Creato da Blordo il 10/09/2005

Ordinaria Follia

Chiaro come un lago senza fango; così limpido come un cielo d'estate sempre blu.

 

 

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Numero tredici.

Post n°88 pubblicato il 18 Settembre 2006 da Blordo

Non è la prima, non è la seconda, non è la terza.
Fumo di tabacco dentro le narici.
Fastidio.

Non la quarta, non la quinta, non la sesta.
L’acqua entrata dal finestrino lasciato distrattamente aperto ha infestato i sedili blu e neri del vecchio lancino che ora odora vagamente di merda di capra.
Che, giusto per chiarire e secondo alcune autorevoli fonti, ha un odore un po’ più tenue, più delicato, ma perDio è pur sempre merda.
I vetri appannati dei finestrini di fianco a me si oscurano sempre di più.
Sto diventando un pezzo unico con la mia automobile, un simbionte, metà uomo metà macchina, un homo technologicus, come sostiene quella cappella di Giuseppe O che mi vuol far su con le sue seghe mentali.

Non è la settima.

Zucchero, con quel suo nome da cazzone, è praticamente in ogni frequenza radio.

Centoduepuntodue.
Novantasettepuntosette.
Ottantanovepuntozero.

Il caricatore che mi garantisce dieci cd diversi è rimasto invariato da circa un anno, e ormai le canzoni che ci sono dentro non possono più venire in mio aiuto.
Ci vorrebbe un assolo di Gilmour ma è troppo, troppo lontano.
E sarebbe troppo, troppo scomodo prenderlo e metterlo su.
E poi piove.
Piove ancora.
Piove da quasi tre giorni incessantemente.

Non è l’ottava, non la nona, nemmeno la decima.
La gente pare impazzita in queste condizioni.
L’impossibilità di azionare il cervello è direttamente proporzionale alle cattive condizioni meteorologiche.
Vedo bimbi di settantanni con barba bianca e occhiale da vista alle prese con l’annoso problema della precedenza in una rotatoria.
O dell’interpretazione di quel cartello eottagonale rosso con quattro lettere stampate sopra.
Non bastano due occhi. Ce ne vogliono quindici, venti. Venticinque. Cinquanta.

Non è l’undicesima. Poteva essere, ma non è, la dodicesima.
Il tergicristallo inizia a sgranarsi sul vetro.
Devo cambiare le spazzole, ma non credo ne avrò mai voglia.
Continuerà a stonare, a sfrigolare, a rompere i coglioni.
Poco importa.

Alla tredicesima giro.
Proseguo fino in fondo cercando il numero tredici.
Mi sollazzo su una pozzanghera su cui faccio un po’ di quello che chiamano aquaplaning.
Purtroppo, o per fortuna, quel muro è ancora lontano.

 
 
 
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Ve lo dico io di cosa parla Like a Virgin. Parla di una ragazza che rimorchia uno con una fava grossa così. Tutta la canzone è una metafora sulla fava grossa. Parla di una figa che scopa come una matta a destra e a sinistra, giorno e notte, mattina e sera. Cazzo.cazzo, cazzo-cazzo, cazzo-cazzo, cazzo-cazzo, cazzo! Finchè un bel giorno incontra un tipo cazzuto alla John Holmes. E allora..vai alla grande! Cioè uno che con l'attrezzo ci scava i tunnel, come Charles Bronson ne "La grande fuga". Lei ci da dentro come una maiala fino a che sente una cosa che non sentiva da un secolo: dolore. Dolore! Le fa male. Non dovrebbe perchè la strada è bella che asfaltata, ormai, ma quando il tipo la pompa le fa male. Lo stesso dolore che sentì la prima volta, capite? Il dolore fa ricordare alla scopatrice di quando era ancora vergine. E quindi, Like a Virgin.

 
 
 
 

Questa particolare storia si svolge in un cesso pubblico. Perciò devi conoscere tutto di quel cesso pubblico. Devi sapere se c'erano gli asciugamani di carta o il getto d'aria calda. Devi sapere se i pisciatoi avevano le porte oppure no. Devi sapere se c'era il sapone liquido o quella schifossissima polvere rosa che si usava al liceo. Devi sapere se c'era o no l'acqua calda, se c'era puzza. Se qualche pezzo di stronzo schifoso bastardo figlio di puttana aveva schizzato di diarrea una delle tazze. Devi sapere tutto quello che riguarda quel cesso. Perciò quello che devi fare è raccogliere tutti i dettagli e farli tuoi. Le cose importanti da ricordare sono i dettagli. I dettagli rendono la storia credibile.

 
 
 
 

Sono sepolto in questo buco, prendo meno di un negro alla catena, lavoro anche nel giorno di riposo, quelle cazzo di saracinesche si sono bloccate, ho a che fare con i peggio balordi di questo pianeta, puzzo di lucido da scarpe, la mia ex ragazza è in catalessi dopo aver scopato con un cadavere e la mia attuale ragazza si è ciucciata trentasei cazzi.
Deciditi o cachi o tiri su le braghe. O cachi, o braghe.
Parlo di quello che ti senti, questa incapacità che hai di migliorare il tuo stato. Te ne stai li a lamentarti che la vita ti ha fregato, ti avessi mai visto prendere la responsabilità di dare una svolta alla tua situazione. Se ti fa schifo questo posto, e chi ci viene, e se ti caca il cazzo di essere qui il tuo giorno libero, ma perchè allora non ti licenzi?  Tu che fai il melodramma sei naturale come uno che caca dalla bocca.

 
 
 
 
 

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