli incarichi dopo la richiesta avanzata dai Cristiano Popolari di entrare a far parte della giunta. Dimissioni e successivo rimpasto che hanno lasciato uno strascico di polemiche politiche. Al suo posto è finito Antonio Satta, che ha anche la delega al turismo.
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 da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 20 MARZO 2009

LA DENUNCIA

«Il nostro caro estinto tumulato con troppa fretta»

OLBIA. L’ultimo saluto a un proprio caro che non c’è più, è un momento di dolore lacerante. Ma si vorrebbe che quel momento, prima della tumulazione e del definitivo addio, durasse il più a lungo possibile. E’ ciò che di solito avviene durante tutti i riti funebri. Ma non è quello che accaduto al termine di un funerale che è stato celebrato in città lo scorso 14 marzo.
 «Quando siamo arrivi al nuovo cimitero - raccontano i parenti del defunto - solo la moglie è riuscita a toccare la bara per pochi secondi. Era già stata sollevata, pronta per essere inserita nel loculo. A nessun altro è stato consentito di dare quell’ultimo saluto, a cui tutti tenevamo».
 La rabbia non cancella il grande dolore, ma esplode con forza tra i familiari. «Ci sembra tutto assurdo e incredibile. Dopo la messa, si è mosso il corteo e i parenti hanno seguito in auto il carro funebre. Ma quando siamo arrivati, la bara è stata subito scaricata e portata davanti al loculo. Siamo arrivati quasi di corsa, ma la bara, già sul sollevatore, non era più raggiungibile. Non solo: quando ci hanno raggiunto gli altri parenti, era già stata messa anche la lastra di granito. In tanti funerali ai quali, purtroppo, abbiamo preso parte, non era mai capitata una cosa del genere. E non si era mai vista tanta fretta, anche nei casi in cui il cimitero, come quello nuovo cittadino, non dispone di una camera mortuaria. Ed ecco allora la nostra domanda: accelerare i tempi della tumulazione è una regola prevista dalla società che gestisce i cimiteri, oppure la decisione spetta unicamente all’agenzia funebre? Ci aspettiamo che qualcuno risponda».
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