Ordinaria Follia
Chiaro come un lago senza fango; così limpido come un cielo d'estate sempre blu.
Post n°102 pubblicato il 22 Dicembre 2006 da Blordo
Non sforzarti troppo, non ora perdio. Anche se lei non c’è. Eppure è sempre stata di fianco a te, qualunque stato d’animo passasse per il tuo cervello. Non questa volta. Guardati intorno, guardati intorno bene. Ti ha abbandonato, ragazzo. Quanti bei ricordi riaffiorano nei tuoi pensieri, quante ore passate insieme dolcemente, teneramente. E’ quasi natale, e tutti sono più felici, ma tu no, nonononono, non puoi esserlo. Afferri un libro, ma non serve. Ma sorridi, fratello: sorridi, e buon natale. |
Post n°101 pubblicato il 20 Dicembre 2006 da Blordo
Il bello è guidare in una superstrada sgombra di automobili. Poco importa se l’autoradio della macchina che non è tua diffonde musica ska spagnola. Poco importa se l’amico che hai dovuto accompagnare abita nel prepuzio del mondo. Assapori quel momento come faresti davanti ad una guinness appena spillata. Basta una sigaretta. Persino il centro commerciale di fianco a te, spento, e morto, ti pare stupefacente. |
Post n°100 pubblicato il 10 Dicembre 2006 da Blordo
Non ho davvero mai visto niente di più brutto della pubblicità del parmigiano reggiano. Davvero. Ogni volta che mi capita di incrociare lo sguardo di quel cazzone biondo vestito da scaglia formaggiosa mi prende un nervoso talmente forte che mi devo accendere una sigaretta e farmi una gran cacata. Per calmarmi e per rilassarmi. Eppoi è natale, tutto è felice e giocondo, e questo di certo non contribuisce a rendermi sereno. Un po’ come quella pubblicità, quasi mi incazzo a vedere le lucine di merda e i babbo natale appesi. E mi ritrovo puntualmente a scriverlo su questo cazzo di blog, come l’anno scorso, e come l’anno prossimo, se avrò ancora il piacere di mantenere quel briciolo di lucidità mentale. Le aggravanti di quest’anno sono numerose, ma potrei riassumerle in due punti principali. Scopare un po’ tutti, e meglio, no? |
Post n°99 pubblicato il 25 Novembre 2006 da Blordo
Non sono morto. Eh, simò, guarda che ti chiudiamo nella cassetta. Hai ragione, risponderò. Il problema non è lo stress, bada bene. Se qualcosa può andar male lo farà? Siamo soddisfatti, ok, ma non è ancora il momento di farci i pompini a vicenda. E ad ogni modo, certo, sono ancora vivo. |
Post n°98 pubblicato il 11 Novembre 2006 da Blordo
Mastichi un tappo di plastica. Un dentifricio mentolato non basta. Ah. Stanchezza. Leggi con attenzione e segni la paginetta per la bibliografia. Ci vuole un caffè. Le tue abitudini cambiano. La stampante ha finito il nero e devi fare solo bozze in blu corsivo. Risme di carta in offerta. |
Post n°97 pubblicato il 01 Novembre 2006 da Blordo
Porte che si chiudono e porte che si aprono. Whole lotte love. Ordina una birra scura, ordina una birra chiara, ordina una grappa, ordina una sambuca. Quel bel gruppetto che suona, in qualche modo, ti appartiene. Highway star. Inutile pensare che qualcuno vive a Charlotte. Chissà come sareste oggi, su un palco, con la camicia di forza e una bandiera a stelle e strisce piantata nel culo. Qualcuno ha fatto la sua scelta di lavoro. Strange kind of woman. Ragionare col cazzo, spesso, è più utile di quanto si pensi. Credo che imboccare una strada senza cacare il cartello di divieto, qualche volta, sia l’unica soluzione. Si, amico, il giochino funziona così. Applausi. |
Post n°96 pubblicato il 26 Ottobre 2006 da Blordo
