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Tiri liberi sul mondo della Pallacanestro Olimpia Milano

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LEGGENDE METROPOLITANE

Post n°138 pubblicato il 15 Maggio 2008 da JayVincent


Dove compare la scritta “Dio c’è”, significa che ci sono spacciatori nei dintorni.
Elvis è vivo.
Nelle fogne di New York ci sono i coccdrilli.
Ascoltando al contrario le canzoni dei Beatles si possono sentire frasi inneggianti a Satana.
L’Olimpia difende, Ansu Sesay è un giocatore di pallacanestro, Attilio Caja ha in mano una serie di Playoff.
Questa ultima new entry è certamente una delle Urban Legend più in voga in questo momento: c’è persino ben più di un testimone in grado di confermare quella che, a qualsiasi essere capace di intendere e di volere, può sembrare una sonora cazzata.
Milano fa esattamente quello che mi aspettavo, facendo valere nel momento clou il controllo mentale opzionato dopo la sassaiola di gara-2.
E al primo vero allungo, infatti, Montegranaro crolla, senza la forza mentale di rientrare in partita, restare in scia e sorpassare, come fatto nella gara di apertura della serie.
Intendiamoci, non c’è nulla di straordinario nel cavalcare l’onda del buon lavoro fatto: però questa squadra ci ha abituati a tutto e al contrario di tutto, compreso un cambio di marcia incredibile a cavallo delle prime due partite.
E allora bene così, con Melvin Booker uomo sugli scudi che conferma una volta di più come sia stato lui il punto di svolta della stagione milanese, ben più del comunque meritevole Caja.
Un Caja che, per una volta, pare avere perfettamente in pugno la lettura della serie, limitando al minimo i quintetti astrusi e le proprie follie tecnico-tattiche.
In più, sorpresa delle sorprese, ci si mette anche Sdeng-man Sesay, che infila la seconda partitona consecutiva in un clima caldo, quando la palla pesa.
Restano prestazioni prettamente balistiche, nel senso che l’uomo marchiato a fuoco è un giocatore la cui efficienza si misura e si legge nelle percentuali del tiro; poco altro ci si può aspettare.
Non presenza difensiva, non consistenza in pitturata e a rimbalzo perché, anche in serate di grazia, parliamo di un’ala forte che mette in scout 7 rimbalzi in 60 minuti, nessuno offensivo.
Ma insomma, evitiamo di entrare troppo nello specifico e diciamo un bel bravo ad Ansu: non si pensi che il sottoscritto abbia il paraocchi.
Continuerà a non piacermi nemmeno un po’, però finchè il rendimento regge sarò felice di profondermi in complimenti.
Gli stessi che merita Danilo Gallinari: il divino 8, tabellino alla mano, riesce a lucrare una valutazione ben sopra la media da una prestazione apparentemente normale: accumulare una valutazione statistica pari a 21 in una serata da soli 5 tiri presi, significa avere disseminato la propria partita di cose parecchio utili.
I soliti rimbalzi, tanti falli subiti, qualche assist per condire: va bene essere ormai abituati bene, ma bisognerebbe stupirsi un po’ di più per il fatto che queste partite rappresentano ormai il picco minimo del rendimento di Danilo.

Insomma, la serie ha preso una direzione ben precisa, questo è evidente: ma attenzione ai tappi di champagne, non si commetta ora l’errore di avere già seppellito la Premiata.
Che è una squadra, nell’accezione migliore della parola, e come tale sparerà la sua cartuccia domani sera.
Di pressione non ne avranno più, perché il fattore campo saltato può essere un peso in meno; e noi veniamo da due partite troppo perfette per essere considerate ripetibili.
Cosa che poi magari accadrà, ma darlo per scontato è un insulto alla logica.
A margine, ci sarebbero anche le indiscrezioni riguardo l’accelerazione definitiva per la questione proprietà.
Ma di questo, naturalmente, preferisco non parlare.
Aspetto.
Di tempo, eventualmente, ce ne sarà.


 
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