Creato da: CarloCarlucci il 22/08/2004
"Pensieri oziosi di un ozioso"

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Post N° 41

Post n°41 pubblicato il 22 Dicembre 2004 da CarloCarlucci

Io, sono un tipo da tempi lunghi.
O meglio, sono un tipo da tempi lenti. Mi piace fermarmi, e riflettere. Magari non tanto quando devo prendere una decisione davvero importante: lì vado di petto, deciso.
Ma per quanto riguarda la sfera delle relazioni umane, mi piace, e sento necessario, soffermarmi, e pensare, riflettere su di esse.

Ora, nelle mie attività, e nel corso degli anni, ho conosciuto e conosco, e frequento, letteralmente centinaia di persone. E le ho conosciute davvero, nel senso che ho dovuto - per lavoro - intuire, comprendere, il loro modo di pensare, le loro attitudini, gli interessi e i desideri.
Dopotutto, in questo consiste il lavoro di un insegnante (e non soltanto verso i suoi studenti, ma anche verso le loro famiglie), di un formatore, ed anche di un autore di testi.
Senza contare le decine e decine di rapporti con colleghi, superiori, personale vario, eccetera.

Ma in tutto questo, lo spazio della riflessione personale è sempre stato esiguo. Le relazioni interpersonali sono una gran bella cosa, ma raramente offrono il tempo, e l'opportunità di arrivare davvero in profondità, e di conoscere se stessi attraverso l'altro.
Curiosamente, e paradossalmente, sembra quasi che minore sia la distanza fisica e temporale con le persone, maggiore sia la difficoltà ad arrivare in profondità, e a conoscersi nel senso più proprio del termine.

Riflettevo su questo, rivedendo 84 Charing Cross Road.
La distanza fisica permette l'introspezione. Forse perché non distolti dalla sfera della fisicità - i gesti, i suoni, l'aspetto, gli odori, e l'incombenza stessa della reciproca presenza - è naturale arrivare direttamente al cuore caldo dell'Altro.
E non è, ovviamente, un conoscere migliore: ma un conoscere diverso, e più intimo, sì.

Ma soprattutto, è un conoscere che lascia spazio al tempo, alla riflessione. All'analisi.
Ecco. Io non credo che questa moderna tecnologia di comunicazione accorci le distanze. Semmai, allunga i tempi della riflessione, e ancora per paradosso, accorcia quelli della conoscenza profonda.

 
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