Massì, in fondo che cazzo ci vuole a sorridere alla vita? Assaporo ogni momento della giornata come se fosse quel cazzuto primo tiro di sigaretta che mi riempie la bocca la mattina mentre magari sto cagando lo stronzo più bello di tutta la mia esistenza. Non mostro il ghignettino ebete quando vedo il sorriso di un bambino, o un fiore che sboccia in primavera, o l’immensità del mare che dorme su se stesso, perdio, no. Assaporo ogni momento, ogni altro momento della giornata che valga la pena di essere gustato fino in fondo. Tagliare la linguetta dello zucchero e farlo scivolare dolcemente nella schiumina morbida del tuo caffè dove si insinua lentamente, e il rumore soffice di quell’atto ti entra nelle orecchie prevaricando il colpo di tosse catarroso del vecchio bastardo di fuori. Il cameriere che affonda il coltello nella tua bistecca al sangue da un chilo e trenta da dividere in tre e tu che versi un po’ di vino ai tuoi commensali che in quel momento sono più importanti di ogni cazzo di fratello che esiste al mondo, ecco un altro motivo per cui vale la pena vivere. Spingere la rotellina dello stereo fino in fondo quando sei imbottigliato nel traffico e sentire Gilmour che scopa con la sua cazzo di chitarrina, si, si. Vedere la troiona cinquantenne che si atteggia da strafica pestare una merda, pure questo mi piace tanto. E poco importa se qualche volta l’inquilino del piano di sopra prova a incrinarti la tua pace, la tua serenità, e lo fa con quei giochini subdoli che farebbero incazzare anche sè stesso. Per esempio mi dovrebbe spiegare cosa cazzo vuol dire, adesso, fottermi la centralina della macchina. |
Post n°95 pubblicato il 20 Ottobre 2006 da Blordo
D’accordo, prendilo pure il tuo cazzo di campari con ghiaccio e scorza di limone. A cosa serve, allora. Alla stessa cosa per la quale tu bevi un campari. E quale sarebbe. Credere nell’illusione che in fondo a quel bicchiere quella scorza di limone non abbia alcun cazzo di semino rottoinculo. Sai che non ho capito bene un cazzo di quello che hai detto? Certo che lo so. |
Post n°94 pubblicato il 14 Ottobre 2006 da Blordo
Mi alzo dopo i digestivi un po’ scosso, come è normale dopo una cena sociale con amici che è da qualche tempo che non vedo. Entro dentro un cesso sporco che puzza di muffa. Inizio a pisciare, copiosamente. Considerando la gettata abbondante, decido di passare il tempo sgrattando la crosta marrone di merda di chi ha usufruito il cesso prima di me. Il pisciatore ubriaco deve pur trovare una maniera per passare il tempo. Comando il flusso con maestria, indirizzandolo prima al centro, poi nella parte destra, poi a sinistra di quella chiazza marrone schifosa che spicca nel bianco consumato di quel water orrendo. E se mi pungesse proprio lì? Terrore. Le mani sono occupate, troppo occupate per preoccuparsi di quell’insetto. Sono impotente. Cosa starà pensando, mi chiedo mentre continuo a muovermi per evitare di farla posare sul pisello ormai sgonfio. Non lo so, mi rispondo. Vorrei ucciderla, schiacciarla, punirla per avermi fatto passare qualche secondo di ordinaria follia. E allora le sorrido. |
Post n°93 pubblicato il 11 Ottobre 2006 da Blordo
