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IL PRODOTTO INTERNO LORDO

Post n°139 pubblicato il 19 Maggio 2008 da JayVincent


Alla fine di ogni serie di Playoff che si rispetti ci sono indicazioni precise, trend ben definiti che possono poi essere ribaltati o confermati nel turno seguente.
È il bello della post season.
Nel primo anno griffato Armani, ad esempio, James Singleton passò a rullo su Stonerook, quello che da due anni viene incensato come mister utilità, per poi essere a sua volta soverchiato da Goree e rasato a zero da Matjaz Smodis.
Il Prodotto Interno Lordo della serie contro la Sutor è quello che qualsiasi economista di pallacanestro avrebbe potuto prevedere: un Danilo Gallinari completamente onnipotente, la coppia Booker-Vukcevic a tenere alta l’offerta dei beni con la solidità dettata dal talento e dall’esperienza, i servizi ad alto valore percepito di un Casey Shaw a reddito molto più sicuro del bond argentino TJ Watson.
Per il resto, oscillazioni ampiamente prevedibili: l’ondivago per natura Ansu Sesay, il cuore inversamente proporzionale al talento di Fabio Di Bella, la bravura di Attilio Caja nel tirare fuori il meglio da squadre adatte a lui e alle sue caratteristiche ma sempre sul filo del rasoio nelle interpretazioni e nelle letture.
Milano vince meritatamente, lo dico senza mezzi termini, perché all’interno della serie ha dominato tre partite, perdendone due sul filo di lana, compresa una gara-4 durante la quale si è vista per lunghi tratti una Sutor al limite della (propria) perfezione, sulle ali della leggerezza indotta dall’assenza di pressioni.
E infatti, tornati sul parquet amico per la bella, i marchigiani sono stati smontati come un Lego dalle iniziative di un Gallinari stordente, dalle letture chirurgiche deli decani Mel B-Vuk, da un primo quarto finalmente convincente di Watson.
Chi invece marca visita, dopo una serie comunque ben oltre le aspettative, è Sesay, condannato a una partita da spettatore dal protagonismo del solito Fabio Facchini, sartoriale come sempre nel mettere il timbro del protagonismo.
Chi dalle 5 battaglie esce ridimensionato nell’impatto è invece Di Bella, al limite dell’assurdo nello scommettere sul suo meno che scadente tiro dalla distanza: gli assalti alla baionetta sono nel Dna del playmaker pavese, le forzature da dietro l’arco decisamente no, e lo 0/11 con cui chiude il turno ne è la dimostrazione più solida.
Ma quel che conta, al di là dei singoli, è il raggiungimento di una semifinale assolutamente impronosticabile fino a poco tempo fa, risultato ottimo che è il trampolino per agganciare l’Eurolega 2008/2009.
Massima competizione artigliata proprio ai danni di quella Sutor Montegranaro incensata per tutto l’anno come meraviglioso miracolo sportivo, schiaffo sulla faccia delle grandi decadute, incapaci di coniugare professionalità, entuasiamo e dedizione chissà poi perchè tipiche della provincia.
Ora tutti questi sopraffini analisti dovrebbero trovare il tempo di riconoscere che Montegranaro – autrice una stagione eccezionale, sia chiaro – ha affrontato la serie con una certa presunzione, andando completamente in crisi ogni qualvolta l’Olimpia ha fatto valere l’esperienza e il talento dei propri vecchietti.
Perché Kiwane Garris, “il miglior playmaker del campionato”, è stato fatto a pezzi da Melvin Booker, Amoroso brutalizzato a più riprese da Sesay, Vitali schiavo del suo bel palleggio e del delizioso modo di portare sul parquet i suoi due metri abbondanti, ma che a livello di personalità lascia moltissimi dubbi.

Insomma, semifinale sia.
Una serie pleonastica, contro i Campioni d’Italia passati e futuri: l’assenza di pressioni per i nostri può essere l’unico elemento per aspettarci almeno partite godibili.
Perché in termini di possibilità, siamo in prossimità dello zero assoluto.
Ma, ca va sans dire, dall’ultima posizione in classifica a un posto nelle prime quattro è un’escalation che permette di archiviare con relativa soddisfazione una stagione che avrebbe potuto prendere strade pericolosissime, scorciatoie verso un tremendo burrone.
Festeggiamo, con sobrietà, in attesa di notizie ancora più piacevoli che sembrano essere davvero prossime.


 
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