Creato da marcolino661 il 26/11/2007
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Gli integratori di omega-3 fanno male?

Non passa giorno senza che venga pubblicata dai giornali una nuova
ricerca sui benefici effetti sulla salute degli Omega-3 per la cura e
la prevenzione di colesterolo, trigliceridi, ipertensione, problemi
cardiaci, depressione, disturbi bipolari, schizofrenia, ecc. ecc. Basta
dare un’occhiata al contenuto di questo blog.

Insomma sembra facile: per mantenersi in salute e prevenire molte
malattie basta prendere ogni giorno una capsula o più di Omega-3,
magari acquistata al supermercato.

 

Peccato che non sia così: il 90% dei prodotti venduti da
supermercati, erboristerie, negozi online e perfino farmacie sono
quanto meno inefficaci, se non dannosi per la salute.

 

 

Se come me hai acquistato una confezione di Omega-3 fai una cosa molto
semplice: leggi l’etichetta e verifica quanti omega-3 sono contenuti
per 100 grammi di prodotto.

 

Ho davanti a me una confezione di una marca molto pubblicizzata
venduta in farmacia: all’interno ci sono 17 grammi di omega-3 (indicati
anche come EPA e DHA) per 100 grammi di prodotto, insomma solo il 17%!
In un’altra confezione acquistata al supermercato ce ne sono il 12%…
Questo significa che per assumere la quantità minima raccomandata di
omega-3 (1 grammo al giorno) dovrei prenderne almeno 9!

 

Ho provato allora a verificare sui loro siti internet se esistono
dei certificati di analisi per capire di che cosa è costituito il
restante 90% della capsula, e soprattutto di che qualità è l’olio di
pesce utilizzato. Non avendo trovato nulla, ho provato anche a scrivere
alle ditte, ma senza alcun risultato.

Questo ultimo aspetto è molto importante: se l’olio di pesce è
di bassa qualità, a causa dell’inquinamento marino è possibile trovare
al suo interno degli inquinanti molto pericolosi come il mercurio, o
addirittura cancerogeni come le diossine e il PCB.

 

Ma facendo qualche altra ricerca anche su internet si possono
trovare dei prodotti seri, degli integratori di olio di pesce che
contengono una percentuale molto elevata di omega-3 (superiore al 60%)
e che sottopongono ogni lotto di produzione all’analisi di un istituto
indipendente, riconosciuto a livello mondiale dai principali produttori
di omega-3.

 

Questo istituto si chiama IFOS -International Fish Oil Standards con
sede presso la University of Guelph in Canada- e sul loro sito è
possibile trovare l’elenco aggiornato delle ditte e le relative analisi
dei prodotti.

Proprio per l’elevata qualità del prodotto - praticamente è puro al
100% - questo tipo di olio è chiamato “di Grado Farmaceutico” - in
inglese Pharmaceutical Grade Fish Oil, in sigla PGFO.

L’elenco delle ditte e delle analisi è consultabile sul sito di IFOS (in inglese) raggiungibile cliccando su questo sito (in fondo alla pagina).

 

Solo tre ditte vendono direttamente in Italia, quella più conveniente - costa circa il 25% in meno - è la canadese A-M B-Well , il certificato di analisi (virtualmente esente da inquinanti, concentrazione del 67% di Omega-3) è consultabile cliccando in questo sito.

 

Inoltre A-M B-Well è l’unica ditta tra quelle disponibili per il
consumatore italiano ad avere la certificazione IFOS su TUTTI i lotti
di produzione, quindi c’è la certezza di acquistare un prodotto
purissimo e freschissimo.

 

Io ho acquistato da loro, e sono soddisfatto (il pacco è arrivato
per corriere in 3 giorni). Ho trovato anche qualche loro cliente sui
forum online (prova a fare una ricerca su google), e sono contenti per
il rapporto qualità/prezzo.

 

In Italia si può acquistare su

 

www.oliodipesce.it


Spero di esserti stato utile e… mi raccomando, prima di acquistare leggi sempre l’etichetta!

omega-3

 
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Gli omega-3 influenzano umore, impulsività e personalità

Gli acidi grassi polinsaturi omega-3, di cui sono ricchi pesci come
il salmone, influenzano positivamente umore, impulsività e personalità
lasciando intravedere un altro buon motivo per non dimenticare di
portare in tavola questi preziosi alimenti. È quanto emerso in uno
studio coordinato da Sarah Conklin, della University of Pittsburgh
School of Medicine, presentato a Denver nel corso del 64° Meeting
Scientifico Annuale della American Psychosomatic Society.