Zum. Zum. L’occhialuto omuncolo delle fotocopie deve ancora riprendersi dalla nottata di sonno davanti alla tivvù satellitare, si vede, a giudicare dalle occhiaie pratica onanismo con costanza, è vegetariano, caga poco e male. Fuma molto, e preferisce le sigarette italiane, probabilmente le Ms. Posiziona rigidamente le ciabattine marroni sotto il letto, al centro del tappetino grigio coi rombi rossi, e quando dorme non si scompone di un centimetro, rimane immobile, un po’ come Gilberto. Divide la biancheria intima secondo i colori e le forme. Calzini neri nel secondo, calzini bianchi nel terzo. Beve il caffè nella tazzina di vetro e lo dolcifica con il dietor, senza sapere nemmeno il perchè. Indossa sempre gli stessi colori, esce di casa alla stessa ora e fa la stessa strada per arrivare in mezzo ai suoi toner e alle sue risme di carta. Quando arrivano i clienti parla, parla come una mitragliatrice, parla in continuazione, vomita affermazioni, argomenta, motiva, giustifica, conia nuovi termini, chiede pareri, si confronta, inventa, polemizza, insulta, rincuora, consiglia, impreca. Come un Re immerso nel suo regno di carta e inchiostro, di copie a colori e di copie in bi/enne, di formati e di misure, di gente che va e di gente che viene, di fotocopie e di rilegature. E devo trovare la maniera giusta per mandarlo a fare in culo, quanto prima. Alle otto di mattina preferisco confrontarmi con il cesso smerdato della stazione di Madrid. |
AREA PERSONALE
MENU
Ve lo dico io di cosa parla Like a Virgin. Parla di una ragazza che rimorchia uno con una fava grossa così. Tutta la canzone è una metafora sulla fava grossa. Parla di una figa che scopa come una matta a destra e a sinistra, giorno e notte, mattina e sera. Cazzo.cazzo, cazzo-cazzo, cazzo-cazzo, cazzo-cazzo, cazzo! Finchè un bel giorno incontra un tipo cazzuto alla John Holmes. E allora..vai alla grande! Cioè uno che con l'attrezzo ci scava i tunnel, come Charles Bronson ne "La grande fuga". Lei ci da dentro come una maiala fino a che sente una cosa che non sentiva da un secolo: dolore. Dolore! Le fa male. Non dovrebbe perchè la strada è bella che asfaltata, ormai, ma quando il tipo la pompa le fa male. Lo stesso dolore che sentì la prima volta, capite? Il dolore fa ricordare alla scopatrice di quando era ancora vergine. E quindi, Like a Virgin.
Questa particolare storia si svolge in un cesso pubblico. Perciò devi conoscere tutto di quel cesso pubblico. Devi sapere se c'erano gli asciugamani di carta o il getto d'aria calda. Devi sapere se i pisciatoi avevano le porte oppure no. Devi sapere se c'era il sapone liquido o quella schifossissima polvere rosa che si usava al liceo. Devi sapere se c'era o no l'acqua calda, se c'era puzza. Se qualche pezzo di stronzo schifoso bastardo figlio di puttana aveva schizzato di diarrea una delle tazze. Devi sapere tutto quello che riguarda quel cesso. Perciò quello che devi fare è raccogliere tutti i dettagli e farli tuoi. Le cose importanti da ricordare sono i dettagli. I dettagli rendono la storia credibile.
Sono sepolto in questo buco, prendo meno di un negro alla catena, lavoro anche nel giorno di riposo, quelle cazzo di saracinesche si sono bloccate, ho a che fare con i peggio balordi di questo pianeta, puzzo di lucido da scarpe, la mia ex ragazza è in catalessi dopo aver scopato con un cadavere e la mia attuale ragazza si è ciucciata trentasei cazzi.
Deciditi o cachi o tiri su le braghe. O cachi, o braghe.
Parlo di quello che ti senti, questa incapacità che hai di migliorare il tuo stato. Te ne stai li a lamentarti che la vita ti ha fregato, ti avessi mai visto prendere la responsabilità di dare una svolta alla tua situazione. Se ti fa schifo questo posto, e chi ci viene, e se ti caca il cazzo di essere qui il tuo giorno libero, ma perchè allora non ti licenzi? Tu che fai il melodramma sei naturale come uno che caca dalla bocca.