Creato da: JayVincent il 07/03/2006
Tiri liberi sul mondo della Pallacanestro Olimpia Milano

Area personale

 

E-mail me @

starfish-and-coffee@libero.it
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
immagine
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

 
« THE GHOST OF RUSTY LA RUEMA VARESE È PIÙ FORTE »

TUTTO DENTRO

Post n°94 pubblicato il 17 Maggio 2007 da JayVincent
Foto di JayVincent


Come facilmente immaginabile, la trama di gara-1 del derby è più scontata di una puntata dell’Ispettore Derrick.
Il tentato omicidio della Whirlpool avviene dentro l’area colorata, dove Blair e TJ Watson infieriscono e regalano un allungo che già nel primo quarto pare essere esiziale per Varese.
L’omicidio sembra essere perfetto perché, nonostante un favoloso Delonte Holland che fa pentole e coperchi, Milano inserisce il pilota automatico e veleggia a vantaggio costante.
Gli uomini di Magnano agonizzano, rantolano, però decidono di non esalare l’ultimo respiro.
Anzi, come una truppa di novelli Lazzaro ricuciono uno svantaggio che a meno di due minuti dalla fine sembrava incolmabile e si presentano sul traguardo persino con il libero del pareggio nelle mani di Billy Keys, protagonista di un raptus finale all’interno di una partita disastrosa per impatto e letture.
Il play varesino sbaglia, gli ultimi secondi sono confusi e mentre io immobile scorro il film della partita, domandandomi come sia stato possibile giungere a un epilogo simile, ci pensa Danilo Gallinari a piazzare l’ultimo colpo di stiletto.
Tiri liberi, sfondamento subito da Holland e ancora tiri liberi.
Fa impressione vedere come una squadra come questa Olimpia, che fa dell’esperienza uno dei punti di forza, si metta nelle mani del più giovane nel momento in cui tremano le ginocchia.
E fa ancora più impressione vedere come il ragazzino in questione di problemi proprio non ne abbia, caricandosi sulle spalle le responsabilità dei più anziani e molto celebrati colleghi.
È il solo Gallinari l’uomo che porta acqua alla causa, oltre a un pacchetto lunghi dominante in area colorata con la presenza dei due mori e mortifero con le triple di uno Sven Schultze encomiabile e in perfetto clima Playoff.
Perché come suggerisce l’ambiguo titolo, Milano la sfanga dentro, pagando la serata molto negativa dei suoi esterni.
Garris gioca una partita abbastanza razionale, non molto efficace al tiro, con spunti interessanti ma assolutamente impresentabile nel black out finale.
Calabria semplicemente non esiste, prende pochi dei suoi tiri e quelli che spara sono molli, svogliati: brutte risposte nella sostanza ma anche nella forma, quella raccontata dal linguaggio del corpo.
E per finire, Massimo Bulleri: il cecinese è desideroso di dare una svolta alla sua sfortunata stagione, per dimostrare come possa essere l’uomo giusto per le partite che contano: e infatti Bullo sciorina una prestazione di quelle che non si dimenticano, da meno sette di valutazione in 17 minuti, con 3 palle perse e 2 stoppate incartate, costellata di scelte incomprensibili e a tratti improponibili.
Non faccio in tempo a scriverne bene, a tesserne le lodi per una partita in cui interpreta al meglio il suo personaggio, che lui offre su un piatto d’argento la metaforica pistola per armare la mano dei suoi detrattori.

Insomma, gara-1 va in archivio senza convincere, o forse convincendo definitivamente me di quello che già temevo.
E cioè che sarà una serie molto più dura e più pericolosa di quanto molti la dipingono, una serie da temere per non rischiare tragici cali di concentrazione.
È vero che la partita inaugurale della serie mette più pressione a chi difende il fattore campo, è vero che Varese è sbarcata al Forum senza un grammo della suddetta pressione, però l’incapacità di leggere il finale e la facilità con la quale ci si è abbandonati risulta un elemento di preoccupazione.
Dubito che Varese sabato sia schiacciata dalle aspettative e sono invece convinto che ieri sera gli uomini di Magnano siano tornati a casa con qualche chilo di fiducia in più.
Magari al di là delle loro stesse aspettative.
Perché sinceramente non mi pare che fossero entrati nella partita così grintosi e convinti dei propri mezzi: Holland li ha tenuti a galla pressoché da solo, mentre i suoi compagni andavano rapidamente fuorigiri.
Quel Delonte Holland che è rimasto sulla terra solo e soltanto quando è stato preso in consegna dal giovane Gallo, a ulteriore dimostrazione di come al più giovane sia già richiesto di fare la differenza su tutti e due i lati del campo.
E finchè lui riesce a farla tutto bene, ma sarebbe auspicabile un robusto shampoo che rinfreschi la testa della nostra intera batteria di esterni, per spronarli a produrre qualcosa di meglio rispetto ai 18 punti collettivi, con uno score da barzelletta: 8/27 dal campo, 8 di valutazione in 101 minuti globali.
Il rovescio incoraggiante della medaglia sta, paradossalmente, nelle cifre snocciolate sopra: è possibile fare peggio di così? Considerato soprattutto che l’apporto dei lunghi, fatto salvo uno Sven sopra le righe, è quello in linea con le aspettative.
Tante risposte arriveranno già sabato sera. Che siano risposte convincenti e soprattutto gradite alle nostre orecchie.
Il delitto perfetto passa da Masnago, rimandarlo sarebbe oltremodo pericoloso.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963