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NIENTE DI VERO TRANNE GLI OCCHI

Post n°137 pubblicato il 13 Maggio 2008 da JayVincent


Parafrasando il bestseller di Giorgio Faletti, non so proprio cosa ci sia di vero nell’Olimpia che sbrana Montegranaro: magari tutto, magari nulla, magari una comunione delle due versioni Jekyll e Hyde che si sono alternate sul parquet a 48 ore di distanza.
La cosa vera, quella che resta, è l’immagine impressa negli occhi dei giocatori della Premiata, che potrebbe essere uno scomodo fotema da portarsi nelle retine per un paio di giorni.
Milano non vince, stronca, ed è tutto troppo facile e bello per farci conto: la prestazione mostruosa di Danilo Gallinari, debordante in modo quasi vergognoso, la chirurgia sempre più perfetta di Dusan Vukcevic e la serata sfolgorante di un indemoniato Sesay, autore di una prestazione assolutamente convincente, ben oltre le legittime aspettative.
Ma complessivamente è la batteria di esterni biancorossa a ribaltare le indicazioni di gara-1, una staffetta perpetua che annulla Garris e costringe Vitali a una partita molto sotto le attese, dimostando al ragazzo che a volte un bagnetto di umiltà può solo giovare.
La palla gira bene, ne è specchio fedele la distribuzione di assist tra Booker e Di Bella, 5 pro capite, che innescano l’uomo giusto al momento giusto con lucidità e tranquillità.
Ed è proprio questa la nota più positiva, soverchiante le pur significative prestazioni individuali che – proprio perché tali – possono ripetersi in un contesto magari molto meno scintillante: la calma con la quale Milano sa cosa deve fare, la lucida ferocia con la quale gli avversari vengono travolti è la notizia migliore della serata.
Compreso anche il quintetto Mercante-Marelli-Gentile-Booker-Di Bella, una passerella che sa di sfregio sulle certezze di una Premiata a mio parere un pò presuntuosa.

E adesso, che strada ha preso la serie? Difficile dirlo.
Quella di ieri è la vittoria migliore possibile, così come la vittoria di misura e faticosa di sabato è stata la migliore possibile per i marchigiani.
Iniziare una serie con un vittoria sudata, durante la quale ti issi oltre un burrone, è un ottimo modo per entrare in clima; rispondere con un pareggio altrettanto sudato può essere invece pericoloso.
Ora la pressione si sposta tutta sui ragazzi di Alex Finelli, la cui capacità di trasformare una batosta in energia positiva è tutta da dimostrare e da testare; probabilmente in primis per loro stessi.
Dovranno capirsi e scoprirsi, forse durante la partita stessa, e a volte un dubbio può essere un tarlo: sta a noi essere bravi a costruire nelle pieghe delle loro eventuali incertezze le fondamenta di una vittoria.
Resto convinto che Montegranaro non sia affatto una Cenerentola solamente perché disputa il primo Playoff della sua storia: ma di certo, non ha le certezze solide che molti dei nostri uomini posseggono nel loro bagaglio. Incluse le coscienze dei propri limiti.
Poi, nella post season non v’è certezza, questo è l’insegnamento che la storia ci tramanda.
E ogni sentenza diventa impugnabile, ogni condanna può essere assoluzione o redenzione.


 
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