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« TUTTO DENTROLA DISLESSIA »

MA VARESE È PIÙ FORTE

Post n°95 pubblicato il 20 Maggio 2007 da JayVincent
Foto di JayVincent

Non illudiamoci, sopprimiamo sul nascere ogni sogno di gloria, perché nonostante il doppio vantaggio nella serie, è Varese a mantenere il favore del pronostico.
Perché è più forte, perché è più squadra. Parola di Jack Galanda.
Ora, non riesco a spiegarmi come sia possibile che una squadra più debole vinca non una, non due, ma ben quattro volte su quattro durante la stagione, però se il capitano della Nazionale la mette giù dura, io mi fido.
Magari non sono proprio convintissimo, però ci credo.

La butto sul ridere, utilizzando l’ironia come arma di divertissment: non sono e non sarò mai tra quelli che gli urlano “uomo di M”, né tra quelli che ne chiamano in causa la mamma.
Non mi pare che Galanda si sia macchiato di particolari reati, a parte una stagione decisamente mediocre, ma dipendesse solo da quello avremmo da snocciolare l'elenco del telefono.
Però al buon Jack andrebbe spiegato che se due maleducati, incompetenti e sgradevoli personaggi lo scaricano senza rispetto né stile, nessuno ne ha colpa se non la coppia in questione.
Le parole possono certamente bruciare, ma i tifosi e la città di Milano non ci azzeccano.
Poi, se vuole continuare nella sua crociata di antimilanese doc, posso suggerire a Jack di completare l’opera con la sagra dei luoghi comuni.
C’è un sacco smog, d’inverno c’è solo la nebbia, i Navigli non sono puliti e la vita notturna è troppo chiassosa.
Ah no, forse la vita notturna è meglio di no, quella mi pare che la gradisse parecchio.

Tornando a parlare di parquet: Milano sferra il colpo del possibile KO e si prende il match point da giocare martedì in casa.
Lo fa vincendo una partita difficile, tesa, importante, come solo un derby Playoff può essere.
Lo fa con lo stesso modus operandi di ottobre, quando vinse a Masnago limitandosi a rimanere in scia nel primo tempo e mettendo la freccia nel quarto conclusivo.
Questa volta l’allungo è meno agevole di allora, ma anche Varese molto meno tenera e disposta a incassare.
La Whirlpool parte forte, stavolta non è Holland ma Keith Carter a fare one man show, coadiuvato da un Capin brillante. L’Olimpia dietro è un buco nero, difende poco e male, ricuce ogni strappo ma l’equilibrio è precario, con Varese che allunga fino a +9 e arriva all’intervallo con 7 punti di margine.
Fortunatamente, al rientro in campo è un’altra storia: Milano difende, salgono in cattedra Garris, Bulleri e Green, i tre Re Magi che portano doni per beatificare Travis Watson, autentico Messia dell’area pitturata.
TJ segna, subisce falli, difende come un ossesso, va in cielo a strappare rimbalzi e schianta ogni tentativo di limitazioni da parte della batteria di lunghi varesina.
Qualcosa di buono anche da Blair, sempre e comunque troppo morbido e lontano anni luce dalla jena in canotta numero 13. Oggi, più che un compagno di battaglia, Joseph può al massimo essere il vassallo di Watson.
Nel finale tesissimo si riscontra l’ennesima missione provocazione di Gaby Fernandez, mandato in campo da Magnano con lo scopo di accendere gli animi e lucrare dal fattore bagarre.
Dato che quest’anno è la terza volta che succede (a Milano in Regular Season e in queste prime due gare della serie), ci sono sufficienti indizi per bollare il siparietto: siparietto che, a mio parere, più che antisportivo è patetico.
Ora, come detto, si torna al Forum per chiudere il discorso. Nessuna distrazione o superficialità per evitare brutti passi falsi in un cammino che è iniziato spedito.
È un ottimo segnale che l’Olimpia di ieri sia stata a tratti migliore e soprattutto più concentrata di quella vista in gara-1: non era da sottovalutare questa Whirlpool senza pressioni e la tendenza ampiamente positiva – serie aperta di otto derby vinti consecutivamente – poteva trasformarsi in eccesso di fiducia.
Molto bene che Bulleri abbia fatto il Bulleri dopo un mercoledì da incubo, molto bene che Nate Green abbia trovato il suo passo e la sua dimensione nella serie, ruolo che interpreta con grande continuità.
Molto bene anche Danilo Gallinari, nonostante l'apparente pochezza dei numeri. Il freddo tabellino non rende giustizia alla prova difensiva del giovane Gallo, ieri sera autore di una splendida difesa sulla bocca da fuoco Delonte Holland.
E se il moro fascettato ha infilato una prestazione con il silenziatore il merito va ai piedoni di Danilo, che lo hanno seguito ovunque facendo sentire fisico e freschezza.
Insomma, una bella prova di maturità, una bella prova di orgoglio.
Nella speranza di essere scesi dalle montagne russe di Regular Season.

 
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