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« Anche Paro nell'affare IaquintaNESSUNO DIMENTICHERA' »

Juventus, devi fare chiarezza

Post n°35 pubblicato il 21 Maggio 2007 da oronzocana555

Nell’umido sabato delle doppiette, e forse anche delle staffette, tra
un passato glorioso ed un futuro assai irregolare, per forma e
contenuti, la Juventus dei soldati in fuga, come in una riedizione di
ciò che avvenne l’otto settembre di qualche decennio addietro, pur con
la certezza di una promozione, è riuscita nell’impresa di trasmettere
un senso di malinconia anche nel pomeriggio dell'attesa vittoria
campale. Eppure, di presupposti volti a trasformare l’espressione del
volto in un ossuto specchio della felicità, nella mattanza consumata ad
Arezzo, si sarebbe potuto discorrere con tranquillità. Dalla ritrovata
voglia bianconera di Deschamps, pronto a sacrificare sé stesso, in
termini di stipendio, gloria e professionalità pur far rientro a Torino
senza nemmeno conoscere la categoria di appartenenza, sino
all’incoscienza, piacevole, del ragionier Marchisio.



Raggiunto il traguardo prefissato, però, anziché esprimere un umano
senso di “appagamento”, nella premeditata litania dei festeggiamenti,
più dei gavettoni alla dirigenza e delle frasi deontologiche
pronunciate da Del Piero, è stato l’oscuro volto di Nedved a riproporre
il sentimento, coatto, di una impalpabile sensazione di impotenza.
Chiuso in sé stesso, mimetizzato sulla panchina dello spartano
spogliatoio come un camaleonte disteso all’arsura agostana, il tornante
ceko è parso rapito dai tanti pensieri che, ai bordi dell’estate,
avvolgeranno l’incedere della Juventus. Gli stessi che, ad esempio, non
hanno consentito una partecipazione attiva all’emarginato direttore
Secco ed al fido consulente Bettega, asserragliati in una tribuna più
simile ad una polveriera che ad una postazione privilegiata. Come a
mostrare, in un sorriso senza labbra, l’ennesima contraddizione interna
nel rapporto, saturo, fra dirigenza e spogliatoio, fornendo, come se
non bastasse, la giustificazione più adatta per la folta schiera degli
scontenti.



Pronti ad abbandonare il domicilio torinese facendo leva sulle carenze
di una "Triade", quella formata da Cobolli Gigli, Secco e Blanc,
incapace di fornire, in ben tre mesi, certezze sugli obiettivi
societari della prossima stagione. In un’altra epoca, quella dominata
dai silenzi coatti imposti da Moggi e Giraudo, ad esempio, le
dichiarazioni arrendevoli di Buffon, per nulla disposto a convivere con
un progetto privo di obiettivi concreti, difficilmente avrebbero
travalicato i confini della sede di Corso Galileo Ferraris, al tempo
fortino inespugnabile di litigi, dibattiti e malumori. Così come, nel
pieno di una rivoluzione tecnica annunciata, la volontà di confermare
Trezeguet, palesata a più riprese da Deschamps, non avrebbe prodotto
l’acquisto, illogico, di Iaquinta. Quando, considerando le ristrettezze
economiche prodotte da un piano industriale da condominio di borgata,
sarebbe stato più opportuno utilizzare la cospicua somma di denaro
investita sull’attaccante friulano per adeguare, e magari prolungare,
il contratto dell’argentino di Francia, disposto a rimanere soltanto a
condizioni vantaggiose.



Senza ingaggiare, per una cifra di poco superiore ai dieci milioni, una
punta affetta da idiosincrasia realizzativa. Quando sia Zalayeta, al
momento destinato a trasferirsi al Real Saragozza in cambio del
difensore Milito, che il giovane Palladino sembrano offrire maggiori
garanzie. A conferma di una totale mancanze di coordinamento nel
rapporto tra la dirigenza ed un allenatore costretto, in sede di
mercato, alla silenziosa subordinazione in favore di operazioni
economiche di scarsa rilevanza e disegni di rafforzamento assai
discutibili. Come testimoniano, peraltro, i disagi legati alla gestione
della rivelazione Marchisio, elemento da cedere in prestito, magari
alla Reggina, in cambio di un’opzione sul terzino Mesto, nelle
previsioni societarie, quanto elemento già maturo per un posto in
organico secondo Deschamps, disposto a concedergli quella medesima
fiducia e quel graduale inserimento in prima squadra che permise, in
tempi non sospetti, di forgiare il giovane Tacchinardi. Ma se a
partire, fossero i vari Buffon, Trezeguet e Camoranesi, a collassare
non sarebbero solo le strategie di mercato…

Fonte: di Alvise Cagnazzo per carlonesti.it

 
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