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Tiri liberi sul mondo della Pallacanestro Olimpia Milano

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CHI NON S’ASPETTA L’INASPETTATO…

Post n°102 pubblicato il 04 Giugno 2007 da JayVincent
Foto di JayVincent


… non saprà mai la verità, soleva dire Eraclito.
E non c'è bisogno di essere filosofi né santoni per dire che le aspettative dopo gara-1 non erano poi così rosee.
Con Bulleri ancora una volta fuori per infortunio, con le rotazioni degli esterni cortissime e piene di incertezze a fronte di una batteria rullante, con una squadra che difetta del fosforo necessario per infilare il granello di sabbia nel meccanismo oliatissimo di Markovski, il ratto del Palamalaguti era – per il sottoscritto – solo una speranza, nemmeno troppo accesa.
E invece succede che salta fuori dal cilindro un Kiwane Garris versione extra lusso, mai visto da queste parti: Kiwi parte a razzo, asfaltando senza pietà nè riguardi prima Best, poi Ilievski e Di Bella.
Quando ti aspetti che il fiato finisca, arrivano invece penetrazioni mortifere che dividono le acque del Mar Bianconero.
Se Garris è stato braccio e mente, l’altra metà del successo ha la faccia e la fascetta di Royal Rumble Travis, che nell’inizio al fulmicotone trova anche una striscia positiva ai liberi.
Per il resto sono carambole arpionate, alta tensione purissima alla quale chi si attacca resta bruciato.
Qualche errore offensivo un po’ banale in pitturata è comunque riscattato dal solo rete con step back che chiude il primo tempo, un gioiello che vale qualche euro in più su quel rinnovo di contratto che è la priorità assoluta, parecchie piste avanti alle altre.
Ovviamente non considerando la cacciata dell’innominabile GM: quello è il vero scudetto dell’Olimpia, senza se e senza ma.
Però qualcosa mi dice che se la conquista della semifinale, in un contesto di mediocrità quasi imbarazzante, è considerato come il raggiungimento dell’obiettivo principe, ossia l’Eurolega, un eventuale approdo in finale verrebbe salutato con ettolitri di incenso.
E rinnovo contrattuale obbligato, magari anche a cifre ritoccate verso l’alto.
Ma stendiamo un velo pietoso e torniamo al campo.
Dicevamo: Garris più Watson. Poi, però, c’è la solita esibizione fuori concorso: e come quasi sempre, il premio Stampella d’Oro, quella che ti tiene in piedi quando stai per andare giù di faccia, va a Danilo Gallinari.
Siamo sempre al solito punto: bellamente ignorato nei primi venti minuti, la palla arriva nelle sue mani quando  l’incontro si decide e il burrone è lì a un passo..
E guarda caso, quando si decide l’incontro il piccolo Gallo spara 8 punti d’amianto farciti da una stoppata.
Dentro quei punti c’è il canestro fotonico da otto metri a fil di sirena, quello che inequivocabilmente gira l’inerzia della partita e fa calare il gelo.
E se non bastasse ci sono due tiri liberi in cui l’arancia pesa come una palla medica, infilati con la freddezza del veterano.
Magari mi sbaglio, ma le martellate di Kiwi e TJ sarebbero rimaste belle prove fini a sè stesse senza quel paio di responsabilità che si è preso il più giovane.

Quindi 1-1 e palla al centro. Il merito più grande, al di là delle prestazioni dei singoli, è certamente quello di avere avuto la forza mentale di cambiare nuovamente la freccia dell’inerzia, che era tutta spostata in direzione Emilia.
Ora la serie è nuovamente tutta da giocare e dubito che questa vittoria ci metta sostanziosamente in posizione di favoriti.
Sarà una serie equilibrata, forse lunga, perché la Virtus è dura a morire e, soprattutto, è squadra tanto matta quanto indecifrabile.
Certo, cominciare a tirare in modo almeno decente tra le mura amiche aiuterebbe a fare valere il peso del fattore campo, peso che evidentemente non riusciamo a valorizzare, dato che in questi playoff abbiamo vinto una sola volta sul parquet del Forum.
E non dimentichiamo che all’interno del blitz di ieri sera continuano a esserci cose che non vanno.
Blair e Green in primis: Joseph è stato assolutamente negativo, incapace di continuare laddove Watson lascia. Incerto in attacco, un’autostrada in difesa. Da non sottovalutare il fatto che in partite come queste, con un approccio come questo gli arbitri tendono a non darti credito e questo è tutto un vantaggio per gli avversari. Che, non dimentichiamolo, hanno già il salvagente del fallo per limitarlo.
Green, come in gara-1, si distingue per la totale abulia in ambedue le metà campo. Dimostrandosi inusualmente scarico anche in difesa.
I tre banalissimi falli spesi sono una lettura da incubo per chi conosce la difficoltà nelle rotazioni degli esterni.
Ma non mi sorprendo di niente, di cervello cestistico il ragazzo ne ha poco e difficilmente potrà stupire in senso opposto.
Sotto con gara-3 adesso, nella speranza di avere un Bulleri in più nel motore e, perché no, anche un Fajardo utile alla causa.
Perché al posto dell’infausto Blair visto ieri, Don Diego non avrebbe sfigurato; anzi, non riesco a capire come sia stato possibile escluderlo dalle rotazioni a fronte delle difficoltà di ‘Mr. Lavoro anche 21 giorni di fila’.
O forse lo capisco benissimo, ma il mio cervello normodotato non può credere alla storia del marito che si evira per fare dispetto alla moglie.

 
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