Creato da: CarloCarlucci il 22/08/2004
"Pensieri oziosi di un ozioso"

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Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 21 Settembre 2004 da CarloCarlucci

No, Soul: niente parole, niente cose...
Terra, acqua, fuoco, sono tutte parole, ci hai mai pensato?
E i concetti che esse esprimono, sono comprensibili solo attraverso altre parole.
Zoòn logon echòn: l'uomo è l'animale che parla, dicevano i Greci. E' sono nel linguaggio che possiamo creare significati, dare forma compiuta, intelligibile, alle sensazioni, ai sentimenti, alle impressioni.
"Nessuna cosa è dove la parola manca" recitava Georg Trakl, perché senza la parola siamo per l'appunto muti, sgomenti, disarmati, e il mondo stesso svanisce.

Il mondo. Una costruzione linguistica. Il mondo non è un insieme di oggetti inanimati e materia bruta. Il mondo è l'insieme dei significati, e il significato si ha solo nel linguaggio.
"Il linguaggio è la casa dell'essere. Nella sua dimora abita l'uomo" disse Heidegger, in quello che è forse il suo passo più famoso.

"E tutto governa la folgore" come recita uno dei più celebri frammenti eraclitei.
Il linguaggio è la folgore, che illumina, che APRE, DISVELA il mondo. Che lo illumina come tale. La folgore non crea le cose, ma le illumina, le rende visibili, subitaneamente, nella somma delle loro singolarità e nel loro essere contesto. In questo senso Heidegger parla della verità come aletheia, disvelamento. La verità, l'essere, non è ciò che preesiste, ma il modo in cui esso si rende visibile a noi.
Noi non creiamo il linguaggio. Noi siamo NEL linguaggio. La voce della madre che ci chiama all'esistenza ci preesiste, ci chiama al mondo degli uomini.
E tuttavia, non c'è linguaggio senza uomini. Noi rechiamo il dovere del discorso, del parlare, del continuare a dire, del creare significato, ancora ed ancora.

"Nessuna cosa è dove la parola manca".
Parlare è parlare con qualcuno. Condividere significato.
L'assenza di parola è solitudine. L'assenza di significati è la morte, e genera angoscia.

Abbiamo tutti bisogno di condividere significati. Per sfuggire alla paura, al silenzio, alla morte.
Abbiamo bisogno di qualcuno con cui parlare.
Parlare. La più alta e originaria delle azioni dell'uomo.
E chi parla con noi, chi colloquia con noi, è la fonte della nostra stessa vita.

Parla ancora con me, ti prego. Ancora, e per sempre.

 
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