Trama: due dirigenti di una storica e importante squadra di basket sono assediati dalle critiche e dal malcontento generale.
La piazza chiede la testa di (almeno) uno dei due, facendo leva su un uomo marketing di grande carisma e impatto in termini societari.
Come uscire dal cul de sac, senza apparire menefreghisti?
Come continuare a fare i propri porci comodi senza dare la sensazione di fregarsene completamente degli oltre 3000 straccioni che hanno sete di serietà?
Si inizia dal coach, capostipite di un albero genealogico di successo.
Si prende il nome più appetibile, o uno dei più appetibili: serio, preparato, garanzia di sviluppo e in grado di gestire a piene mani un progetto triennale.
Ci si assicura che il suddetto coach sia in condizioni non stabili con la dirigenza del proprio club di appartenenza.
Insomma, si rende il flirt credibile.
Poi si chiede al potente uomo di marketing di alzare il telefono di casa per contattare gli amici giornalisti, quelli che devono arrivare a fine del mese e sono abituati a scrivere sotto dettatura.
E allora sui quotidiani più importanti è tutto un fiorire di titoli trionfali, addirittura sulla più prestigiosa e venduta testata nazionale si dice che l’accordo è chiuso.
Scariolo è il nuovo coach di Milano.
Non ci sono condizionali, non ci sono se o ma.
Naturalmente a cascata arrivano anche i pesci più piccoli, che prendono per oro colato le sensazionalistiche news dei colossi dell'informazione.
Tempo un paio di giorni e non si parla d’altro.
Però la presunta trattativa la portano avanti solo i giornali.
Perché Don Sergio non apre bocca, la società Malaga nemmeno, due incontinenti verbali come Corbelli e Natali nicchiano, fanno finta di nulla, Galliani ha il ratto di Suazo cui pensare.
Insomma, se qualcuno si prendesse la briga di andare a pesare le fonti, si accorgerebbe che non c’è nulla più di una campagna stampa.
E allora, conoscendo la nostra dirigenza, il prossimo passo sarà: ci abbiamo provato in tutti i modi, ci dispiace che l’uomo della panacea abbia scelto i soldi pesanti e il regime fiscale spagnolo.
Quindi adesso vi ciucciate questo, chiunque esso sia, perché mentre noi andavamo in pellegrinaggio dal Divo i migliori si sono accasati o hanno rinnovato.
Fine della puntata.
Pessimismo? Eccesso di malafede? Può essere, ma chi lavora in via Caltanissetta ci ha abituati così male, ma così male, che a creare sorpresa e scalpore sarebbe una trattativa di cui l’Olimpia e solo l’Olimpia sia la beneficiaria.
Per essere chiari: mi piace infinitamente Scariolo, in tempi non sospetti, quando ancora si era nel pieno della stagione, lo portavo come esempio di coach a me molto gradito.
Ma finchè ci saranno quei due, come si configura l’arrivo di una personalità ingombrante e plenipotenziaria come quella del coach bresciano con il ruolo di Gino Natali?
Accetterebbe Don Sergio di farsi mettere alla berlina alla quarta giornata di campionato? Accetterebbe come Sasha Djordjevic di farsi sbattere in squadra un giocatore più sgradito dell’altro?
Mai.
Ed è per questo che la manfrina è sospetta.
Perché di certo la campagna pro Scariolo non fa dispiacere a lui, che è in trattativa per rinnovare il contratto a Malaga ed è in cima alla lista dei desideri del Tau.
Può mettere sulla bilancia una pretendente senza scomodarsi a confermare il corteggiamento.
Troppo entusiasmo e troppe speranze ho visto riposte nell’avvento del coach della rinascita.
E questo mi fa paura e mi fa dispiacere, perché nessuno merita di illudersi ed essere nuovamente pugnalato alle spalle.
Per l’ennesima volta.
E più la ferita è grande, più è dura lenirla con un’estate di mezzi scarti, sopravvalutati e strapagati.
Condividi e segnala