Numerosi studi avevano in precedenza dimostrato che nei soggetti
affetti da patologie psichiatriche quali la depressione, il disturbo
bipolare, la schizofrenia, l’abuso di sostanze, il deficit di
attenzione e iperattività si riscontrano bassi livelli ematici di
omega-3; ma finora nessuno studio aveva verificato gli effetti di
questi acidi grassi assunti con la dieta su aspetti psicologici e
comportamentali di persone sane.
Gli esperti hanno quindi
coinvolto 106 soggetti sani chiedendo loro di compilare questionari
sulle proprie abitudini alimentari. Poi i ricercatori hanno misurato
nel campione i livelli ematici di omega-3 e confrontato questi livelli
con aspetti comportamentali dei soggetti.
È emerso che coloro che
avevano bassi livelli di omega-3 nel sangue tendevano a mostrare
sintomi moderati di depressione, ad essere impulsivi e ad avere una
visione negativa della vita.


Viceversa coloro che avevano alti livelli di acidi grassi polinsaturi erano più ottimisti, gioviali e disponibili.
"Un
certo numero di studi ha connesso bassi livelli di omega-3 a condizioni
clinicamente significative come la depressione, il disturbo bipolare,
la schizofrenia, l’abuso d sostanze e l’iperattività", ha osservato la
Conklin, "ma, concentrandosi su individui sani, questo studio apre le
porte a ricerche future per vedere gli effetti di un aumento di apporto
di omega-3 con la dieta, per vedere se mangiando cibi ricchi di omega-3
come il salmone, o prendendo supplementi, ciò ha un impatto sull’umore
della persona".

Fonte: The 64th Annual Scientific Conference
of the American Psychosomatic Society will take place March 1 - 4, 2006
at the Hyatt Denver Convention Center in Denver, CO, USA.

 
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Pesce una volta a settimana riduce declino cognitivo

Post n°1 pubblicato il 26 Novembre 2007 da marcolino661
 

 Contro i segni che il tempo lascia sulle nostre abilità cognitive uno studio che sarà pubblicato sugli Archives of Neurology
consiglia di mangiare pesce almeno una volta a settimana. Infatti gli
esperti del Rush University Medical Center di Chicago, coordinati da
Martha Clare Morris, hanno visto che il tasso di declino cognitivo si
riduce dal 10 per cento al 13 per cento per anno consumando almeno una
porzione di pesce settimanalmente.

Già in passato i grassi omega-3, presenti in molti pesci, erano
stati legati a protezione dal declino cognitivo. Ma questo è il primo
studio a mostrare l’effetto positivo e a lungo termine del consumo di
pesce. Gli esperti hanno considerato un campione di persone di 65 anni
o più anziane, intervistandole per la prima volta tra il 1993 e il 1997
e poi richiamandole per colloqui ogni 2-3 anni, in un follow up che è
tuttora in corso. Gli esperti hanno chiesto loro circa il proprio stile
di vita, il tipo di dieta, l'attività fisica, i passatempi, gli studi e
quant’altro potesse influenzare il declino cognitivo. Poi hanno chiesto
loro di dire nel dettaglio il consumo di 139 cibi differenti tra cui
pesce, frutta e verdura. Infine per misurarne le capacità cognitive e
il loro declino li hanno sottoposti a vari test.


È emerso così che chi mangia pesce è meno esposto al declino
cognitivo indotto fisiologicamente dall’età che avanza. Gli esperti
pensano che il consumo di pesce rallenti il corso del tempo di 3-4
anni. L’associazione rimane anche soppesando attentamente tutti i
fattori che possono inficiare la verosimiglianza dell’analisi, come per
esempio il consumo di altri cibi da sempre raccomandati come frutta e
verdura, oppure uno stile di vita molto attivo sia mentalmente che
fisicamente. “Servono però studi più precisi sui differenti costituenti
nutritivi del pesce – hanno concluso gli autori – per capire la natura
di questa associazione”.


Fonte: Press release Rush University Medical Center, Arch Neurol 2005; 62: 1-5.

 
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