La partita più difficile, è molto spesso quella facile.
Intendiamoci, Teramo non è una squadra materasso e nemmeno una squadra di bassa classifica.
Senza dubbio, è un gruppo ancora in cerca di una vera identità, molto ondivago nel rendimento, per ora simile a quella dello scorso anno nel fare fatica tra le mura amiche e giocare invece con il coltello fra i denti in trasferta.
Al PalaScapriano i teramani hanno ottenuto lo scalpo importante della Benetton e quello molto più modesto di Cantù, fermandosi invece contro una non irresistibile Eldo Napoli e Capo d’Orlando.
In trasferta, la nettissima vittoria a Biella fa compagnia a due sconfitte, sulle quali però ci sarebbe da discutere: battuta sul campo della capolista Siena da una preghiera di Mc Intyre a fil di sirena e sconfitta a Varese dopo essere stata lungamente avanti nei prime due quarti.
Insomma, il tutto per dare l’idea di una squadra tosta, che non si squaglia davanti a nessuno e che ha la possibilità di fare affidamento su una di batteria di piccoli insidiosa.
Il folletto Anthony Grundy e la vecchia conoscenza Woodward sono in grado di andare on fire in qualunque momento, gente in grado di piazzare strisce che fanno male.
In più, hanno aggiunto il talentino lettone Janicenocks, uscito dalla cayenna Fortitudo, che ha subito ricominciato ad essere l’interessante giocatore visto a Capo d’Orlando lo scorso anno.
Dove invece il confronto ci arride, in modo piuttosto netto, è sotto le plance.
L’esperienza e la buonissima mano di Norm ‘The Storm’ Nolan e il fisico dell’ex canturino Bernard non sono e non possono essere un deterrente credibile per la strana coppia Blair-Watson, ed è proprio lì che il nostro gioco deve fare il salto di qualità.
A Udine siamo andati dai nostri pivot con continuità, e finchè lo abbiamo fatto siamo riusciti a rimanere avanti, arginando la serata tragica degli esterni.
Quando i rifornimenti si sono bloccati, la partita è scivolata nelle mani degli arancioni, non senza rimpianti.
In buona sostanza: il piano partita di coach DJ deve essere chiaro e ben stampato nella mente di tutti.
Cercare con insistenza i lunghi, sfruttare i raddoppi, fare pesare i mismatch a nostro favore, tra cui quelli che inevitabilmente capiteranno al nostro Gallo Jr.
Teramo è una squadra difensivamente poco strutturata e con poco peso fisico: è qui che dovremo fare la differenza, imponendo chili e centimetri.
Cercando di tenere la partita dalla nostra parte, sempre, cercando di evitare quei pericolosissimi black out che possono costare carissimi.
Ripeto: gli esterni teramani possono fare male, esaltarli e farli accendere potrebbe essere un problema.
A questo proposito, sarebbe anche ora di vedere passi in avanti alla voce palle perse, un male che quest’anno continua a essere grave e, ahimè, non in via di risoluzione.
Anche nella vittoria contro la Climamio sono state ben 17 , nella classifica dei palloni persi, l'Olimpia è al quinto posto.
E sapete qual è la squadra che ne perde di meno in assoluto? Esatto, proprio Teramo.
Anche sotto questo profilo, quello gestionale, mi aspetto miglioramenti.
Non deve assolutamente passare l'idea che strutturalmente siamo destinati a soffrire in questa direzione.
E' pericoloso, e comunque la squadra deve crescere in palestra, deve progredire, trovare quella chimica che fa scattare la scintilla.
Le grandi squadre, a volte, nascono da piccole cose.
Avevo visto incoraggianti segnali in quel di Varese, semi che hanno dato frutti amari nelle due successive trasferte.
Che domenica siano due punti, per dare un messaggio al campionato, per essere credibili.
Prima di tutto, ai nostri stessi occhi. Solo da una grande autostima può cominciare la rincorsa.
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